IL BOLIDE DEL 1820

Il XIX° secolo, il "secolo del progresso" nato dai "lumi" del Settecento, si apre con altri "lumi", quelli degli avvistamenti nel cielo. In pieno clima napoleonico, giovedì 16 marzo 1811 il fiorentino Giornale del Dipartimento dell'Arno (n. 45), quotidiano del Regno d'Italia, riferiva, in una corrispondenza da Bar-sur-Ornain (Francia) del 7 maggio, che il 23 aprile, verso le 16.00, si "osservò un fenomeno", che, per caratteristiche e durata dell'avvistamento (tre quarti d'ora), destava interrogativi, al di là di ogni tentativo di collegamento da parte dell'articolista con manifestazioni meteorologiche, ancora senza risposta. Il 1820, poi, era ricco di fenomeni celesti anomali. A Napoli, secondo quanto riportato dal Giornale Generale di Commercio dell'1 dicembre, "apparve il 29 novembre 1820 alle due della sera il bolide che per tre minuti primi, ma vivissimamente, illuminò tutta l'Italia. Sotto forma di mezza luna arroventata, che poi si convertì in globo luminoso, fece il suo corso parabolico dal nord al sud, ed a quell'altezza in cui trovasi il sole a quattro ore dopo il suo sorgere. Disparve sciogliendosi in due larghe strisce lucide, tangenti e perpendicolari alla superficie del mare. La sua luce, simile a quella del fosforo, imitò dapprima il chiaror dell'aurora, indi quello del pieno meriggio, in guisa che Napoli ed il suo cratere offrirono tal vago spettacolo che pareva fosse la regia degli Dei, per incantesimo rappresentata in un vasto teatro. Dal rapporto di Pasquale Manni di Lecce rilevasi di essere stata prodotta questa meteora da un aerolite, perché sorta dopo uno scoppio sensibilissimo nelle parti orientali e meridionali del Regno seguita nel suo corso da un romoreggiante muggito, ed estinta con uno scoppio orrendo". Che di meteora effettivamente si trattasse è lecito dubitare: per la forma a mezzaluna e poi a globo e per la lunghissima durata del fenomeno.

Torna all'Home Page


FastCounter by bCentral