Ricontattata la sonda Pioneer 10
L'impresa ha richiesto l'utilizzo di due antenne di ben 70 metri di
diametro

Dopo alcuni giorni di tentativi, il 2 marzo la NASA è riuscita a
ristabilire un contatto con la sonda Pioneer 10, esattamente 30 anni
dopo il suo lancio. L'impresa ha richiesto l'utilizzo delle due più
grandi antenne della rete di ascolto per lo spazio profondo, quella
di Goldstone, in California, e quella di Madrid, entrambe di ben 70
metri di diametro. Il contatto era stato stabilito l'ultima volta nel
giugno scorso, quando la missione venne chiusa ufficialmente.
La sonda è apparsa ancora in buona salute. Il generatore a
radioisotopi fornisce energia sufficiente al funzionamento dei più
importanti sistemi di bordo e dell'unico strumento scientifico ancora
in funzione, un contatore Geiger. Poiché quasi tutti gli elementi
riscaldanti sono stati spenti, la sonda è praticamente congelata.
La sonda, che fu la prima a lasciare il sistema solare, nel 1983,
superando l'orbita del pianeta più lontano, si trova ora a una
distanza di 11,9 miliardi di chilometri da noi. Proprio per questo,
fra l'invio dei comandi e la ricezione delle risposte passano oltre
22 ore.
Il contatto con la sonda fa parte di uno studio di tecnologia delle
comunicazioni, ma i dati del contatore Geiger sono ancora
estremamente interessanti. Ad analizzarli è James Van Allen (lo
stesso delle famose fasce), dell'Università dello Iowa, che negli
ultimi anni ha seguito la diminuzione del numero di particelle
misurate. Secondo Van Allen, il Pioneer 10 si trova ancora nella zona
di influenza del Sole e non ha raggiunto il confine dell'eliosfera,
che segna il vero inizio dello spazio interstellare. La prima sonda a
raggiungere questo confine sarà però probabilmente il Voyager 1, che
ha già superato il Pioneer 10 da alcuni anni.
È interessante notare che la missione principale del Pioneer 10 era
l'esplorazione del sistema di Giove, avvenuta nel 1973.


Fonte: Le Scienze 05.03.2002