La Rete - ufologia

 

La Rete 317

Mercoledì 27 dicembre 2000

Bollettino informativo in collaborazione con il
Centro Ufologico Nazionale

Extraterrestri in India - Siti - Marte secondo l'Islam.



EXTRATERRESTRI IN INDIA

Tratto dal volume di Alfredo Lissoni "L'altra faccia degli UFO"

Molti anni fa Ruth Reyna, una studiosa del Punjab, dava scandalo (in Occidente) dichiarando che il pianeta Venere era abitato da ben cinquemila anni da una razza di extraterrestri in realtà originaria di questo pianeta ed emigrata dall'India nella notte dei tempi, a bordo di gigantesche astronavi (le misteriose "vimana" di cui si parla nei testi sacri indù) per evitare i disastrosi effetti di un imminente cataclisma. Sebbene questa fosse solo una presa di posizione personale, che gli induisti siano maggiormente aperti, per forma mentis, ad accettare il fenomeno UFO pare un dato di fatto, sebbene la grande distanza e la barriera linguistica impedisca agli occidentali di ricevere notizie, anche dai media locali, su eventuali avvistamenti in India. La casistica indubbiamente non manca, ed è di tutto rispetto, come la volta che, nel marzo del 1966, due ufficiali dell'esercito di Hyderabad riferirono che la loro vettura era stata sbalzata violentemente dalla strada dentro un fosso da un oggetto volante brillante, che a più riprese si era abbassato pericolosamente sul veicolo. Sfortunatamente in Occidente l'eco di questi avvenimenti è assai ridotto, il che lascia credere erroneamente che in India non accada mai nulla. Non è vero. C'è ad esempio chi, come un certo Swammy di Dubai, non perde occasione di promuoversi in Internet, nel sito Global Email Club degli Emirati Arabi Uniti, come "arabo ma indù di nascita, con interesse per gli UFO". Nel settembre del 1999 è stato poi inaugurato il primo sito Internet ufologico indiano, "UFO India" (http://ufoindia.8m.com), gestito dall'ufologo locale Prashant Solomon.
Le premesse perché l'ufologia si sviluppi con successo in India vi sono tutte; già nell'antichissimo testo sacro "Srimad-Bhagavatam" (canto terzo, capoverso 23, verso 41), si afferma che il mistico Kardana Muni era solito "volare attraverso i differenti pianeti come l'aria che si propaga senza freno in tutte le direzioni". Nei suoi viaggi Kardana Muni attraversava i tre universi materiali del nostro mondo, l'Adholoka (il sistema planetario inferiore), il Madhyaloka (quello mediano) e l'Urdhavaloka (quello superiore). Oltre essi, Kardana Muni si imbatteva nei Vaikunthalokas, i pianeti superiori invisibili abitati da quelli che noi oggi chiamiamo gli extraterrestri. Un altro mistico, questa volta più moderno, Sri Ramana Maharshi, sosteneva che la collina di Arunachala ove egli viveva fosse internamente cava ed abitata da globi di luce intelligenti. Quando egli morì, un globo di luce fu visto uscire dal suo corpo e sorvolare la collina. All'evento, che oggi qualcuno avvicinerebbe all'ufologia, assisterono molte persone. La credenza in queste forme di luce intelligente è tipica degli induisti, convinti che esistano molte entità immateriali, sopra le quali stanno le gerarchie creatrici: la prima si manifestò all'alba della creazione; la seconda, incarnatasi in forma umana, fu quella dei Costruttori o stimolatori dei principi non sottili; poi fu la volta di altre gerarchie, che giunsero a portare all'uomo conoscenza e civiltà. Le gerarchie che vennero per prime erano di un grado assai elevato e quindi prive di forma o corpo; in sanscrito venivano chiamati gli arupa; gli altri dei, più fisici, che succedettero loro, detti deva o elementali, si chiamavano rupa; essi sono considerati i padri dell'umanità e gli indiani li chiamano Pitri o Pitaras: Sono i più simili, secondo i nostri canoni, a dei visitatori extraterrestri. Il loro compito è svegliare, nell'uomo ancora barbaro, le qualità vitali, emozionali, psichiche e spirituali. La tradizione indù insegna che sinora vi sono state dodici gerarchie creatrici che si sono succedute; quattro di esse hanno raggiunto la loro destinazione finale o liberazione: si stanno evolvendo verso altre sfere di coscienza (noi diremmo universi) più avanzate, per entrare in un'intimità maggiore con Dio. L'induismo considera infine l'esistenza, nell'evoluzione attuale, di altre gerarchie extraplanetarie, terrestri compresi, che si evolvono le une in rapporto alle altre. La nostra razza fa parte di una gerarchia di sette.

Oltre agli induisti, nella terra di Gandhi troviamo i parsi, una minoranza indiana, moderni seguaci dell'antica religione persiana detta zoroastrismo, creata da Zarathustra attorno al 400 a.C., che venerava un uomo alato e che aveva come somma divinità Ahura Mazda. I mazdeisti antichi credevano che la "fravashi", la primigenia immagine spirituale di Zarathustra fosse stata portata dai geni celesti ai genitori di Zarathustra, prima che questi nascesse. La vita di questo riformatore religioso è intessuta di leggende a base di lotte contro i demoni (i deva o daeva); fra i trenta ed i quarant'anni l'angelo Vohu Manah, apparsogli sul fiume Daitya (oggi Oxus?), lo rapì in cielo e lo portò al trono del supremo dio Ahura Mazda, che gli si rivelò. Per dodici anni il profeta cercò invano di trovare seguaci della verità a lui rivelata. Ebbe ancora molte visioni e lotte con i demoni; predicò un politeismo fondato sulla credenza in una molteplicità di dei, che in parte presiedevano ai fenomeni naturali e in parte soddisfacevano a funzioni etiche e sociali; l'universo veniva concepito da un ultramondo luminosissimo, da una terra divisa in sette zone e da un oscuro inframondo. Nel cosmo zarathustriano si davano continua battaglia il principio del Bene, il dio Ahura Mazda o Ormazd, ed il suo avversario, lo spirito malvagio Angra Mainyu o Ahriman. Nei primi tremila anni (cifra simbolica) della storia dell'umanità Ahura Mazda avrebbe creato le essenze spirituali, cioè gli angeli, gli spiriti buoni e le fravashi (i modelli spirituali degli uomini, raffigurati come angeli custodi alati). Tutto ciò - ove gli alieni non stonerebbero - esisteva in una dimensione parafisica trascendente detta 'menok'. Tremila anni dopo la creazione trascendente si sarebbe incarnata sulla Terra, in un mondo senza peccato. Dopo altri tremila anni Angra Mainyu sarebbe penetrato nel mondo, creando i demoni e diffondendoli sulla Terra. Da allora sarebbe iniziata la lotta fra il Bene ed il Male. In questa visione del mondo, che secondo molti teologi ha profondamente influenzato ebraismo cristianesimo ed Islam, troviamo, in armonia con il generale dualismo di bene e male, una gerarchia di spiriti buoni e cattivi, ove potrebbero rientrare gli E.T. I buoni, corrispondenti idealmente agli alieni pacifici, potrebbero trovare un riscontro negli Amesha Spenta (i santi immortali) generati da Ahura Mazda (autore di una creazione buona), incaricati di custodire particolari valori ed elementi sulla Terra (dalla legge all'integrità, dal bestiame alle acque). Al luminoso regno del bene appartengono inoltre gli Yazata, nelle cui schiere si ritrovano anche dei dell'antica religione iranica. Al grande nemico, che ricorda il Satana biblico, sono soggetti numerosi spiriti maligni, in prima linea i deva, che in parte sono antichi dei tramutati in demoni, come l'indiano Indra. Un'altra minoranza è quella dei sikh, la cui religione venne fondata nell'India settentrionale alla fine del XVº secolo dal guru (maestro) Nanak, mixando induismo e islamismo. I sikh, il cui simbolo si compone di due scimitarre, un pugnale ed un disco a sottolinearne l'indole guerriera, ritengono che le anime dei peccatori continuino a reincarnarsi, a seconda delle proprie malefatte, nei cieli degli dei, negli inferi o nelle 8.400.000 forme di esistenza sulla Terra. L'accenno ai "cieli degli dei" può lasciare aperta una porta all'accettazione dell'esistenza di altri esseri, al di fuori di questo pianeta, anche se magari umani reincarnati. Jaswant Singh, del Centro Missionario sikh di Phoenix, Arizona, mi ha scritto dicendomi di non conoscere precisi riferimenti ufologici ma che nel loro libro sacro "Guru Granth Sahib" rivelato da Dio, nella stanza 22 del primo Japji (verso) si parlava chiaramente di ben diciottomila "mondi di sopra" privi di alcun limite (secondo anche le scritture indù) e permeate dall'essenza di Dio.

Non tutti peraltro sono così possibilisti. E difatti in Internet esiste Sikn.Net, una Home Page creata nel 1998 da un sikh trentenne che vive a New York, Gurumustuk Singh Khalsa, che afferma che "gli UFO sono una perdita di tempo". Il sito è sponsorizzato dalla Amar Infinity Foundation, un'associazione esclusiva che raduna i sikh sparsi per il mondo.

Ancora più difficile il discorso per i jainisti, seguaci di un culto dei santi (jina) sorto in India intorno al 500 a.C., che oggi conta circa un milione e mezzo di seguaci. Secondo la dottrina dei jaina, difatti, il mondo è eterno e indistruttibile e circondato da uno spazio assolutamente vuoto! Non vi è dunque posto per gli extraterrestri; la credenza jaina contempla peraltro l'esistenza di demoni, che vivono nelle regioni sotterranee, di dei mortali, che vivono nei cieli, e di liberati, anime sottratte per sempre al ciclo delle reincarnazioni, che dimorano all'estremo limite del cosmo.
Vi sono state poi alcune prese di posizione di celebri guru, mistici ed asceti indiani. É assai conosciuto anche in Occidente Sai Baba; costui è un santone che vive nella cittadina indiana di Puttapharti. Sai Baba non ha fondato un culto specifico ma, pur essendo ritenuto da molti fra i suoi cinquanta milioni di seguaci un dio in Terra, invita ognuno a mantenere la fede in cui è stato allevato. Sai Baba, a quanto mi dissero nel 1989 due suoi discepoli italiani, avrebbe un giorno ricevuto degli ufologi australiani, ai quali avrebbe confidato che gli extraterrestri esistevano. Questa dichiarazione è peraltro ritenuta apocrifa dalla signora Alida Parkes, rappresentante in Italia dei movimenti che seguono la filosofia propugnata da Sai Baba. Ma un altro occidentale, lo studioso francese Michel Coquet, che ha viaggiato a lungo in India, si dice altrettanto sicuro del fatto che Baba creda negli E.T. Più documentabile è invece una dichiarazione di Paramahansa Yogananda, il celebre yogi indù che insegnò al mondo occidentale la pratica del kriya yoga ed il risveglio "della coscienza divina nell'uomo". Nel volume "Autobiografia di uno yogi" (edizioni Astrolabio) vi è una frase illuminante, ed importante, se si tiene conto che il libro è stato scritto prima del 1947, quando cioè degli UFO non si sapeva ancora nulla. A pagina 378 dell'edizione italiana si legge: "Vi sono molte sfere astrali piene di tali esseri. I loro abitanti usano veicoli astrali o masse di luce, per viaggiare da un pianeta all'altro più velocemente dell'elettricità e delle energie radioattive". Per quanto questa mia frase possa apparire antiscientifica o irrazionale, è chiaro che ad alcuni mistici e santoni è stato dato, non so come o da chi, modo di conoscere anzitempo cose ad altri sconosciute.



SITI, ISLAM, TESI

Segnaliamo che la mail di Alfredo Lissoni alisson@tin.it non e' piu' attiva; essa e' stata sostituita da retecun@tiscalinet.it. Segnaliamo la nuova Home Page del CUN Cremona: http://members.nbci.com/cunufo/CREMONA.HTM.
Ringraziando Edoardo Russo, gli Islamic UFO files sono stati segnalati - fra le altre cose - nel newsgroup di Virgilio it.discussioni.ufo all'interno dell'UFOtel CISU (che accenna
all'ultimo libro di Lissoni).

Sempre Russo informa che "sono disponibili on line, sul sito Internet del CISU , i sommari completi delle due tesi di laurea sugli UFO presentate rispettivamente da:
- Stefania Genovese, su "La mitopoiesi ufologica", presso la Facolta' di Filosofia dell'Universita' di Milano, nel 1999
- Daniele Parisi, su "Il fenomeno UFO come costruzione sociale", presso la Facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Torino, nel 2000".
Sull'UFOtel 291 cosi' e' commentata la notizia della nuova tesi di laurea di D.Parisi: "Venerdi' 15 dicembre si e' laureato alla Facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Torino il nostro collaboratore Daniele Parisi, con una tesi in Sociologia della conoscenza, intitolata "Il fenomeno UFO come costruzione sociale - Dai dischi volanti al culto dell'extraterrestre". Dopo quella di Stefania Genovese, l'anno scorso, e' la seconda tesi di laurea presentata in Italia con un titolo espressamente dedicato agli UFO; e per la seconda volta si laurea sugli UFO un iscritto al Centro Italiano Studi Ufologici. L'autore esamina e differenzia il fenomeno UFO dal mito che gli si e' costruito attorno, separando anche il mito UFO e il mito extraterrestre; sono esaminati in particolare il contattismo, l'astroarcheologia e la sub-cultura ufologica, con particolare riferimento alla situazione italiana e con un inquadramento sugli aspetti numinosi delle abduction, sulla secolarizzazione della mitologia e sul conflitto tra religione e scienza. Il sommario della tesi e' consultabile sulla pagina Internet del CISU: http://www.cisu.org/tesi2000.htm".

Il Centro Islamico di Roma, nella persona del dott. Palazzi, ci segnala una serie di siti islamici: Association for Islamic Charitable Project; The Islamic Center of Austria; Aisha Bewley; Anti-Farrakhan; Shaykh Hasan Qaribullah; Waqf Ikhlas Sunni Electronic Library ; The Society for Adherence to the Sunnah; Sunni Literature; Imam al-Jazuli; Shaykh Abdul Qair al-Jilani; Shaykh Ali Qadiri Noshahi; About Yusuf al-Qaradawi.

Marco Peruzzi, webmaster di SuperEva, ci scrive: "Vi auguro di trascorrere un Natale migliore del mio e vi invito a leggere l'articolo presente alla pagina http://guide.supereva.it/scienze/ufologia/interventi/2000/12/23042.shtml; ci sono alcuni aspetti dell'ufologia oscuri che meritano di essere conosciuti... come si dice non è tutto rose e fiori! :-).
Una strana storia di contattismo nostrano ci viene raccontata da Paola Harris all'indirizzo http://guide.supereva.it/scienze/ufologia/interventi/2000/12/23056.shtml ; merita di essere letta! Concludo dicendovi che anche se non vi mando gli avvisi tutte le volte che aggiorno la pagina, ogni tanto passate di lì... in campo ufologico ci sono sempre delle novità sconcertanti!
Ancora Auguri di Buone Feste, Marco Peruzzi".

Segnaliamo poi alcuni media algerini: El Watan; Alkhabar; Ech-chaab; Horizon; Jeune Indépendant; Liberté; El-Moudjahid; La Tribune.
Segnaliamo alcuni giornali arabi e dell'Arabia Saudita: Asharq al-Awsat; Al-Jazirah; Al-Madinah; Almasa'ia; Naseej News; Alriyadh; Al-Difaa; Saudi Press Agency; Eco World; Al-Mouasher; Al-Bayan Sahatak; Mashaaref; Abaad; Al-Jeel; Al-Amhawaa.


MARTE SECONDO L'ISLAM

Rispondendo all'articolo del nostro Giuseppe Colamine' su Marte (apparso su La Rete 313) ed a seguito di una precisa richiesta del webmaster di Islamitalia Daniele Dellerba - che domandava quale fosse in merito la posizione del mondo islamico - il dott. Abdul Hadi Palazzi del Cultural Institute of The Italian Islamic Community replica: " Dal punto di vista islamico, l'acqua è la base di ogni vita, tutto ciò che esiste è sorto dall'acqua, e tutto ciò che esiste è vivente. La scienza attuale invece riduce l'acqua alla sola H2O, e considera "vivente" ciò che è "organico", e "non-vivente" ciò che è "inorganico". Col progresso della scienza, quando "Allah farà conoscere agli uomini dei tempi successivi ciò che agli uomini dei tempi precedenti era nascosto", forse un giorno verificheremo sperimentalmente che tutto ciò che esiste contiene acqua, e scopriremo che H2O è solo una delle possibili forme che l'acqua può assumere. Magari altre forme di acqua sono impercettibili ai cinque sensi.
In effetti, dei passi avanti in questa direzione sono già stati fatti. In passato si pensava che l'inorganico fosse "inerte" e "fisso"; oggi già si ammette che non vi è nulla di inerte, e che ciò che appare "fisso" è composto da atomi i cui elettroni si muovono. Abbiamo già scoperto che la materia è energia, e forse tra poco scopriremo anche che l'energia è vita, e magari, se Allah vuole, i nostri discendenti rideranno quando sentiranno dire: "Gli antichi credevano che sulla luna non c'è acqua".
Quanto alle Piramidi ed alle Sfinge su Marte, il Corano dice "mostreremo i nostri segni sugli orizzonti", e "orizzonte" in arabo significa "il limite di ciò che ci è visibile". Non appena questo limite si estende, si estendono anche i segni che ci sono mostrati, e questi segni - guarda caso - ci mostrano gli stessi archetipici in ciò che è relativamente "remoto nel tempo" (Piramidi e Sfinge terrestri) ed in ciò che è relativamente "remoto nella spazio".
Secondo un hadith, prima della caduta Adamo sfiorava con la testa il cielo della luna. Magari con qualche capriola sarebbe arrivato nel cielo di Marte.
Secondo invece alcune tradizioni dei Sufi egiziani, le Piramidi e la Sfinge furono costruite dal profeta Idris (l'Enoch biblico), che poi ascese nei cieli degli altri pianeti. Che abbia costruito qualcosa anche da quelle parti, secondo lo stesso modello? Sembra più che plausibile".



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La Rete - aperiodico telematico realizzato da Guarino Editore e Alfredo Lissoni in collaborazione con il Centro Ufologico Nazionale; anno 3 n. 317 27-12-2000.



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