Trimestrale d'informazione dell'Associazione culturale
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Anno V n° 3 ( Luglio - Agosto - Settembre ) |
Thich Nhat Hanh: nuova energia alla meditazione
di Lucia Morellato
In questo ritiro Thai ha riacceso la mia
fiamma, è stata per me una cosa grande e te la voglio raccontare.
Nei primi giorni ero contenta di essere lì, ma ero un po' disorientata,
inquieta e intollerante (seppure controllata) eravamo in troppi (intorno ai 700)
e il fatto che era permesso parlare, mi toglieva quella libertà che in queste
situazioni, mi dà la regola del silenzio. Vedevo nelle persone che conoscevo
(16) insieme al piacere di essere insieme, una continua minaccia alla
possibilità di interiorizzazione. Gli spazi erano limitati, ero confusa e
dispersiva, avevo mal di testa, diventavo critica e giudicante; insomma stavo
scomoda ed ero irritata a dir poco, soprattutto per l'atteggiamento di chi
disturbava il mio desiderio di solitudine, coinvolgendomi senza riguardo nella
sua bisognosa mancanza di autonomia; insomma non trovavo pace. Ero sul punto di
perdere la testa quando, durante una condivisione (nota bene) ho sentito
finalmente che i conflitti cominciavano a sciogliersi, ascoltare e parlare mi
faceva bene. Lentamente ho cominciato ad aprire il cuore, alternando momenti di
grande consapevolezza (dove riconoscevo e accettavo la mia fragilità) a ondate
di commozione per questo mio nuovo stato di benessere incondizionato,
un'esperienza nuova e profonda. Via via che passava il tempo, sentivo l'abilità
a rimanere nel presente per lunghi momenti, era facile! Mai prima d'ora
avevo vissuto così, se non qualche momento magico che poi immancabilmente se ne
andava. Le persone che prima m'irritavano, ora le comprendevo. Le parole del
Maestro arrivavano diritte al cuore lente e profonde e mi trovavano aperta e
riconoscente.
Al ritorno a casa, mi sono trovata in situazioni difficili e delicate che ho
traversato con leggerezza e compassione. E' una sorpresa vivere in uno stato
continuo di gioia, vivere i miei respiri dentro tutto il corpo, non solo nel
petto, senza nessuno sforzo di volontà. Sentirsi centrata e radicata, come se
quasi vent'anni di pratica, seppure vissuta in modo un po' discontinuo, mi
dessero ora tutti i risultati che non avevo ancora raggiunto.
Vivere finalmente nel presente senza paura. La mente c'è come sempre, ma non
interferisce negativamente, se mi perdo, riprendo il controllo in pochi respiri,
la commozione mi sorprende ancora, la consapevolezza mi accompagna. Sono
presente, tutta intera e piena di gioia. Non mi sento isolata, orfana e lontana
dal resto del mondo.
L'ultimo giorno, prima dell'addio, Thai ci ha salutato con poche semplici parole
dicendo che ci portava nel suo cuore. Io ero immersa in un pianto dolce e
profondo, alzando gli occhi ho visto che eravamo centinaia immersi nello stesso
pianto.
"… La felicità consiste nella concordia della comunità. Colui che sostiene la concordia, che in essa è felice e si basa sul Dhamma, costui non perde la possibilità d’affrancamento dai legami. Creando una Comunità compatta, egli gioisce per un intero evo".
Itivuttaka - Così è stato detto - (Khuddakanikaya).
INDICE Trimestrale Anno V n° 3 |
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