LA SONDA "ODYSSEY 2001" SCOPRE DISTESE DI PERMAFROST ANCHE
ALLŽEQUATORE
Su Marte cŽè molta acqua

CŽè molta acqua su Marte. O meglio, cŽera. Adesso è ghiaccio
mescolato a terriccio. Un gelido miscuglio che tecnicamente si
chiama "permafrost", il suolo congelato che troviamo nelle regioni
più settentrionali della Siberia e del Canada. Su Marte è permafrost
una vastissima area centrata intorno al polo sud, con un diametro di
circa duemila chilometri. Anche nellŽemisfero nord esiste una regione
di permafrost, più piccola e non esattamente centrata sul polo ma
discretamente estesa. Qualche traccia di permafrost appare persino in
una ristretta zona equatoriale. Il ghiaccio dŽacqua misto a terriccio
si trova a una profondità di due-tre metri. EŽ possibile che in un
lontano passato, quando quellŽacqua era allo stato liquido, su Marte
siano esistiti oceani, laghi e fiumi, e che qualche primordiale forma
di vita abbia incominciato a svilupparsi, per poi rimanere bloccata
dalle mutate condizioni ambientali. Marte, insomma, come una piccola
Terra abortita. EŽ la prima importante scoperta della sonda della
Nasa "2001 Odyssey", che ha terminato alla fine di gennaio la sua
manovra di lenta frenata aerodinamica durata 90 giorni per immettersi
sullŽorbita definitiva a 400 chilometri dalla superficie marziana, e
ora incomincia a trasmettere dati. Altre osservazioni importanti
riguardano la composizione del suolo del pianeta e lŽintensità delle
radiazioni cosmiche che ne raggiungono la superficie. Un dato molto
importante in vista di un futuro sbarco di astronauti, impresa che
comporterebbe una permanenza sul pianeta di un paio di mesi, e quindi
una notevole esposizione alle radiazioni, tanto più che si
aggiungerebbero sei mesi per il viaggio di andata e altrettanti per
il viaggio di ritorno. "2001 Odyssey" è una navicella progettata
apposta per rispondere a tre domande: se su Marte esista o sia
esistita acqua, quale sia la composizione mineralogica del suolo e
quanto siano intense le radiazioni ionizzanti che bombardano il
pianeta, essendo lŽatmosfera 150 volte più rarefatta di quella che ci
difende dai raggi cosmici qui sulla Terra. A ognuna di queste tre
domande è dedicato uno strumento. Il primo è una telecamera a
infrarossi che fornisce immagini termiche della superficie
planetaria. La prima immagine infrarossa ad alta definizione di Marte
è stata diffusa dalla Nasa il primo marzo. Mostra una regione lunga
300 chilometri della Terra delle Sirene, un altopiano dellŽemisfero
sud interrotto da crateri e solchi. UnŽaltra immagine infrarossa
ritrae la Fossa Acheronte: si distinguono faglie deformate e scie di
valanghe di polvere e terriccio franato. Il secondo strumento è uno
spettrometro a raggi gamma. Nel riflettere questi raggi, il suolo
marziano rivela la presenza di idrogeno, e quindi - si presume - di
acqua, la cui molecola è composta appunto da due atomi di idrogeno
uniti a un atomo di ossigeno. La tecnica è la stessa già applicata
dalle navicelle "Clementine" e "Lunar Prospector" per cercare indizi
di ghiaccio vicino ai poli della Luna.
Il terzo strumento misura lŽintensità e quindi la pericolosità delle
radiazioni che giungono sulla superficie marziana, in vista del
futuro sbarco di astronauti. Marte ha un campo magnetico debolissimo
e unŽatmosfera estremamente rarefatta, per cui vengono a mancare i
due scudi che ci proteggono dai raggi cosmici e dal "vento solare".
Le prime misure hanno individuato regioni ad alto tasso di
radiazioni, dove la permanenza di un equipaggio è da evitare. Vi sono
poi regioni a rischio medio e alcune piccole regioni a rischio
relativamente basso, o comunque affrontabile. Sulla base di questi
dati si potranno predisporre le schermature di cui avranno bisogno
gli astronauti. Ma è una prospettiva ancora lontana. Il programma
della Nasa per lŽesplorazione di Marte con sonde e robot si prolunga
fino al 2016. Soltanto allora toccherà allŽuomo.
Piero Bianucci

Fonte:
www.lastampa.it 7-3-02.