La Rete 336
Giovedi' 1 marzo 2001
Bollettino informativo in collaborazione con il Centro Ufologico Nazionale (http://www.cun-italia.net)
Chiude StarGate - Marte - Cicap - Sims - Barker - Bugliaro.
CHIUDE LA RIVISTA STARGATE
La Futuro ha improvvisamente dichiarato fallimento ed ha divulgato via Internet il seguente testo: "La Redazione di Stargate comunica con rammarico che per vicende del tutto estranee alla volontà di questa Redazione, la casa editrice Futuro si trova nella necessità di interrompere la sua attività editoriale. Questa Redazione intende peraltro proseguire il proprio lavoro con rinnovato impegno ed entusiasmo, riservandosi di comunicare quanto prima il veicolo editoriale con il quale tale lavoro verrà svolto. Confidando nella simpatia e nella comprensione dei nostri Lettori, con l'auspicio che essi, dimostrandoci ancora attaccamento e sostegno, vorranno fiduciosamente attenderci sino all'uscita del nostro nuovo prodotto editoriale. Continueremo dunque a lottare per l'Altra Informazione, aperta alla divulgazione di tutte le tematiche di frontiera - Ufologia, Nuova Scienza e Nuova Coscienza - cui ha contribuito un gran numero di ricercatori italiani ed internazionali, confermando la prossima uscita del libro "L'Alba di Una Nuova Era", il diario inedito del Colonnello Philip J. Corso.
Le porte dello Stargate si sono ormai spalancate. Grazie a tutti Voi e insieme a Voi continueremo il nostro viaggio.
Il Comitato di Redazione di STARGATE".
MARTE, PRONTI A PARTIRE
Dall'Eco di Bergamo del 28-2-01: "Vittorio Formisano (Snr) - Ora serve uno sbarco sul pianeta rosso.
Gli scienziati americani avrebbero scoperto la traccia di un'antica forma di vita su Marte. Qual è il suo
parere? «Secondo me, mano a mano che andremo avanti con l'esplorazione di Marte - diretta sul pianeta,
oppure a terra studiando più approfonditamente i meteoriti marziani - avremo sempre più l'evidenza
sperimentale del fatto che su Marte la vita c'è stata. Se ci sia ancora oggi non è chiaro, ma non è neanche
escluso. Nel passato, quasi sicuramente la vita c'è stata, perché sul pianeta c'era un enorme oceano».
Dunque, questo cristallo trovato sul meteorite è una nuova conferma?
«Per quanto posso capire dalle prime notizie, nel grande oceano di Marte possono essersi formati batteri.
E questi possono aver generato - come è accaduto anche negli oceani terrestri - la "precipitazione" di
materiali minerali. In passato, negli oceani terrestri, colonie di questi batteri si sono formate abbastanza
rapidamente, dando poi luogo a formazioni mineralogiche come le stromatoliti. Se e quando avremo la
possibilità di andare su Marte e di guardare nei posti giusti, probabilmente anche lì troveremo le
stromatoliti».
Qual è il ruolo dell'Italia nelle future missioni per l'esplorazione di Marte?
«Innanzitutto, c'è un'importante partecipazione italiana alla missione Mars Express dell'Agenzia Spaziale
Europea. Sarà lanciata nel 2003 ed è composta da un satellite e da un modulo automatico che discenderà
sul pianeta. A bordo, vi sarà anche un mio esperimento, lo spettrometro Pfs (Planetary Fourier
Spectrometer) per lo studio del suolo e dell'atmosfera di Marte. Per questa missione, il nostro paese
fornirà anche lo spettrometro ad immagini Omega, oltre ad un sistema radar che potrebbe consentire di
individuare nel sottosuolo acqua allo stato liquido».
E poi?
«Poi, l'Italia partecipa anche alla missione europea Net Lander. Si tratta di una rete di ben 4 moduli di
discesa, che saranno lanciati nel 2007: vi partecipiamo con la realizzazione di una telecamera panoramica.
Inoltre, l'Agenzia Spaziale Italiana paese deve ancora ridefinire la collaborazione con la NASA per la
missione Sample Return, che dopo il 2010 consentirà di prelevare e riportare sulla Terra campioni del
terreno marziano. Insomma, l'Italia ha scelto l'esplorazione di Marte come una delle vie di ricerca
fondamentali nel settore spaziale».
E gli uomini, prima o poi, sbarcheranno sul pianeta rosso?
«Secondo me, è un passo obbligato, come lo è stato lo sbarco dell'uomo sulla Luna. In effetti, per
l'avanzamento della ricerca scientifica potrebbe essere poco importante. Però, dal punto di vista
tecnologico e culturale, ritengo che sia molto importante e che accadrà sicuramente. Quando?
Probabilmente entro il 2050. E sarà davvero un evento epocale, atteso da tempo dai ricercatori di tutto il
mondo».
Sui batteri marziani si legga: Gazzetta di Parma: http://www.gazzettadiparma.it/gazzetta/sito/Instweb.nsf; Caprara su Marte sulla Gazzetta di lecco: http://www.promo.it/giornale.lecco/attualita.html; i marziani in copertina su Liberazione: http://www.liberazione.it/; Giornale di Brescia: http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2001/02/28/01,PRIMA/T6.html; CNN:
http://www.cnn.com/2001/TECH/internet/02/27/mars.network.office.idg/index.html; Times of India: http://www.timesofindia.com/today/28hlth6.htm; Messaggero: http://www.ilmessaggero.it/indexmsgr.htm.
NUOVO LIBRO DI POLIDORO
Dal Giorno del 28-2-01. "Nessun illusionista è mai stato avvolto da tanta ammirazione e senso del mistero come Harry Houdini, anzi il 'grande Houdini'. Pochi uomini hanno colpito, strabiliato, confuso e fatto delirare tante folle come lui e ancora oggi c'è chi si interroga sui suoi segreti. Cosa sapeva fare? Praticamente tutto: si liberava dalle catene, evadeva della prigioni, attraversava i muri di mattoni appena costruiti, faceva scomparire elefanti dal palcoscenico, rimaneva in apnea fino a quattro minuti, smascherava i truffatori e, come massone, esaltava la ragione contro la superstizione. Era un uomo-mito, un superman inaffondabile.
Ma chi era Houdini, forse un fenomeno da baraccone che ha illuminato i primi del Novecento? Molto di più; è stato il più grande illusionista di tutti i tempi che ha creato la coscienza critica nei confronti dei 'fenomeni paranormali', ispirando la nascita del Csicop negli Usa (il Cicap in Italia). Una biografia completa e ricca di particolari inediti sull'illusionista è stata scritta da Massimo Polidoro, segretario nazionale del Cicap (Il grande Houdini, edizioni Piemme). Anche se il paragone appare spropositato, Polidoro è in qualche modo un 'discendente' dei segreti di Houdini, visto che è uno dei discepoli del grande illusionista James Randi, l'unico in grado di replicare le imprese di Houdini.
Come nasce il mito del grande illusionista?
«Houdini - racconta Polidoro - si chiamava Erik Weisz, era nato nel 1874 in Ungheria ed è emigrato negli Usa col padre rabbino. Ha fatto lavori umilissimi, ha chiesto anche l'elemosina, fino a quando ha scoperto la magìa, leggendo un libro. Ha imparato i primi trucchi come tutti, 'rubacchiando' esperienze un po' ovunque, finché non ha deciso di cambiare nome, ispirandosi al francese Robert Houdin».
Come avvenne la sua scalata verso la fama?
«Houdini aveva una grande passione per lucchetti e catene. Iniziò a studiare i meccanismi delle serrature dai fabbri e riuscì a capire che era possibile liberarsi dalle manette. Un giorno sfida la polizia di Chicago, chiede di essere chiuso in cella davanti ai giornalisti e riesce a fuggire. Non ottiene tanto clamore, ma nel frattempo incontra un impresario che lo lancia nei grandi teatri. Quando decide di andare in Inghilterra si ha la grande svolta».
Era già tanto famoso?
«Non lo conosceva nessuno, ma riuscì a farsi incatenare dagli agenti di Scotland Yard. Si slegò subito e la stampa fece il 'grande lancio'».
Sapeva sfruttare il potere dei giornali...
«Indubbiamente sì, più di ogni suo contemporaneo. Per farsi conoscere dal pubblico prima di fare uno spettacolo in teatro si esibiva gratis all'aperto. Come quando si fece mettere una camicia di forza e appendere con una gru da un ponte o da un grattacielo. In poco tempo si liberava e migliaia di persone - allibite - erano pronte ad andare a teatro per ammirarlo mentre attraversava i muri appena costruiti».
Come faceva?
«Conosco il trucco, ma non posso rivelarlo perché James Randi e David Copperfield ancora lo sfruttano. I trucchi non si svelano mai».
Nessuno?
«Qualcuno si può spiegare. In certi casi ingoiava una capsula d'acciaio che conteneva strumenti microscopici utili a liberarsi dalle catene. Ma altro non si può dire».
Morì davvero nella 'pagoda della tortura', una cabina piena d'acqua dove venne appeso a testa in giù?
«Questo è quanto si racconta in un celebre film, ma in realtà morì subito dopo uno spettacolo. Si era fatto dare dei pugni sullo stomaco da uno studente per dimostrare che era fortissimo. Le lesioni riportate lo portarono ad una morte lenta, nel giro di una settimana. E immaginate in quale giorno è spirato: nella notte di Halloween»
SIMS ED IL PARSEC
A seguito di alcune critiche mosse via Internet da un membro CISU al ricercatore americano Derrel Sims, Giulia D'Ambrosio del Parsec ci scrive: "Premesso che il gruppo di ricerca PARSEC ha deciso di prendere a bordo il signor Sims, ritengo sia necessario esporre alcune note, in quanto - quale portavoce di questo gruppo di ricerca - ritengo mio compito sanare qualsiasi critica peregrina venga fatta ai componenti del gruppo stesso. Traduco uno stralcio di lettera, che in origine era un commento a un'altra lettera ancora, inviata a Derrel Sims da un interlocutore che sosteneva che le forze combinate dei "zetareticuliani negativi" e dei "dracons" (traducete voi) erano volte a manipolare le masse con questi impianti. Ecco tradotta una parte della risposta. <