L'ATLANTIDE STA RIEMERGENDO?

(di Giuseppe Colaminè)

Oggi i Media hanno diffuso la notizia che i ghiacci dell'Antartide si stanno sciogliendo con una velocità che, seppur lenta, rappresenta un pericolo per l'equilibrio geologico. A questo ritmo infatti potremmo avere un innalzamento critico del livello dei mari con tutto ciò che immaginabilmente potrebbe conseguirne.

L'altro aspetto è dato dalla modifica morfologica delle coste Antartiche, le quali potrebbero trovarsi prive della loro copertura ghiacciata e rivelare i segreti di quel continente.

Pare che responsabile di tutto ciò sia l'innalzamento della temperatura al suolo provocato dall'effetto serra legato al buco nella fascia di Ozono.

Inquietante ma scientificamente impeccabile.

Eppure, in tempi non sospetti, qualcuno che del problema della fascia di Ozono non era a conoscenza, aveva già preannunciato una catena di eventi somiglianti a quello descritto.

Torniamo indietro nel tempo, di molti millenni, precisamente fino al 10000 a.C., ben 12000 anni fa, epoca della fine dell'ultima Era Glaciale.

La deglaciazione ridisegnò la mappa dei continenti Terrestri, annientando intere popolazioni fra cui quella della mitica Atlantide, il continente sommerso, tradizionalmente collocato dove ora si trova l'Oceano Atlantico.

Molti studiosi però hanno avanzato l'ipotesi che Atlantide fosse in realtà l'odierna Antartide, all'epoca priva di ghiacci e dotata di un clima temperato. l'evento catastrofico identificato con la deglaciazione avrebbe avuto aspetti piuttosto complessi che cercherò di spiegare sinteticamente.

Charles Hapgood enunciò la tesi del cosiddetto "scorrimento della crosta terrestre". In pratica la crosta del nostro pianeta poggerebbe sul mantello sottostante esattamente come un rivestimento slittante, saldato alle parti più profonde solo in corrispondenza delle grandi pianure del nord America.

Periodicamente la crosta slitterebbe, trascinandosi i continenti che vi si trovano e quindi ponendo gli stessi in condizioni climatiche assai diverse. Lo scorrimento sarebbe un moto catastrofico, veloce, che si realizzerebbe in 1000-2000 anni al massimo e sarebbe correlato a variazioni di inclinazione dell'asse terrestre, nonchè a variazioni del magnetismo.

In quest'ottica l'Antartide si sarebbe trovata prima del 10000 a.c. collocata più a nord, più o meno dove oggi si trova il sud America. Il polo sud sarebbe stato invece situato poco a sud rispetto all'Australia mentre il polo nord avrebbe occupato l'odierna Scandinavia e quindi il nord Africa avrebbe goduto di un clima temperato.

Questa teoria attende ovviamente conferme ma altri studi si intrecciano, dando allo scenario odierno aspetti sempre più inquietanti.

Maurice Cotterell ha studiato la cosmologia dei Maya, identificando un lungo ciclo, legato alle macchie solari, capace potenzialmente di invertire la polarità magnetica terrestre. Il calendario Maya è basato sulle configurazioni del cielo stellato e grazie a ciò con un programma computerizzato è stato possibile risalire alle date. I Maya consideravano la nostra era formata da un milione e 872-mila giorni e partendo dal primo giorno identificato con il 12 agosto 3114 a.C., arriviamo al 22 dicembre 2012 d.C. (fra pochissimi anni!). In quella data dovrebberio verificarsi eventi astronomici e geologici tali da provocare uno sconvolgimento dell'attuale assetto planetario.

Non si sa dove i Maya attinsero per arrivare a calcoli così complessi ma oggi si tende ad ammettere che essi potessero beneficiare di tecnologie avanzate

.......fornite da chi?

Attualmente è un mistero.

Nel corso dei secoli una serie di profezie ha preannunciato la riemersione di Atlantide ed oggi vediamo sciogliersi i ghiacci dell'Antartide, a soli 10 anni dal fatidico 2012.

La rilettura dei miti antichi operata da studiosi di archeologia avanzata come Hancock, Gilbert, West ed altri delinea la possibilità che le civiltà cosiddette prediluviane, anteriori alla deglaciazione, fossero tecnologicamente avanzate. Frammenti rinvenuti nell'area inclusa fra l'Egitto e la Mesopotamia ci fanno pensare a popoli che conoscevano forme di energia come quella elettrica, radiante, forse anche nuicleare e questi popoli (Egizi, Sumeri, Caldei) vengono considerati eredi diretti della civiltà Atlantidea.

Le tesi paleoastronautiche di Herik Von Daeniken ci propongono uno scenario in cui la Terra era popolata da esseri extraterrestri i quali millantavano un credito divino agli occhi degli uomini che consideravano magie i loro manufatti tecnologici.

Dal Medio Oriente arriviamo all'India con il mito delle Vimana, macchine volanti di cui ci è pervenuta la descrizione e addirittura il metodo di guida. Oltre l'India ci spostiamo in Tibet e da lì estremo oriente dove le tracce di tecnologia nei millenni pre-Cristiani non si contano e ancora nel Pacifico, con i miti del Continente MU e dell'isoladi Pasqua.

Il giro termina in sud America, dove i resti delle civiltà Incas, Maya e Azteca traboccano di indizi correlati ad esseri dotati di potenzialità tecnologiche da film di fantascienza.

Alieni colonizzatori o terrestri tecnologizzati che fossero, gli uomini che popolarono la Terra nell'era Glaciale sembrano aver trasmesso ai loro discendenti un testamento enigmatico che include previsioni circa una ciclicità degli eventi legati alla nostra storia.

Non c'è da essere catastrofisti ma nemmeno indifferenti.

I ghiacciai incominciano a sciogliersi, la desertificazione avanza, le ondate sismiche si fanno sempre più frequenti.

Il 2012 non è lontano.