Trimestrale d'informazione dell'Associazione culturale
La Pagoda |
Località Quercia Grossa,33 -Pieve a Socana 52016 Castelfocognano (Arezzo) |
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Anno V n° 4 ( Ottobre - Novembre - Dicembre ) |
Luce per guardarmi di Luciana Favorito
In questi ultimi tempi il lavoro interiore sul quale mi sono concentrata è stato quello di una investigazione psicologica compiuta anche con il prezioso contributo di alcune letture speciali; le quali mi hanno letteralmente presa per mano e accompagnato, con discrezione e levità, attraverso l’autoesplorazione e la piena coscienza che ho cercato e tutt’ora cerco di applicare nei vari compiti della mia vita: lavoro, famiglia, comunità.
Inizialmente è stato un lavoro alquanto difficile. Mi è stato possibile "illuminare" aree del mio comportamento e della mia vita interiore che prima mi erano del tutto oscure; l’impatto con la scoperta di "proiezioni" o più semplicemente di "schemi mentali" fortemente condizionanti è stato così forte che avevano cominciato a destabilizzarmi trascinandomi nella corrente impetuosa di ciò che stavo sperimentando.
Ero cosciente di essere incagliata in qualcosa che ostacolava questo viaggio introspettivo ma dal quale non riuscivo a liberarmi. Era come girare a vuoto. La mia sofferenza e il mio disagio erano notevolmente aumentate. Successivamente, durante un colloquio con un amico, ho capito che nonostante i miei sforzi per non identificarmi con ciò che sperimentavo, avevo finito invece per attaccarmi proprio a ciò che vedevo e sentivo. La meditazione, quindi, da strumento di indagine con il quale scendevo in profondità, alla fine si era caricata di grandi tensioni ed ansie. Riconoscere questo errare è stato come aprire una finestra sul mare: la luce illumina le onde e i flutti della nostra mente eternamente in movimento. Noi però, in questo caso, siamo sulla finestra e non tra le onde del mare, in preda al panico.
Questa esperienza, da una parte, mi ha spinto con incredibile fiducia e risolutezza ad entrare più in contatto con la mia quotidianità qualunque essa sia, dall’altra ha riconfermato l’importanza di una pratica costante ma soprattutto attenta, laboriosa e attiva. Maggiore è il nostro addestramento nella meditazione e maggiore sarà la nostra capacità di vedere e andare oltre a ciò che sperimentiamo durante la seduta e poi anche nella vita.
In realtà mi accorgo che ciò che inizialmente avevo definito come un viaggio introspettivo, implicandone un inizio e una fine, non è stato affatto un viaggio, ma la mia stessa vita; una realtà che ora a tratti comincio a vedere, squarci di luce dietro le nuvole di un sé falsamente costruito. Sperimentare anche solo per pochi attimi questa nuova dimensione dà una grande energia e una grande fiducia in se stessi, perché ci dà la certezza di essere sulla strada giusta e che i nostri sforzi prima o poi daranno dei frutti. La fiducia in se stessi è la chiave che ci apre prima di tutto all’accettazione di noi stessi, quindi alla compassione e alla percezione di integrazione con il tutto.
Tutto questo non ci rende bravi, illuminati o chissà cosa, ma semplicemente autentici, anche nella confusione e nella sofferenza. "Essere", in fondo, è proprio questo.
INDICE Trimestrale Anno V n° 4 |
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