Un batterio per trasformare Marte in un enorme orto


Secondo Imre Friedmann microbiologo dell'Istituto di Astrobiologia della NASA la soluzione tanto cercata è tutta in un piccolo microbo

Trasformare Marte in un enorme orto dove coltivare frutta e verdura. Per quanto incredibile possa sembrare, da tempo gli scienziati stanno studiando questo problema, nella speranza di rendere abitabile il pianeta. Secondo Imre Friedmann, microbiologo dell'Istituto di Astrobiologia della NASA la soluzione tanto cercata è tutta in un piccolo microbo.

Il Chroococcidiopsis, questo il suo nome scientifico, è un batterio in grado di resistere alle condizioni climatiche più avverse. Proprio quello che ci vuole per attecchire sull'inospitale suolo marziano. Possiede inoltre delle caratteristiche che lo rendono molto simile ai nostri concimi. Qui sulla Terra sono piante e animali che, decomponendosi, danno nutrimento al terreno. Su Marte, un pianeta ormai morto da tempo, potrebbe essere questo batterio a svolgere una tale azione fertilizzante.

Il primo a smorzare gli entusiasmi è però lo stesso Friedmann. Il batterio (nella foto), infatti, non è ancora abbastanza forte per sopravvivere alle rigide temperature marziane. Occorre renderlo più resistente, un'impresa che la moderna ingegneria genetica potrebbe realizzare nei prossimi anni.

Ma non facciamoci illusioni, ci vorranno ancora parecchi decenni prima che il colore verde cominci a farsi vedere sul pianeta rosso.

Altri studi, finalizzati alla missione che la NASA conta di lanciare nel 2007 e che avrà un costo di 300 milioni di dollari (oltre 600 miliardi di lire), prevedono una sorta di robot-giardiniere incaricato di raccogliere, analizzare e fertilizzare il suolo marziano dentro serre miniaturizzate in cui germoglieranno delle piante. Le piante conterranno dei geni modificati di medusa perché si ritiene siano adatti a crescere in un ambiente ostile.

La pianta scelta per l'esperimento è la Arabidopsis thaliana, una pianta selvatica molto comune, considerata una sorta di modello dagli scienziati della genetica che ne hanno ricostruito completamente la struttura. Il suo breve ciclo vitale (cinque settimane) e le sue ridotte dimensioni sono altri fattori apprezzati dagli studiosi.

Tra i progetti allo studio c'è anche quello di usare dei geni marcatori per far sì che la pianta cresca con colori differenti a seconda delle condizioni dell'ambiente e così per esempio il tipo verde rileverà la presenza di un livello eccessivo di metalli.

da Pianeta Marte (www.pianetamarte.com)