La Rete 310

Venerdì 15 dicembre 2000

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L'UFO SUL FORTINO

Ma di avvistamenti UFO contemporanei in Algeria nei dossier degli ufologi ve ne sono diversi, ed anche piuttosto datati. I primi risalgono ai tempi della guerra. Erano i primi giorni dell'aprile 1942 e ne fu testimone la guarnigione francese di uno sperduto fortino, il Campo di Ouallen, situato nell'Adear-En-Ahnet, a 170 km dal tropico del Cancro. Circondato da filo spinato e situato vicino ad un antico ponte, nel luogo di una casbah abbandonata, il fortino della legione straniera serviva allora da bivacco alle carovane che provenivano dal Sudan. Una scogliera rocciosa lo separava, isolandolo, dai promontori orientali di Tanezrouf. Il distaccamento che lo presidiava era composto da due marconisti, un meteorologo e una dozzina di meharisti. Il 4 aprile di quell'anno un reparto proveniente dal sud, al comando del capitano Le Prieur, vi giunse per sostarvi tre settimane. Fu il capitano che in seguito raccontò agli ufologi dell'insolito avvistamento:" Eravamo là da qualche giorno, quando un mattino il sottufficiale meteorologo si presentò e richiamò la mia attenzione sulla presenza di una specie di pianeta che appariva nel cielo senza nuvole, sulla verticale del campo. L'oggetto era visibile a occhio nudo e aveva l'aspetto di un piccolo punto di colore bianco alluminio. Con noi lo potevano scorgere una quarantina di testimoni. Potemmo osservarlo senza difficoltà perché l'atmosfera era perfetta mente limpida. Osservato con maggior precisione, per mezzo dei nostri binocoli da campagna e attraverso la lente del teodolite, il 'pianeta' sembrava una piccola luna o una moneta d'argento. Aveva i pallidi riflessi del metallo bianco e pareva fisso ad un'altezza di cinque o seimila metri. "Apparentemente", proseguiva Le Prieur, "stava immobile, ma un esame prolungato al teodolite permise di constatare che si muoveva roteando lentamente; potemmo così contare tre rotazioni in circa otto ore. L'indomani mattina era ancora là, sempre sulla verticale, e cominciammo ad abituarvici, pensando che si trattasse di qualche astro fuorviato o di un nuovo satellite captato dall'attrazione terrestre perché, in quel momento, nessuno immaginava che ci potessero essere dei dischi volanti. Ma all'alba del terzo giorno era scomparso". Il capitano Le Prieur fece subito telegrafare all'Osservatorio Nazionale Militare di Algeri per notificare l'avvenimento e averne spiegazione. I tecnici gli risposero dopo qualche tempo dichiarando che doveva trattarsi della stella Vega. Si può immaginare lo stupore dell'ufficiale dinanzi ad una tale assurda risposta. Come era mai credibile il supporre che una stella restasse due giorni come ferma e sospesa su un luogo qualsiasi per poi sparire improvvisamente? E come sarebbe mai stato possibile che se ne potesse osservare la forma e calcolare visibilmente il periodo di rotazione, con dei modesti strumenti da campo? Le Prieur cercò ancora di sapere qualcosa, ma si era in pieno periodo bellico e le indagini e le possibilità d'informazione erano assai difficoltose. L'attenzione dei militari era tutta presa da ben altre scottanti vicende, così il mistero dello strano oggetto non fu mai risolto e l'episodio andò ad arricchire gli archivi di casistica degli ufologi. Un altro avvistamento notevole fu quello che ebbe luogo nella notte dal 3 al 4 ottobre 1951 a Tessalit, un'oasi situata al limite sud orientale dell'Erg Azour a nord-ovest di Adrar des Iforas, a 400 chilometri circa a sud del tropico del Cancro. Là era impiantata una stazione meteorologica e stabilito un campo di aviazione. In quella notte alcuni avieri francesi, con due ufficiali, dormivano all'esterno dell'accampamento, all'aperto, sotto un cielo denso di stelle. "Mi svegliai alle due", raccontò in seguito uno degli ufficiali, "e non riuscii a riaddormentarmi. La notte era profonda, le stelle molto luminose, l'aria calma. All'improvviso vidi una luce proveniente dall'est che si avvicinava rapidamente diretta all'ovest. Ebbi l'impressione che la luce si avvicinasse, anzi scendesse. Non capii bene, erano le luci di posizione anteriore di un aereo che voleva atterrare? Svegliai, dunque, gli avieri che erano accanto a me. Ma non sentivo alcun rumore. Ebbi la certezza che non fosse un aereo. Dopo qualche secondo la sagoma dell'oggetto si distinse nettamente: un velivolo pressoché circolare, dal diametro apparente di dieci cm., color giallo scuro, quasi arancione. Continuava ad avvicinarsi scendendo lentamente, alla velocità d'avvicinamento di un aereo tipo DC-3 che voli di notte. "Arrivato sulla verticale dell'accampamento di Tessalit, a 6 km. circa a sud-est dal punto in cui eravamo, l'oggetto compì una virata di più di 90 gradi verso sinistra, quindi accelerò; la sua velocità divenne stupefacente. L'apparecchio salì molto rapidamente mentre il suo diametro apparente diminuiva a vista d'occhio e scomparve. La stazione meteorologica di Tessalit non utilizzava palloni radiosonda a quell'epoca, pertanto la confusione con un pallone mi sembra impossibile. D'altronde la velocità dell'allontanamento dell'oggetto esclude ogni possibilità di questo genere...".
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Speciale Islamic UFO files
Algeria - Libano - Turchia - Libia - Iran - Irak - Arabia Saudita - Qatar - Giordania - Dubai - Barhein - Kuwait.


Dedichiamo questo numero de La Rete agli UFO files islamici, proponendo alcuni spezzoni (parte dei quali gia' veicolati sulle mailing lists) del volume di Alfredo Lissoni "L'altra faccia degli UFO", che affronta per la prima volta al mondo il complesso tema delle apparizioni UFO nel mondo arabo ed islamico, stabilendo al di la' di ogni ragionevole dubbio l'importanza della casistica extra-occidentale e la dimensione planetaria del fenomeno dei dischi volanti.

LA SOUPO ARABA

I dischi volanti in arabo vengono chiamati "tapàk tahìr (o "tabaq tahera", nella traslitterazione inglese), scodelle volanti...

Se da una parte la casistica americana è la più conosciuta, quella araba non è meno importante. Nel 1954 l'Europa e parte delle Americhe vennero interessate da una massiccia ondata di avvistamenti UFO (flap, in gergo) con decine e decine di avvistamenti, un picco di massima tra settembre e dicembre in Europa e diversi casi di atterraggio di UFO e di incontri ravvicinati con entità. L'astronomo franco-americano Jacques Vallée catalogò in circa 200 i casi noti e più credibili (ma è lecito supporre che fossero molti di più). Anche il mondo arabo non fu immune dalle visite aliene. Il 9 ottobre a Beirut, in Libano, il rappresentante di una ditta tedesca, tale Max Favell, vedeva atterrare un oggetto che irradiava una luce fioca. Dopo un po' l'UFO si innalzava in aria verticalmente, con un movimento rotatorio riscontrato spesso in caso di avvistamenti, e scompariva in cielo. Tre giorni dopo era la volta di alcuni cittadini di Ankara, Turchia, che verso mezzogiorno osservavano un congegno immobile nel cielo, sopra il quartiere di Ulus. L'ordigno scompariva improvvisamente a grandissima velocità. A seguito della "ondata del '54" (come viene solitamente indicata dagli addetti ai lavori), un matematico ed ufologo francese, Aimé Michel, ideò una tesi, detta ortotenia (dal greco orthotenòs, ovvero "posto in linea retta"), secondo cui i dischi volanti sarebbero stati soliti seguire delle rotte ben precise, disposte lungo linee sinusoidali, lungo tutto il pianeta... Il corridoio aereo della SOUPO, interessava anche tutta l'Africa orientale lungo il Mar Rosso. La SOUPO islamica toccava il Mediterraneo orientale, il Medioriente (Egitto ed Israele in particolare), l'Eritrea. Sebbene col tempo sia risultato evidente che non vi sia una logica precisa - o quanto meno palese ai nostri occhi - nei sorvoli UFO, che sembrano non rispettare confini aerei e territoriali, l'acutezza dell'intuizione della SOUPO islamica venne notata, e sottolineata, in tempi più recenti, pur essendo stata da tempo sconfessata ed abbandonata l'ortotenia... Se così fosse, il Medioriente rivestirebbe allora un ruolo di particolare interesse non solo per gli ufologi, ma anche per gli alieni. La casistica pare confermarlo.



INSOLITO ATTERRAGGIO IN LIBIA

Anche la Libia ha la sua bella razione di avvistamenti UFO... vanta un episodio di tutto rispetto, citato (anche se in maniera imprecisa) persino dal celeberrimo ufologo Jacques Vallée nei propri libri. Era il 25 ottobre del 1954, in una vasta azienda agricola italiana, nei dintorni di Tripoli. Il proprietario, Carmelo Papotto, nelle prime ore antelucane stava eseguendo il suo abituale giro d'ispezione ai guardiani dell'azienda ed aveva raggiunto una zona arata di recente e in quel momento deserta. Ignaro e tranquillo, l'uomo procedeva nel suo cammino quando dal cielo, ancora nero, vide scendere qualcosa d'insolito, che calava dolcemente e silenziosamente. "Qualcosa", disse il testimone, "che faceva pensare a una grossa falda di neve". La falda prese pian piano una forma più definita e dimensioni più grandi, finché venne a posarsi dolcemente sul campo arato, a poche decine di metri dall'esterrefatto colono. Questi sorpreso, ma non impaurito, osservò l'oggetto con curiosa attenzione. "Aveva la sagoma di un'automobile aerodinamica, con una coda avente verosimilmente funzioni di un timone d'aereo. La fusoliera era lunga sei metri circa e larga tre. Era una specie di enorme uovo largo e schiacciato, munito di coda. La metà inferiore era di un metallo color alluminio, mentre quella superiore era trasparente come vetro e plastica. Sulla prora apparivano due fari laterali e al centro una scaletta esterna. Il velivolo poggiava su sei ruote". Pensando ad un qualche nuovo tipo di aereo, in avaria, Papotto si avvicinò. Quando fu più vicino gli parve di distinguere sotto il corpo due tubi conici allungati e ricurvi all'indietro. L'apparecchio era illuminato a giorno ed effondeva un riverbero di luce bianchissima. All'interno vi erano sei figure umane, indossanti delle tute giallastre. Avevano i volti coperti, ma uno di esse dovette scoprirlo per poter soffiare in un tubo. Carmelo Papotto lo vide chiaramente in volto, era una faccia umana. Pensando a dei piloti in difficoltà, mise la mano sulla scaletta, ma ecco che una violenta scossa elettrica lo investì gettandolo letteralmente all'indietro. Uno dei piloti gesticolò verso di lui, invitandolo a non muoversi da dove era; Papotto, stordito, obbedì, mentre gli sconosciuti continuavano nel loro lavoro. Uno di essi premette un pulsante e una specie di cofano calò dall'interno su una delle ruote permettendone così la sostituzione senza che nessuno dovesse uscire all'esterno. Eseguita quell'operazione, l'apparecchio, che aveva sostato una ventina di minuti, si sollevò in verticale, senza emettere il minimo rumore e senza provocare notevoli spostamenti d'aria. Ad una cinquantina di metri d'altezza assunse improvvisamente una velocità vertiginosa e scomparve in pochi secondi, in linea obliqua, verso oriente. Carmelo Papotto aveva avuto modo di poter osservare bene l'interno della strana macchina, attraverso l'abitacolo trasparente. Aveva intravisti dei sedili, dei cruscotti e una specie di apparecchio radio, azionato da uno dei piloti, che portava una cuffia sulla quale si innestavano numerosi fili. Il testimone raccontò poi la vicenda ad un giornalista ANSA; quest'ultimo eseguì un sopralluogo nella zona dell'atterraggio e, sul terreno smosso di fresco nel campo arato, trovò le tracce di quattro ruote appaiate a due a due, come nella descrizione del testimone. Il battistrada delle ruote aveva lasciato le impronte di un disegno a segmenti quadrangolari ed un liquido bluastro la cui natura, nonostante le analisi condotte da un chimico, non venne mai rivelata. Gli ufologi si gettarono di peso su questo caso per diversi motivi: in primo luogo Papotto non sapeva nulla di ufologia; inoltre la regione ove viveva era altrettanto digiuna da contaminazioni ufologiche mediatiche; in secondo luogo il 25 ottobre del 1954 fu denso di avvistamenti UFO, sia sulle coste italiane che in quelle dalmate; ancora, il disegno del velivolo riportato sulla stampa in base alla descrizione del testimone, non aveva nulla in comune con i modelli sperimentali; infine, il caso presentava forti somiglianze con un altro episodio avvenuto in Italia, ad Abbiate Guazzone, nel 1950.
In tempi più recenti, il 30 agosto 1997, un certo John J. Mercieca ha dichiarato di avere visto, senza precisare il giorno, alle 11 della sera due luci che si muovevano in coppia e che si dirigevano verso la Libia. Una terza luce, scambiata inizialmente dal testimone per un satellite, aveva preso a muoversi in maniera assai curiosa. Sempre Mercieca vide, il 6 maggio 1996 alle 12.20, "un ordigno metallico che rifletteva la luce del sole, mentre ero in macchina su una autostrada dell'isola di Malta, diretto al porto di La Valletta, all'altezza di Mriehel". L'UFO era sopra la città di Qormi. Subito dopo questi bagliori, il disco scomparve nel nulla.



TRIANGOLI IN IRAK, RAPIMENTI IN IRAN

Gli UFO sarebbero stati visti sopra l'Irak durante l'operazione "Tempesta nel deserto". Secondo un dispaccio diramato via Internet dall'ufologo americano Ignatius Graffeo, "un largo UFO triangolare è stato visto sia in Irak che sopra New York prima e durante l'Operazione Tempesta nel deserto. Il 16 dicembre 1998 alle ore 2.31, ora locale, un triangolo di luci apparve sopra Baghdad e venne filmato dalle telecamere per la ripresa notturna dell'emittente CNN. La luce evoluiva lentamente in cielo, durante i bombardamenti antiaerei irakeni. La scena è apparsa durante i telegiornali in diretta della CNN, in America, alle 6.31 del 15 dicembre. Ho visto così la formazione di luci disposte a triangolo; erano molto simili ad una formazione a V filmata a Phoenix, Arizona, il 13 marzo 1997". In seguito, però, il quotidiano Boston Herald di Fort Drum (USA) rivelò che l'Aeronautica aveva testato degli aerei militari segreti. L'UFO poteva forse essere un'arma americana. Forse. Più difficile da spiegare la visione in cui si imbatté, il 5 aprile del 1976, il diciannovenne iraniano Gholam Reza Barzagani. Il ragazzo, che stava tornando a casa attraverso la foresta, diretto verso Chalus (vicino il mar Caspio, Iran settentrionale), vide ad un certo punto un UFO sbucare dal cielo, volare verso di lui e fermarsi di botto sopra la sua testa. In quel momento Gholam si rese conto di essere paralizzato. Vide quattro figure che uscivano dall'astronave e lo portavano all'interno di essa. Dentro l'UFO, il giovane venne esaminato a lungo. "L'unica cosa che ricordai in seguito", disse il ragazzo, "è che mi ritrovavo sulla Terra, non lontano dalla foresta del Caspio. Era mattina". Dopo avere vagato a lungo, il giovane trovò la strada per Isfahan. L'UFO lo aveva trasportato attraverso il deserto per 480 chilometri! Barzagani fu esaminato da diversi dottori del Red Lion and Sun Society Hospital di Isfahan. Dissero che il giovane era fisicamente e mentalmente a posto, anche se credeva fermamente di essere stato portato a bordo di un disco volante. Del caso si occupò anche il Savak, la polizia nazionale iraniana, che in un esplosivo rapporto scrisse che "un buon numero di persone che abitano nei villaggi attorno a Isfahan riferivano di avere visto ciò che hanno descritto come dei dischi volanti...".

TAPAK TAIR SULLA PENISOLA ARABICA


...Come nell'episodio di Jubail, in Arabia Saudita, allorché il 28 marzo 1996 un disco volante illuminò la città e sorvolò la raffineria di greggio, la seconda più grande dello Stato. Secondo quanto riferito dal giornale "al-Eqtisadiah", l'UFO venne avvistato da un gruppo di beduini che si trovavano in riva al Golfo. "Ho pensato di sognare", dichiarò uno di questi, Shaheen bou-Ainann. "L'area circostante venne illuminata per alcuni minuti da una luce brillante sprigionata da un ordigno ovale che poi è scomparso in maniera innaturale" (il primo caso UFO locale risale al 5 novembre 1947).
Ai primi di febbraio del 1988 l'agenzia di stampa "Qatar News di Doha" dichiarò di avere ricevuto diverse segnalazioni di avvistamenti di un oggetto non identificato che era apparso nella parte settentrionale della penisola e che diverse persone, uomini e donne, descrivevano come "un disco lucente che cambiava colore ed emetteva un fischio stridulo". Alcuni giorni prima di un'ondata di avvistamenti nello stato di Israele, il 12 settembre 1996 diversi UFO sorvolavano Amman, la capitale della Giordania (confinante con Israele). Le segnalazioni, riferite dal giornale arabo al-Dustour sei giorni dopo, parlavano di "oggetti strani, che sembravano reali e che avevano delle luci di differenti colori". Gli UFO si muovevano nel cielo di Amman, dinanzi agli occhi di decine di esterrefatti cittadini. Uno di questi, il Ministro dell'Informazione giordano Marwan Muasher, disse:"Stavo tornando a casa quando ho visto quegli strani oggetti, giovedì notte. Non riuscivo a credere a ciò che vedevo, né a trovare una spiegazione plausibile al fenomeno". "Gli UFO", concluse Muasher, "vennero segnalati da diverse zone della città, a orari differenti, ma la Reale Aeronautica Giordana non è riuscita ad intercettarli sui monitor". Gli UFO vennero visti anche ad Abu Alanda, una zona desertica che si trova agli antipodi di Amman, poco prima di mezzanotte. In Giordania sorvoli UFO vennero riferiti il 2 novembre 1954 a Nablus (una luce oblunga che volando sopra la città terrorizzò i beduini) ed il 16: una formazione di oggetti visti anche sopra Israele e sul Libano. E sempre a proposito di prese di posizione ufficiali, nel giugno del 1997 il colonnello Ali al-Sayed, comandante della Difesa Civile in Golfo Persico per il Dubai (uno sceiccato degli Emirati Arabi Uniti), dichiarava ad una conferenza stampa che "recentemente lui ed alcuni suoi amici che si trovavano in una fattoria di Hatta avevano visto un oggetto volante non identificato attraversare il cielo notturno. L'oggetto, simile ad una stella, era scomparso in dieci secondi, lasciando due archi brillanti, verdi e blu, che presero a muoversi orizzontalmente per due minuti, prima di scomparire". Sempre nel Dubai alcuni oggetti triangolari che emettevano dei fasci di luce blu erano stati avvistati da cinque persone il 27 novembre del 1995, alle ore 18.20. E in concomitanza con le dichiarazioni di al-Sayed, una misteriosa luce che volava rapida in cielo venne segnalata al di sopra delle coste del Barhein la notte del 13 giugno 1997. Secondo la GNA, l'agenzia di stampa Gulf News Agency, la luce misteriosa era grande quanto un Boeing 747, non produceva alcun rumore e filava a 18 miglia nautiche. Un testimone disse di essere rimasto terrorizzato "nel vedere la stanza invasa per molti secondi da quella luce fortissima, che è scomparsa all'improvviso".
Ancora in Dubai, un UFO con cupola venne fotografato da un membro del governo il 3 dicembre 1989; altri oggetti furono immortalati in Kuwait il 20 gennaio del 1979.




La Rete 310 - 15-12-00 - Periodico telematico realizzato da Guarino Editore e Alfredo Lissoni in collaborazione con il Centro Ufologico Nazionale

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