Sarà il pomeriggio, piovigginoso da spararsi un cartoon in tivù dopo
la scuola e poi vai coi compiti per domani. O il totem, che con
consolle e demo dei giochi, era già lì da due settimane a
disposizione degli "smanettatori". Tant'è: lŽassalto ai negozi per il
battesimo dellŽxbox, ieri, non cŽè stato. Da "Queen computer", in via
di S.Ottavio 8, postazione strategica tra lŽuniversità e i portici
dello shopping, un quartetto di "collaudatori" aspetta le 15,
lŽapertura. Dietro di loro, qualche decina di curiosi, unŽocchiata al
prezzo e via. "Poche anche le prenotazioni", ammette Roberto Zappi,
il proprietario. Appena quattro o cinque, cŽera da aspettarselo:
479,99 euro non sono uno scherzo, e poi cŽè la controffensiva della
concorrenza. In un paio di giorni la Playstation2 è finita tra
le "offerte speciali": 288 euro invece dei 309 di listino. Bruno,
ventitreenne portoghese laureando in storia dellŽarte, è già alla
cassa coi soldi della borsa di studio Erasmus in mano. Il cliente
ideale di Microsoft, Sony, Nintendo non ha problemi di portafoglio. I
genitori sì. Così, sacrificata la mezza giornata libera al
parrucchiere, accompagnano i ragazzi a provare lŽxbox. Masochismo?
No. Fiducia nellŽocchio esperto di professionisti della consolle che,
sperano, boccerà la novità accontentandosi dellŽanziana ma pur valida
Playstation2. Francesco, Matteo, Jacopo, Vladimiro, si accavallano
davanti allo schermo che annuncia il caricamento di "Halo", una gara
di ammazzamenti tra alieni. NellŽattesa contano gli anni e ridono,
quarantacinque in quattro, lŽetà media di mamma e papà. Quando sono
nati, i videogiochi cŽerano già. A scuola, si sono avvicinati
allŽinglese dicendo "joystick", "games", "software". Non hanno mai
visto in casa un mangiadischi rosso coi 45 giri che si spezzavano in
continuazione. Immaginano che i pattini abbiano sempre e solo avuto
le ruote in linea, e se gli parli dei "ChipŽs", il duo poliziesco
Baker-Poncharello protagonista dellŽomonimo telefilm californiano
fine anni Settanta, credono si tratti dŽuna marca di patatine. Ma non
metterli davanti a una consolle: umilieranno un laureato in
ingegneria elettronica. "Le istruzioni non le ho mai guardate", fa
Vladimiro mentre scopre dove sono nascoste le granate per far fuori i
nemici. I tre che gli stanno appiccicati, seguono con la testa e
sobbalzano alle esplosioni. "I giochi dove si spara sono più
divertenti, tanto mica le persone muoiono davvero", è il parere
unanime. Guerrieri, ma dŽaltri tempi: quando il protagonista, ferito,
impreca "Merda!", si guardano complici e ridacchiano pensando a come
sarebbe scandalizzato papà. Col joystick in mano è tutto lecito:
Francesco guida da pazzo anche se nella realtà non si fa, ammonisce
una schermata di "Project Gotham Racing". A bordo di un
cacciatorpediniere, Jacopo non smette di cannoneggiare scialuppe
corsare. Matteo, appena si libera il posto, si fionda a spiaccicare
mostriciattoli sul muro a raffiche di mitra. Cecilia e Vittoria,
dallŽalto dei loro quindici anni, li guardano giocare. Jeans
scoloriti, capelli spioventi sugli occhi, non lo ammetterebbero mai,
eppure muoiono dalla voglia di provare. Dopo aver gironzolato un poŽ,
vaghe, confessano: "La comprerei subito questa xbox, ha una grafica e
unŽacustica pazzesca". Un solo neo: costa troppo. CŽè Flavio che è
pronto a investirci su tutti i risparmi, e ci sta pensando, è
unŽesperto. Appena maggiorenne, dice di seguire il mondo dei
videogames "da quandŽera nel pancione della mamma". Chiede del
microprocessore, dei megabyte, difende i giochi elettronici da chi li
considera stupidi. "Sono più intelligenti di tanti programmi
televisivi tipo `Grande FratelloŽ, e poi non sono roba da bambini,
appassionano anche i grandi". Jacopo, Francesco, Matteo, Vladimiro,
gli si fanno intorno, lo stanno a sentire un poŽ ammirati, è uno che
sa un sacco di cose e domani o dopodomani verrà a comprare lŽxbox.
Loro no, hanno già emesso la sentenza. "Bellissima, le battaglie
sembrano vere", ma non la chiederanno in regalo: "La vecchia
Playstation2 ha ancora le sue cartucce da sparare". E lŽassalto ai
negozi, ieri, non cŽè stato.
FRANCESCA PACI