In alto, fino alle nuvole
Civiltà preincaiche: gli indios chachapoya

Era il 1963 quando nel Nord Est del Perù venne alla luce una delle
numerosissime tracce lasciate dalle civiltà preincaiche, in Villaya,
regione alle porte della foresta Amazzonica. La vegetazione
lussureggiante aveva coperto agli occhi dei rari esploratori le
rovine dei chachapoya, il popolo delle nuvole (dalla lingua
quechua "sacha poya"), probabilmente chiamate così perché in questa
zona del Paese il cielo si presenta quasi sempre coperto.

La popolazione era composta da individui che presentavano
caratteristiche fisiche totalmente differenti dagli indios. Le
cronache dell'epoca li descrivono come alti e con la pelle molto
chiara. Le donne in particolare erano note per la loro bellezza.
Questo stranezza naturalmente ha alimentato teorie di ogni tipo. Non
mancano appassionati del caso che non escludono che i chachapoya
provenissero da Atlantide, fossero egiziani o addirittura discendenti
dei fenici arrivati sino a qui attraversando mari e risalendo i fiumi
amazzonici a bordo delle loro imbarcazioni. Teorie piuttosto
azzardate.

Questa popolazione aveva costruito le sue città e fortezze in cima
alle montagne per motivi strategici e per avere il maggior spazio
possibile a disposizione per le coltivazioni. La particolarità dei
chachapoya è quella del culto dei defunti, molti dei quali conservati
in sarcofagi costruiti con fango argilla, alti circa due metri con
decorazioni dipinte. I sarcofagi erano collocati, non si sa in che
modo, sulle pareti a picco delle montagne.

In questa valle nel mezzo della quale scorre il fiume Utcubamba (come
in quella dell'Urubamba del resto) sono molti i loculi presenti,
letteralmente incastonati nella roccia dentro cui, a dispetto del
tempo, si sono conservate numerose mummie. Alcune di esse hanno
confermato le singolari caratteristiche fisiche degli indios
chachapoya.

La costruzione più importante lasciataci da questo popolo è
senz'altro la fortezza di Kuelap, cittadella roccaforte situata a
3.100 metri di altezza, circondata da una muraglia lunga 600 metri e
alta dai 6 agli 8 metri. Un'altra preziosa testimonianza è costituita
dalle mummie ritrovate nel novembre del '99 nei pressi del villaggio
Leimebamba, su un'alta parete quasi verticale. Mummie in ottimo stato
di conservazione, avvolte in tessuti di cotone colorato.

Come hanno fatto gli antichi abitanti di questi luoghi a collocare i
loro morti in luoghi così impervi, quasi inaccessibili anche con i
mezzi moderni? Purtroppo nessuno ce lo potrà spiegare, ma vale la
pena visitare questi luoghi ancora poco frequentati dai turisti,
dove, per mancanza di fondi, molti tesori riposano ancora nascosti
dalla vegetazione.

11 gennaio 2002

Fonte: news2000.iol.it

Grazie a Carmelo Scuderi.