Trimestrale d'informazione dell'Associazione culturale

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La Pagoda

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Località Quercia Grossa,33 -Pieve a Socana 52016 Castelfocognano (Arezzo)

 

 

Anno IV n°3 ( luglio-agosto-settembre )

Dal Vinayapitaka dei Dharmaguptaka...

Allora, dopo il pasto, disse il Beato ai cinque monaci: "O monaci, la materia è priva di sé. Se la materia fosse il sé, il corpo non crescerebbe e non si sentirebbe il dolore. Se la materia fosse il sé, si dovrebbe esercitare la propria volontà su di essa senza ostacolo, assumere la forma che si desideri o lasciar quella che dispiaccia. Proprio poiché la materia è priva di sé, il corpo cresce e si sente dolore, e sempre per questo non si può assumere a volontà la forma che si desidera né lasciare quella che dispiace. Lo stesso vale per le sensazioni, per le percezioni, le composizioni mentali e la coscienza".

"O monaci, la materia è permanente o transitoria?" Risposero i monaci al Buddha: "O Beato, la materia è transitoria". Disse il Buddha: "Se la materia è transitoria, è dolorosa o piacevole?" Risposero i monaci al Buddha: "O Beato, la materia è dolorosa": Disse il Buddha: "Se la materia è transitoria e dolorosa, è dunque soggetta alla legge della trasformazione. Pensate allora questo: "La materia è me, o è altri, essa appartiene ad altri, o essa m’appartiene?": "No". "Lo stesso vale per le sensazioni, per le percezioni, per le composizioni mentali e per la coscienza".

"Perciò, o monaci, non c’è materia, sia essa passata, futura o presente, interna o esterna, grossolana o sottile, bella o brutta, lontana o vicina, che sia me o altri, che appartenga ad altri o a me. Bisogna produrre questa considerazione corretta, conforme a realtà, questa conoscenza, questa sapienza. Lo stesso vale per le sensazioni, per le percezioni, per le composizioni mentali e per la coscienza.

Così, o monaci, il santo discepolo, dopo aver compreso questa considerazione, è preso da disgusto per la materia. Essendone disgustato, non si attacca più ad essa. Non attaccandovisi, ottiene la Liberazione. Liberato, acquista cognizione della sua liberazione: "Le mie nascite sono esaurite, la mia condotta pura è stabilita, il mio compito è adempiuto, non avrò più un’altra vita". Lo stesso vale per le sensazioni, per le percezioni, per le composizioni mentali e per la coscienza."

Quando il Beato ebbe predicata questa Dottrina, il pensiero dei cinque monaci fu liberato da tutte le sue impurità e poterono allora far nascere la cognizione della Liberazione senza ostacolo. In quel momento, vi furono in questo mondo sei Arhant: i cinque discepoli e il Tathàgata, Arhant, completamente e perfettamente Svegliato.

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Località Quercia Grossa, 33 Pieve a Socana 
52016 Castel Focognano ( AR )