La Rete 330
La Rete 330

Mercoledì 21 febbraio 2001

Bollettino informativo in collaborazione con il Centro Ufologico Nazionale ( http://www.cun-italia.net)

Speciale files fascisti

Dedichiamo questo numero ad un articolo inviatoci da Giuseppe Colamine' del CUN Napoli ed incentrato sui files fascisti, i cui documenti verranno mostrati sabato 24 alla conferenza che si terra' presso l'aula magna del Liceo di Locarno, dalle ore 20.30; al congresso, organizzato dal CSU , parteciperanno anche Gigi Barone e Stefania Genovese. Modera Gianco Scolari.
Vedremo se con l'occasione Mister X si rivelera' pubblicamente.

FILE FASCISTI E MITI SUMERI

di Giuseppe Colamine'.
E' di questi giorni la notizia del rinvenimento di schizzi raffiguranti oggetti volanti non identificati risalenti all'epoca Fascista nella soffitta di uno scienziato a Maderno sul Garda. Le immagini sono state pubblicate su cun-italia-net, sito web del Centro Ufologico Nazionale e commentate sul periodico telematico LA RETE, di Alfredo Lissoni.

Belle immagini; suggestive, interessanti e soprattutto, diverse tra loro. La numero 1 (didascalia di testo) raffigura un classico ufo di tipo Adamskiano, con oblò, antenne e cuscinetti ventrali.


La numero 2 ci mostra un disco visto dall'alto o dal basso, comunque una struttura circolare; anche quì siamo nella casistica ufologica classica.


E' stata la numero 3 a colpirmi maggiormente, poichè in essa vediamo sagome aerodinamiche simili a moderni missili. Si distinguono nettamente le testate triangolari dalle unità propulsive posteriori. Lo scienziato che le esaminò dovette svolgervi su uno studio approfondito, fatto dimostrato dalle linee di proiezione tirate fra le varie parti dell'oggetto, raffigurato peraltro quattro volte.


Esaminiamo un po' il disegno, illustrando le 4 immagini della fig.1 che, dall'alto verso il basso, chiameremo A,B,C e D.

In A osserviamo una testata, percorsa nella sua parte posteriore da un segmento cavo che non arriva alla base della struttura ma ne occupa solo una piccola porzione vicina alla poppa.

In B troviamo una testata montata su di un supporto verosimilmente propulsivo. La testata è percorsa da un segmento cavo che l'attraversa quasi totalmente, senza però toccate la punta di prua e la base di poppa.

Fra A e B il disegnatore ha tracciato due linee diagonali che sembrano voler collegare proiezioni diverse del segmento centrale. Si tratta di un particolare interessante, poichè i segmenti descritti potrebbero rappresentare il cuore assiale delle testate, anche se non è facilmente immaginabile la loro effettiva funzione.

In C abbiamo la testata senza propulsore, ma quì il segmento centrale parte dalla base della stessa e si ferma pressappoco ad un quarto della sua lunghezza.

D appare l'immagine più completa: la testata è montata sul supporto propulsivo; il segmento centrale parte dalla base e si ferma a breve distanza dalla punta di prua, percorrendo più o meno quattro quinti dell'intera struttura.

B e C sono collegate da strane linee, disposte a formare una sorta di "H". Tutto fa pensare che l'attenzione principale del disegnatore fosse volta ad ottenere varianti multiple della struttura in base alla lunghezza ed alla posizione del segmento centrale.

Ricapitoliamo brevemente. Ci troviamo di fronte ad un oggetto simile ad un missile balistico. La testata contiene al suo centro una cavità sottile ed allungata, forse destinata a contenere un materiale che avrebbe particolarmente impressionato gli esperti dell'epoca. Cosa potesse essere è un mistero; certo è che lo scienziato di Maderno sembra ossessionato da questa specie di astuccio, lo disegna di varie lunghezze e posizioni, come se volesse immaginare delle varianti rispetto'..a cosa: all'oggetto caduto'

C'è un'altra possibilità, che la testata fosse una struttura cava e che il segmento descritto fosse una barra centrale. In questo caso è probabile che gli scienziati del 1933 si siano imbattuti in una lega metallica sconosciuta, oppure in un pezzo di uranio radioattivo che anticipava concettualmente gli attuali ordigni nucleari, oppure in una barra magnetica che rappresentava il fulcro dell'assetto di volo dell'oggetto.

Sono tutte possibilità, ma c'è anche un altro aspetto della questione, che ci proietta nell'universo dell'assurdo. Facciamo un lungo passo indietro nel tempo; siamo nel terzo millennio prima di Cristo, in Mesopotamia, l'odierno Iraq. Una civiltà urbanizzata, quella dei Sumeri, si sta facendo strada agli albori della storia. capitale di questo popolo è la città di Ur, nella quale sarebbe addirittura nato Abramo. I Sumeri hanno una mitologia zeppa di divinità volanti, di fenomeni che potremmo tranquillamente definire aerospaziali. L'epopea di Gligamesh, il poema mitologico per eccellenza di questa cultura, descrive in dettaglio un viaggio nello spazio effettuato da due eroi del tempo a bordo di un'astronave simile ai moderni moduli della NASA. C'è di tutto: il silos in cui alloggia il vettore, l'ogiva di prua, gli erogatori di ossigeno, il fragore dei razzi in fase di decollo, la visione della Terra da quota orbitale, l'atterraggio su di un mondo non identificato.

In lingua Sumerica la parola divinità si pronuncia DIN-GIR. Per ogni parola esiste un pittogramma che la illustra e din gir è una parola composta, formata da due pittogrammi.

Din viene rappresentato con una freccia molto spessa; Gir con una struttura ogivale montata sulla punta della freccia. Nella tomba di un nobile di epoca tardo Egizia è stato rinvenuto un affresco attribuito alla partenza di Gilgamesh per il suo presunto viaggio spaziale. Notiamo i due viaggiatori all'interno di una struttura cilindrica, sormontata da un cono, sulla cui punta si innesta un'ogiva simile al pittogramma Gir. Esclusa l'ogiva, la pseudoastronave è situata all'interno di un silos e vi sono strani drappeggi che collegano l'oggetto alle pareti. Anche qui l'immagine ricorda i cavi che collegano i moderni vettori alle rampe di lancio Uno studio condotto da Zecharia ha concluso che il simbolo DIN-GIR in realtà è un missile e che la divinità in epoca Sumera veniva confusa con le astronavi di un'intelligenza extraterrestre che in quei tempi avevano un insediamento sulla Terra chiamato TIL-MUN.

Ebbene, se si osserva il pittogramma Din gir e lo si confronta con gli schizzi di Maderno, si noterà una somiglianza impressionante. In entrambi i casi abbiamo una struttura propulsiva piuttosto tozza, con un ugello di scarico di forma cilindrica ed un vettore che termina in avanti con l'aggancio della testata. Unica differenza sta nel fatto che nel pittogramma Sumero l'unità propulsiva termina in avanti con una punta sulla quale si innesta l'ogiva romboidale, mentre nello schizzo di Maderno, l'ogiva è triangolare e si colloca più razionalmente su di una base ampia.


Ai nostri giorni simili disegni non fanno alcun effetto, ma proviamo a metterci nei panni di uno studioso degli anni 30. All'epoca l'aerodinamica non era particolarmente avanzata, basti vedere la forma scarsamente penetrante degli aviogetti. Per lo scienziato di Maderno dovette davvero trattarsi di un oggetto stravolgente.

Eppure, stando alle teorie di Sitchin, razzi alieni simili già volavano nel 3000 a.C. Era la stessa specie che 4900 anni dopo venne a sorvolare il nord dell'Italia'

E non finisce qui! Se è vero che la propulsione getto-sostentata è tecnologicamente arretrata rispetto a quella autogravitazionata degli UFO discoidali, perché gli schizzi di Maderno raffigurano oggetti diversi, con modelli propulsivi differenti' E' pensabile che nei cieli d'Italia si siano incontrate astronavi di specie aliene diverse'

Siamo nel mistero più fitto, come sempre in materia ufologia; ricordiamo però che la casistica ufficiale include anche i cosiddetti ufo sigariformi. Si tratta di oggetti allungati che volano emettendo una scia posteriore assai simile ai gas di scarico di un razzo. Nel repertorio Adamskiano i sigariformi sarebbero astronavi madri da cui fuoriescono i moduli discoidali che avrebbero un ruolo di semplici capsule esplorative, quindi con autonomia limitata.

In Italia potrebbe essere accaduto qualcosa di simile: un grosso oggetto volante avrebbe emesso piccoli moduli discoidali teleguidati. Uno di questi sarebbe addirittura caduto al suolo, stando ai risultati dell'inchiesta condotta da Alfredo Lissoni e Roberto Pinotti.

Dobbiamo chiederci seriamente il significato di questa molteplicità di modelli di aeromobili nel corso di uno stesso evento. L'ipotesi che più specie extraterrestri ci stiano esplorando ci proietta verso uno scenario politico siderale probabilmente tuttaltro che nuovo, ma forse antico di millenni.

Esiste infine anche la cosiddetta tesi parafisica che include la possibilità secondo cui esistono specie intelligenti nell'Universo capaci di spostarsi nel continuum spazio-temporale in barba alle leggi relativistiche di Einstein. In questo caso gli oggetti avvistati oggi potrebbero essere gli stessi visti dagli uomini dell'era pre-Cristiana, in quanto il loro viaggio non si svolgerebbe solo nello spazio, ma anche nel tempo.

Comunque stiano i fatti, rimane un mistero di base: cosa vogliano questi esseri da noi.


La Rete - aperiodico telematico realizzato da Alfredo Lissoni in collaborazione con il Centro Ufologico Nazionale; anno 4 n. 330 21-2-2001.