Trimestrale d'informazione dell'Associazione culturale

La Pagoda

Località Quercia Grossa,33 -Pieve a Socana 52016 Castelfocognano (Arezzo)

 

 

Anno X n° 2 ( Aprile - Maggio - Giugno 2008 )

Giovedì 19 giugno ore 17.00 – 19.00

Conferenza ad Arezzo su

“Etica buddhista ed etica del buon senso”

condotto dal Ven. Tae Hye sunim,

abate del monastero Musang Am di Lerici (SP)  di r.savini

 

Nella ricerca spirituale buddhista l’etica costituisce un importante fattore di centratura, diciamo, nella nostra ricerca interiore. Facilmente l’attenzione scivola in un coinvolgimento con le attività e con le preoccupazioni di tutti i giorni; ma scivola anche in una meditazione che nega la quotidianità, isolando il praticante dal mondo esterno. L’etica guida a fare chiarezza sul senso di ciò che si fa. Per questo si potrebbe parlare di un’etica del “buon senso”. Il termine chiave è “scoprire” il senso del nostro agire. Nell’insegnamento orientale spesso si parla di karma, termine con cui si indica il fattore condizionante delle nostre azioni. Ogni azione incoraggia a compierne una simile: l’abitudine allora governa il nostro senso etico. Nell’abitudine c’è però una meccanicità che non fa ragionare, valutare, decidere, volere. Ecco il buon senso che ci fa avvertire che bisogna cambiare rotta. Non serve creare una nuova abitudine opposta alla precedente, anche se questo può essere utile (l’abitudine a coltivare la consapevolezza può essere preferibile ad un comportamento reattivo). L’etica buddhista, proprio per il suo carattere non coercitivo, indica solo un “impegno” che faccio mio e la sua forza è nel lasciarmi libero di metterlo alla prova. La forza di questa etica è nella semplicità con cui pervade il senso della mia vita, è ciò che dà senso alla mia vita, ciò che mi permettere di essere presente a ciò che faccio e a ciò che mi accade. Non uccidere, non prendere ciò non è stato dato liberamente, non avere rapporti sessuali irresponsabili, non usare linguaggio scorretto, non assumere sostanze intossicanti che alterano la mente sono indicazioni che hanno valore perché arricchiscono, non tolgono, ma danno. La prepotenza, che non si fa scrupolo ad imporre e la passività, che fa subire, allontanano entrambe dal buon senso che vuole prendersi cura della vita. Prendersi cura della vita non per pretendere che gli altri facciano così con te. Vuol dire seminare, con l’azione, con il pensiero e con l’emotività, ciò che può nutrire e saziare. Qualunque altro comportamento non sazia, ma vuole e vuole ancora, subisce e subisce ancora, semina discordia e non si può aspettare altro che discordia.

INDICE Trimestrale Anno X n° 2

Località Quercia Grossa, 33 Pieve a Socana 
52016 Castel Focognano ( AR )