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MUSEO DI CUNEO

LA STORIA

Verso il 1930 si concretizzando progetti cullati e discussioni da dieci anni e nasce il Museo Civico di Cuneo. Il Comune si fa garante dell'iniziativa i cui risvolti pratici e teorici sono gestiti con gran passione da un dotto insegnante: Euclide Milano. Si raccoglie allora la grande parte del materiale che a oggi costituisce il patrimonio dell'istituzione museale cittadina: è un concorso di generosità a cui partecipano famiglie private, podestà dei dintorni e parroci, sotto il controllo delle Soprintendenze. Naturalmente Euclide Milano si avvale del supporto specialistico di un comitato di esperti tra i quali Mons. Riberi, l'Avv. Olivero, il Comm. Scoffone. E' la guerra a chiudere violentemente questa esperienza che riprenderà negli anni 50 sotto la guida di Silvio Berardengo e di Piero Camilla, con Adriano Scoffone che continua l'opera intrapresa fungendo da tramite col passato.

LA SEDE

Originariamente e fino all'esperienza degli anni 50 la sede del Museo è Palazzo Audiffredi in Via Caccciatori delle Alpi, ma dal 1980 tutto il materiale viene trasferito e riallestito nel convento di San Francesco, restaurato e ristrutturato dall'Amministrazione Comunale che, grazie ai contributi della Regione Piemonte, al supporto e controllo delle Soprintendenze ed alla determinata volontà dell'allora Vice Sindaco Assessore per la Cultura Avv. Nello Streri,, ne consente la riapertura al pubblico in tre momenti: nel 1985 si inaugurano le Sezioni Archeologiche di Pre - Protostoria e della Romanità, nel 1986 quella delle Tradizioni Popolari, nel 1987 si completa la Sezione Etnografica ed il percorso complessivo del Museo.

I SERVIZIAperto a orario pieno tutto l'anno durante la settimana lavorativa, il Museo è utilizzato soprattutto dalla Scuola, offrendo una Sala Didattica con possibilità di proiezioni. Conserva e rende fruibile l'archivio fotografico dei fondi: Fariano, Javelli, Fresia, Scoffone, Turin ed altri, un archivio cartografico ( mappe, catasti,…) ed uno iconografico ( stampe, incisioni,…). Il personale è a disposizione per informazioni sia a livello divulgativo, sia specialistico.

LE ATTIVITA'

Fra i suoi compiti il Museo Civico ha individuato quello di promuovere iniziative di ricerca, organizzare convegni e mostre nell'ambito della programmazione dell'Assessorato per la Cultura del Comune, ospitare serate sui temi culturali e turistici, svolgere compiti di pubbliche relazioni per il Comune di Cuneo, mantenere vivo il laboratorio di Didattica per e con la Scuola. IL PERCORSOCome già si può capire dalla legenda posta accanto alla piantine della presente breve guida, il percorso si smoda in senso diacronico partendo dalla più antiche testimonianze del Paleolitico del Cuneese, per giungere a quelle dell'Età Moderna. Quest'ultima invece è organizzata al suo interno in senso sincronico e per temi: si sono così sviluppati argomenti quali la vita cittadina, quello agro-pastorale, la festa e la devozione popolare. Esiste inoltre un piccolo "percorso della Seta" segnalato da dischetti gialli. Il percorso si chiude ad anello.




LA CASA MUSEO GALIMBERTI DI CUNEO

Accettando in donazione l'alloggio che fu abitato dalla famiglia, il Comune di Cuneo si è assunto l'impegno di usarlo "a fini di cultura e di istruzione", istituendovi "una biblioteca e una pinacoteca…aperte all'istruzione della popolazione, sotto la custodia del Comune stesso", secondo quanto risulta dal testamento dell'Ing. Carlo Enrico Galimberti. Una parte dell'alloggio, prospiciente Via Ponza di San Martino, è stata adibita a biblioteca specializzata. Vi è stato collocato materiale in gran parte proveniente dalle raccolte delle Biblioteca Civica. Si stanno svolgendo qui anche i lavori di schedatura della ricca Biblioteca dei Galiberti , per renderla consultabile; ed il riordino dell'archivio famigliare, di notevole mole ed interesse.

Un corridoio collega la biblioteca alla casa-museo. Vi sono collocati due medaglioni raffiguranti i genitori di Tancredi senior, una vetrina con onorificenze attribuite allo stesso, un paesaggio del pittore Francesco Paolo Michetti (Tocco di Casauria 1851 - Francavilla al Mare 1929) ed un delicato acquerello. Dopo l'archivio si entra nella casa-museo-pinacoteca. Troviamo esposte opere di Matteo Olivero, tra le quali un "Autoritratto sotto la luna" e la notevole "Pace vespertina", un paesaggio verso Spinetta. Sulle pareti opposte tele di Giuseppe Sacheri, paesaggista assai prolifico durante la vecchiaia vissuta nel cuneese. Da notare ancora "il cane da ferma", opera di Giovan Battista Quadrone. L'ingresso è dedicato a otto opere di Lorenzo Delleani di cui due grandi tele si presentano fortemente caratterizzate: l'una per l'inconsueto soggetto biblico, l'altra per essere l'ultima opera realizzata dal maestro, frequentatore di casa Galimberti. Sopra la consolle sono stati collocati i ritratti di Alice Galimberti Schanzer e Tancredi galimberti senior, opere del ritrattista Giacomo Grosso, legato fra l'altro al Delleani da rapporti umani ed artistici. Sulle porte, 4 tondi in gesso raffigurano le stagioni. Da notare ancora la composizione in gesso di Giovanni Prini ed il bronzetto di donna opera di Paolo Troubetzkoy. Segue quello che fu il salone dell'appartamento, dove figurano quadri non ancora studiati di figure femminili, di carattere sacro e profano. A sinistra entrando, una scultura di nudo femminile ed una interessante donna con bambino di Gaetano Previati.

Da segnalare anche l'icona e la grande specchiera su cui un busto di fanciulla in bronzo, opera di Henri Godet. Nella vetrinetta, onorificenze attribuite a Tancredi Galimberti, una preziosa patera greca ed una testina orientale in avorio. Ancora sulla parete sinistra, un ritratto della madre di Alice Schanzer e sul tavolino il modello del monumento a Giovanni Toselli, di Giuseppe Sartorio. Si entra così in quello che fu lo studio di Tancredi e poi del figlio Duccio (sul caminetto un suo ritratto eseguito dal fotografo Scoffone), che si è voluto particolarmente ricordare con documenti di evidente intenzionalità: le fotografie del discorso dal vicino terrazzo, il 26 luglio 1943, che fu il segnale della riscossa partigiana; la Legion d'Honneur, massimo riconoscimento per il ruolo di Duccio negli accordi tra la Resistenza Italiana e Maquis francesi; una rara fotografia di Duccio a Paralup, con Dino Giacosa, Dante Livio Bianco, Dado Soria, Pino Vento; giornali che ne annunciano la morte e, a liberazione avvenuta, la consacrazione a eroe della Resistenza e medaglia d'oro al valore militare; la bandiera delle Brigate partigiane "G.L.". Il busto di Mazzini indica continuità e ascendenze ideali non certo secondarie. Sulla porta, si noti il tondo in gesso di Edoardo Rubino, raffigurante Gioele Solari. Sempre sul caminetto, una foto di Tancredi Galimberti con i figli ed un bronzetto di Ettore Ximenes. Infine, lo studiolo: vi sono stati collocati ritratti di Duccio e del fratello Carlo Enrico bambini, opere di Giovanni Lavalle e di Paolo Gaidano, entrambi affermati affrescatori e ritrattisti. Accanto a fotografie di famiglia, figurano in questo locale un busto di Garibaldi ed una colonnina in legno donata a Tancredi nel 1902 dal Consiglio Provinciale di Cuneo. Si è qui esposta una importante tela del pittore i genere Domenico Scattola.

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