Trimestrale d'informazione dell'Associazione culturale

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La Pagoda

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Località Quercia Grossa,33 -Pieve a Socana 52016 Castelfocognano (Arezzo)

 

 

Anno VIII n° 1  ( Gennaio - Febbraio - Marzo 2006 )

 

Dal Dhammapada (215,251,334-336,338,341,342,345, 351)

“Dal desiderio nasce il dolore: dal desiderio nasce il timore: chi è libero dal desiderio non conosce dolore: di che cosa avrebbe, allora, timore?

Non vi è fuoco come la passione, non vi è artiglio simile all’odio, non vi è rete pari all’illusione, non vi è corrente che trascini come la cupidigia.

Nell’uomo che vive con la mente distratta la sete cresce come un liana nella giungla: egli guizza di vita in vita, come la scimmia che desidera  un frutto salta di albero in albero.

Colui che tale sete velenosa, difficile a superare in questo mondo tormenta, le sofferenze di costui crescono come  folta erba nociva.

Però colui che sopporta tale sete velenosa, difficile a superare in questo mondo, da lui scivolano via tutti i dolori come goccia d’acqua dalla foglia di loto.

Come un albero, anche quando è stato tagliato, cresce di nuovo finchè non è stata divelta la salda radice, così pure, finchè i vincoli della sete non siano troncati, questo dolore cresce di nuovo e di nuovo.

Impetuosi e inebrianti sono gli appetiti dell’uomo. Dediti ai piaceri e alle gioie che ne derivano gli uomini soggiacciono continuamente a nascita e vecchiaia.

Dominati dalla sete, gli uomini balzano qua e là come lepri incappate nella rete. Soggetti a vincoli e legami continuamente e a lungo vanno verso il dolore.

I saggi non chiamano saldo legame quello che è fatto di ferro, legno o di canapa: appassionatamente più forte è l’affetto per le gemme e gli anelli, per figli o moglie.

Chi ha raggiunto la consumazione dell’esistenza, che non trema più, la cui sete è scomparsa, che è senza macchia, che ha troncato i pungoli dell’esistenza, di costui questo qui è l’ultimo corpo di cui si riveste”

 

Dal Majjhima-nikaya, XIII

Mossi da brama, incitati da brama, spinti da brama, appunto solo per brama contendono re con re, principi con principi, sacerdoti con sacerdoti, cittadini con cittadini, contende la madre con il figlio, il figlio con la madre, il padre con il figlio, il figlio col padre, contende fratello con fratello,  fratello con sorella, sorella con fratello, amico con amico. Caduti così in discordia, lite e contesa, essi si scagliano l’uno sull’altro, con pugni, con pietre, bastoni e spade. E così si affrettano incontro alla morte o a mortale dolore. Ma ciò, o monaci, è miseria della brama, è il palese tronco del dolore, originato da brama, contesto da brama, conservato da brama, determinato appunto da brama. E inoltre ancora, o monaci: mossi da brama, incitati da brama, spinti da brama, appunto solo per brama essi irrompono nelle case, rapiscono l’altrui bene, rubano, ingannano, seducono spose”

 

Dal Digha-nikaya

In verità, è la sete che ha il potere di far rinascere, che è accompagnata da bramosia e da compiacimento per se stessi, che cerca piacere or qua or là: è il desiderio della vita dei sensi, il desiderio di eternità, il desiderio dei beni materiali. E questa sete donde sorge? E dove si trova? In tutti i beni materiali ai quali noi teniamo e che ci sono graditi. È là che si trova la sete”

 

go_back.JPG (3453 byte) INDICE Trimestrale Anno VIII n° 1

Località Quercia Grossa, 33 Pieve a Socana 
52016 Castel Focognano ( AR )