Gli UFO sul Corriere di napoli del 1897

Le cronache medievali e rinascimentali sono peraltro piene di "leggende" circa navi volanti le cui ancore si incagliavano nei tetti delle case, costringendo i visitatori del cielo, vestiti curiosamente da "marinai dell'epoca", a scendere a terra per liberare i vascelli volanti; questo curioso "mito", dietro al quale potrebbe celarsi ben altro, si ripropose nel XIX° secolo con le immagini di misteriosi dirigibili (ma all'epoca i dirigibili non esistevano) o "airships" dalle quali uscivano piloti con costumi ottocenteschi; un'intera "ondata" di avvistamenti interessò gli Stati Uniti nell'aprile del 1897 (ed addirittura di disse che una di queste airship si sarebbe schiantata ad Aurora in Texas contro un mulino; il suo pilota, un umanoide di un metro e mezzo, sarebbe stato sepolto nel cimitero locale; inutile dire che le successive indagini degli ufologi non hanno portato ad un nulla di fatto, salvo rintracciare anziani testimoni che dicevano di ricordare l'evento), ma anche la Russia, come leggiamo sul Corriere di Napoli del 22 settembre 1897, che riferiva di un "aerostato veduto il giorno 11 a sera dal villaggio di Antziferowskoja dal deportato Hempel, sul suo orizzonte. Hempel dice di aver veduto un aerostato della grandezza di una grossa mela risplendente e brillante di luce. Fu visibile per 5 minuti e disparve poi abbassandosi verso l'orizzonte dietro le nubi". L'iconografia delle airships venne in seguito rielaborata dai romanzieri europei, e ricompare nelle storie di fantascienza dell'inglese George Griffith (che nel giugno 1900 pubblicò, sul tabloid Stories of other worlds, le avventure marziane di un equipaggio a bordo di una "astronef" sigariforme e con ali; la storia si intitolava "The world of the war God") e di Emilio Salgari (con il suo I figli dell'aria, ristampato nel 1974 da Garzanti).

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