La Rete 438 29 ottobre 2001 Bollettino aperiodico informativo del Centro Ufologico Nazionale http://www.cun-italia.net UFO a Parma e a Lecce - Mutilazioni - Traccia di Rozzano - Ummari - UFOmistery. LUCI NOTTURNE A PARMA Massimo Marasi del CUN Parma (mmarasi@tin.it) ci segnala il seguente avvistamento: "Posto questa segnalazione con l'intento di trovare magari qualche altro riscontro. Domenica 21 ottobre ore 22, località Barco di Bibbiano (Reggio Emilia), L.C. 24 anni di Parma, iscritto all'Università, facoltà lingue, si reca a trovare il fratello maggiore sposato che vive nella frazione di cui sopra. Sono le 22 e dopo la cena serale guardando dalla finestra L.C. scorge in lontananza, basso nel cielo, uno strano riflesso orizzontale oblungo a forma sigaro. I due allora per essere sicuri che non si tratti di un riflesso della luna su qualche antenna o altro, escono di casa e presa l'auto si indirizzano verso la strana luce imboccando strade di campagna scevre della fastidiosa illuminazione che spesso fa prendere "abbagli". Giunti nei pressi della zona "incriminata" i 2 non vedono al momento nulla ed è così che il fratello maggiore dice a L.C.: "Ahhh! lo sapevo, finché non li vedo proprio non ci credo"; non fa a tempo a finire la frase che dal nulla sopra di loro si accende una grossa luce di colore bianco che evolve silenziosa nel cielo e si spegne dopo una decina di secondi. Tornati a casa rivedono in lontananza il riflesso giallo oblungo che li aveva spinti a muoversi. Entrambe le luci rimangono al momento non identificate". E ROTANTI NEL LECCESE Ed un particolare complimento va al dott. Mauro Panzera del CUN Lecce per avere rinvenuto un caso retrospettivo che svetta per la credibilità del testimone, un ingegnere leccese funzionario della Provincia. Il caso è accaduto nel centro abitato di Calimera (LE) presumibilmente nei primi anni Settanta, tra le 21 e le 22. "Rientravo a casa intorno alle ore 22", ha dichiarato il testimone. "Mentre mio padre parcheggiava l'auto in garage, attendevo in giardino che venisse aperta la porta, quando sono apparsi in cielo una serie di cerchi concentrici di diverso colore, che avanzavano velocemente in direzione sud nord, ruotando attorno al proprio centro e lasciando scie dei colori componenti ciascuna fascia, che pian piano si dissolvevano. Guardandomi attorno notai che i colori (rosso, verde, giallo, azzurro) illuminavano tutto il giardino di casa, delle dimensioni di 15 metri per 15. Non si sono notate forme solide; i colori e la luce emanata erano molto ben definiti e intensi". Fonte: Mario Panzera, CUN Lecce. IL PASTO DEI LUPI Arriva al cinema il film "Il pasto dei lupi", che attinge dichiaratamente alle mutilazioni animali settecentesche di Gevaudan, Francia. Sarà il caso di ricordare che, secondo quanto scrisse la "Gazette de France" il 23 novembre 1764, le cronache parlarono di una misteriosa "bestia selvaggia", che all'atto pratico non venne mai catturata, e che si rese responsabile della morte e mutilazione di numerose persone (123, pare) in una regione montuosa della Francia tra l'alta Loira ed il Cantel. La "bestia di Gevaudan", come venne ribattezzata, scatenò all'epoca una psicosi di proporzioni devastanti; ben 20.000 cacciatori ed i dragoni del re, al comando del capitano Du Hamel, si misero sulle sue tracce, convinti si trattasse di un gigantesco lupo (un lupo mannaro); l'animale misterioso non venne mai identificato; per contro vi furono molti falsi allarmi: un abate disse di avergli sparato (a 52 passi di distanza); lo stesso disse un cacciatore di Bechet, che ammise però di averla solo perita ad un occhio. Tra l'autunno del 1766 e la primavera del 1767 il mostro, ben vivo e vegeto, dilaniò orrendamente molte altre vittime. Infine, il 19 giugno di quell'anno venne organizzata una spettacolare battuta con oltre 500 persone e battitori; le cronache dissero che la belva fosse stata definitivamente abbattuta e "sepolta senza processo". L'aspetto tenebrosamente curioso è che le misteriose mutilazioni sono riprese in Francia, agli inizi degli anni Novanta, nel Verdon: decine di pecore sono state trovate misteriosamente mutilate. L'editore di questa webzine ne ha avuto notizia direttamente da un esponente della Gendarmeria di Marsiglia, ma, a parte un breve trafiletto sulla rivista esoterica "Mystères", la notizia è stata in larga parte fatta passare sotto silenzio. LA TRACCIA IFO DI ROZZANO Il CUN, com'è giusto che sia, fa scuola. Abbiamo trovato che parte del nostro rapporto sulla traccia IFO di Rozzano (MI), e precisamente l'analisi tecnica del nostro Giorgio Pattera, è stato parzialmente ripreso sull'ultimo numero della rivista del CISU, pur se con l'omissione delle fonti e degli inquirenti coinvolti. A tale proposito, pertanto, abbiamo deciso di pubblichare le conclusioni INTEGRALI di Pattera e del CUN sull'IR-2 milanese, peraltro più complete ed aggiornate rispetto a quanto ripreso dalla rivista CISU. Ricordiamo che la traccia di Rozzano è apparsa presumibilmente nel 1998 nel Parco UNO di Rozzano. L'indagine è stata condotta da Alfredo Lissoni del CUN Milano, in collaborazione con il biologo Giorgio Pattera e con l'ufologo Ferdinando Guazzotti. Era presente anche l'ufologa Stefania Genovese, che ha condotto una propria indagine. E' stato proprio grazie a questa ricercatrice di razza e dalla grande stoffa che si è potuti pervenire ad una soluzione quasi definitiva (sentiremo parlare ancora molto a lungo di lei; vivissime congratulazioni). I dati raccolti sono stati poi confrontati. "(Abstract di Lissoni, su un rapporto di 20 pagine fitte) - Premesso che sono stati raccolti due campioni di terreno dallo strato superficiale, ed i relativi campioni di riferimento all'esterno della traccia (a circa un metro); non si rilevava alcuna corona circolare. Una possibile soluzione dell'enigma è venuta grazie all'inquirente Stefania Genovese, che con grande abilità e perizia, raccogliendo campioni di fili d'erba e smuovendo della terra, ha subito avvertito un odore analogo all'Acqua di Tabiano; mostrando i campioni raccolti ad un chimico, questi ha spiegato la presenza di "puntini bianchi" nel terreno come carbonato di calcio in forma cristallina o amorfa, ottenuto per reazione chimica a causa della presenza di acqua dalla durezza intensa, con abbondanza di calcio. A quel punto ci si è domandati se potesse essere stata presente nel campo una sostanza, interna o sulla superficie, che aveva quasi fatto morire l'erba. Indagando sulla tesi dell'acqua di Tabiano, l'inquirente Lissoni ha illustrato i risultati dell'indagine telefona al biologo Giorgio Pattera. Questi faceva rilevare che la presenza di un fontanile escludeva che la disidratazione potesse essere stata causata da una falda sotterranea; semmai la disidratazione non avrebbe dovuto essere presente. Rilevava che gli effetti da microonde (temperature elevatissime per tempi brevissimi, che portano ad una calcinazione del terreno con estrazione dell'acqua) producono un terreno più duro e scuro di quello circostante (Lissoni fa rilevare che il campione contaminato e quello di riferimento, nella parte interna, sono assai simili); le microonde causano erba disidratata, secca e gialla; l'effetto è di breve durata; l'erba muore e ne nasce di nuova, integra, in quanto l'effetto delle microonde difficilmente raggiunge gli strati profondi. Se invece l'erba appare più verde rispetto a quella dei campioni di riferimento, è possibile ipotizzare una forma di ionizzazione che abbia interagito con i cromosomi delle cellule radicali; ciò porta ad una mutazione genetica nella clorofilla. Si ha un'erba dalla colorazione più intensa, ma che non si sbriciola. Pattera fa notare che nel caso di Rozzano erano assenti queste peculiarità da IR-2 ed ipotizzava la presenza di un parassita animale o fungino. Quando Lissoni faceva notare l'odore di acqua di Tabiano, Pattera ipotizzava trattarsi di H2S (idrogeno solforato o acido solfidrico), derivato dalla decomposizione chimica (=putrefazione) del materiale organico ad opera di microrganismi presenti sulla superficie dell'erba. Una successiva analisi microscopica condotta da Stefania Genovese portava ad evidenziare presenza di quarzite e mica (i famosi "puntini bianchi"), di infiorescenze, di tante piccole radici ed un filo di nylon, probabilmente di un sacchetto. Successiva valutazione di Giorgio Pattera in data 5-8-01, sulla base di indicazioni telefoniche fornite da Lissoni - Pattera ipotizza che i "puntini bianchi" siano residui (es. solfato d'ammonio) di fertilizzanti sintetici distribuiti dai Consorzi Agrari: il che spiegherebbe la presenza del filo di nylon. Questi tipi di composti, a contatto con l'acqua, danno origine all'odore particolare di idrogeno solforato ("acqua marcia") segnalato da Stefania Genovese, che allo stato secco è scarsamente avvertibile (rispetto all'odore inconfondibile del concime naturale). Ipotizza dunque un concime sintetico o un diserbante (come il Round-Up, ora venduto solo ai possessori di patentino fito-sanitario, perché potenzialmente pericoloso). Quest'ultimo esplica una duplice azione: fertilizzante e diserbante (limitatamente alle essenze infestanti dei prati ornamentali). Il Round-Up è un concentrato liquido di colore scuro ed al momento della diluizione in acqua l'odore si ravviva. Alla luce di quanto trovato, Pattera diceva di propendere per un composto chimico, sebbene non si potesse spiegare la formazione del cerchio. Ipotizzava che prima della formazione della traccia vi fosse tra l'erba, ad esempio, del muschio da trattare con solfato di ferro, che ha un'azione contrastante e limitante l'invasività del muschio. Il solfato di ferro eptaidratato (granulato microcristallino di color giallo-verde pallido, molto economico ed in libera vendita) viene utilizzato soprattutto per sopperire alla carenza di ferro nel terreno, che si manifesta con l'assenza di colore verde-vivo nelle foglie. In tal caso il custode (comunale) del parco potrebbe aver notato la presenza di una chiazza di muschio (in una zona, lo si ricordi, posta all'ingresso della Croce Viola, ove è stata preparata un'area riservata ai cani; dunque in un punto volutamente curato con molta attenzione) e quindi, per eliminare quel potenziale infestante, che compete con l'erba seminata, potrebbe aver trattato la chiazza di muschio con una soluzione di solfato di ferro. L'operazione avrebbe così ottenuto il duplice effetto di eliminare il muschio e di ravvivare l'intensità del colore verde dell'erba in quel punto. Successivamente, con le precipitazioni, il solfato di ferro si sarebbe lentamente e progressivamente allargato "a macchia d'olio" nel terreno circostante, conferendo il suo effetto ravvivante anche all'erba più distante, formando una "corona circolare" esterna". Premesso che le indagini sono state condotte solo tre anni dopo - tale il periodo trascorso prima che il caso fosse sottoposto al CUN - non si può stabilire se la presenza di diserbante (i fili di nylon portano in questa direzione) sia stata la causa della traccia; eventuali effetti "UFO" tipo microonde non sono più rilevabili dopo un cosi' lungo lasso di tempo. Mancando testimoni dell'avvistamento di un UFO in zona, è dunque improprio parlare di atterraggio alieno. Il caso resta senza una spiegazione unicamente per mancanza di riscontri immediati. Non avremo pace sino a che non avremo identificato al cento per cento la causa che ha prodotto la strana interazione al suolo. UMMARI, IN FASE DI STUDIO Ricordate il filmato di un UFO sopra Ummari (TP), ripreso dal sig. Tamburello e trasmesso da Canale 5? A seguito della notizia apparsa su La Rete 405 (ripresa dal Giornale di Sicilia), il diretto interessato ci ha fatto avere alcune precisazioni. In merito all'impostazione, piuttosto scettica (e dunque non del tutto obiettiva), del quotidiano locale, il signor Tamburello ci precisa: "Per quanto riguarda una mia replica a quell'articolo posso aggiungere che il redattore del Giornale di Sicilia ha intravisto uno spezzone di filmato attraverso il display della videocamera digitale che e' largo 3 pollici e che la conclusione che si tratta di un mezzo terrestre non e' stata pubblicata sul giornale". Quest'ultimo dato, riferito anche su La Rete (web.tiscalinet.it/lareteufo/rete405.txt), non era difatti apparso sul quotidiano locale, ma sul newsgroup ufologico di Virgilio, it.discussioni.ufo, ove vi era stato chi aveva avanzato l'ipotesi che si potesse trattare di un mezzo terrestre, per la presenza di alettoni (che in verità, dall'analisi condotta dall'editore di questa webzine, non si vedono affatto). Il video è adesso in fase di studio presso il comitato scientifico del CUN. Collaborazione: famiglia Tamburello. NASCE UFOMISTERY Fiocco azzurro in casa degli ufologi. Nasce un nuovo gruppo di discussione e si chiama UFOmistery. Ne è ideatore e moderato Claudio Guglieri, che invita a considerare la nuova Lista come sussidiaria di chucara2000 (per caricare files o mandare messaggi senza intasare quest'ultima). Ufomistery è aperto alla discussione su UFO e misteri vari; accetterà files (foto e documenti scritti) ma potranno iscriversi unicamente quei netsurfer che, a giudizio del moderatore, avranno dimostrato correttezza e atteggiamento degno di fiducia. Si vogliono in pratica (e giustamente) evitare le solite diatribe che da tempo infiammano molte mailing list. Non saranno permessi allegati per scongiurare il pericolo virus; il gruppo non è moderato ma l'owner si riserva di moderare eventuali capricci. Per iscriversi UfoMystery-subscribe@yahoogroups.com. Per contattare il CUN o segnalare avvistamenti UFO: vladimiro@cun-italia.net, retecun@tiscalinet.it La Rete è una webzine in collaborazione con "Area 51", il programma radiofonico in onda su Radio K ogni lunedì e martedì alle ore 22.30. Conducono Costantino Lamberti e Marco Guarisco (CUN Como). FM 91.950 Svizzera, Piemonte, milanese; 92.00, 89.400. 100.100 e 100.400 comasco, 92.100 e 100.700 lecchese, 91.150, 101.700 Bergamo e Brianza. La Rete - aperiodico telematico realizzato da Alfredo Lissoni in collaborazione con il Centro Ufologico Nazionale; anno 4 n. 438 29-10-2001.