SGUARDI UMANI DAL SUOLO DI MARTE

di Giuseppe Colamine'

Nel maggio 2000 la sonda MARS GLOBAL SURVEYOR ha fotografato un'altra enigmatica immagine sul suolo di Marte, precisamente nei pressi del sito definito Montes Libya, poco distante in latitudine dall'equatore. Si tratta di un rilievo montuoso che, visto dall'alto, ricorda stranamente ad un volto.


Viso marziano


L'immagine mostra una struttura asimmetrica, somigliante ad un volto umano. Notiamo dettagliatamente quanto segue, andando dall'alto verso il basso: 1) Una struttura frastagliata a costone che termina in basso con una sfrangiatura piuttosto irregolare e che chiameremo SEZIONE 1.

2) Due formazioni avvallate, ovoidali, simmetriche, di cui quella a destra appare maggiormante irregolare, verosimilmente per l'effetto erosivo di fattori atmosferici. La chiamiamo SEZIONE 2.

3) Un rilievo centrale allungato, a dorso di sella, che parte da un punto situato a metà distanza fra gli avvallamenti della sezione 2 e termina più in basso, apparentemente con due piccole depressioni. Lo chiamiamo SEZIONE 3.

4) Una formazione orizzontale a doppio rilievo, attrasversata da una depressione lineare che appare perpendicolare alla sezione 3 e che chiamiamo SEZIONE 4.

5) Un'altra frastagliatura che delimita il contorno inferiore dell'intera formazione e ci appare anch'essa erosa (SEZIONE 5).

Il margine superiore della struttura è incluso nella sezione1. Il margine laterale sinistro (SEZIONE 6) è abbastanza regolare e descrive nel suo insieme una porzione di linea curva.

Il margine inferiore è mal delimitabile per l'irregolarità descritta in sezione 5, tuttavia la linea curva riprende verso destra per un breve tratto, andando poi a confondersi con un'altra formazione irregolare e frastagliata (SEZIONE 7), la quale sembra svilupparsi verso destra, oltre il limite dell'immagine.

Ad un primo esame, basato sul colpo d'occhio, si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un volto umano, dalle caratteristiche piuttosto femminee. L'immagine non appare totalmente frontale ma piuttosto inclinata lateralmernte, esattamente come se il volto fosse stato ripreso dalla propria sinistra, mentre era leggermente volto verso il lato opposto. In dettaglio possiamo azzardare alcune similitudini, analizzando le varie sezioni.

SEZIONE1. E' molto somigliante ad un pesante copricapo, una sorta di corona che ricopre anche la fronte, fino quasi agli occhi.

SEZIONE2. Ci ricoda due occhi, piuttosto distanziati, di taglio occidentale.

SEZIONE 3 Appare molto somigliante ad un naso piccolo e piuttosto incavato.

SEZIONE 4 Osserviamo una similitudine sfumata con labbra sottili e piuttosto larghe.

SEZIONE 5 Non è ben visibile una similitudine con quello che dovrebbe essere un mento, a causa della irregolarità dei contorni.

SEZIONE 6 Quì abbiamo invece una porzione di curva tipica dell'ovale di un volto umano.

SEZIONE 7 Anche quì l'irrergolarità non permette similitudini significative, a parte quella di una capigliatura mossa dal vento che conferisce all'intera immagine una notevole dinamicità.

Dopo il famoso VOLTO DI CYDONIA, il reperto di Montes Libya è il secondo accostabile ad un volto umano. Se a ciò sommiamo gli altri reperti piramidali della valle di Cydonia e quelli triangolari fotografati nell'emisfero nord del pioaneta, abbiamo una vasta serie di strutture le cui caratteristiche morfologiche appaiono estremamente improbabili da attribuire a bizzarrie naturali.

Le condizioni climatiche di Marte sono abbastanza conosciute per farci concludere che l'ipotesi di una vita biologicamente evoluta sul pianeta è estremamente improbabile; d'altro canto però resta plausibile l'ipotesi che il pianeta abbia potuto rappresentare un habitat ospitale in epoche remote che tuttora non sono databili.

Se ciò è stato reale, non vi sarebbe granchè di strano nel fatto che sul pianeta si trovino reperti residui di una civiltà evoluta. Restano comunque strani due aspetti fondamentali dell'intera questione:

1) La similitudine fra strutture megalitiche marziane e strutture piramidali terrestri.

2) La totale somiglianza fra i cosiddetti volti marziani e quelli dell'Uomo Terrestre.

3) Il significato di opere architettoniche raffiguranti immagini umane rivolte verso l'alto.

L'argomento è stato già trattato in un precedente articolo apparso su LA RETE n.313 del 19/12/2000, interamente dedicato ai reperti della valle di Cydonia. In quella circostanza è stata vagliata l'ipotesi proposta da Graham Hancock, secondo cui Marte avrebbe ospitato una civiltà evoluta in un periodo relativamente recente, cioè fino a 12-mila anni fa. Questa civiltà sarebbe poi stata distrutta da un bombardamento di meteoriti, lo stesso che avrebbe provocato sulla Terra la fine dell'ultima Era Glaciale e la sommersione del mitico continente di Atlantide. La similitudine fra reperti Marziani e quelli Terrestri dei millenni successivi, veniva spiegata con l'ipotesi che una civiltà extraterrestre altamente progredita avesse siminato proprie tracce sui due pianeti in epoche diverse, edificando monumenti che comunque in un certo modo celebravano la morfologia umanoide. Tutte questi argomenti appaiono affascinanti ma non sono ovviamente corredati da prove; solo l'esplorazione minuziosa dei reperti marziani potrebbe fornirci ulteriori ragguagli in merito ma per ora lo sbarco umano su Marte è lontano ed i sondaggi effettuati con capsule orbitanti o strutture robotizzate sono parziali e spesso ammantati da un singolare riserbo da parte della NASA.

Scientificamente quindi siamo al limite che ci viene dall'impossibilità di applicare un metodo sperimentale; per questo motivo non ci resta altro da fare che riflettere sul significato di ciò che vediamo. Facciamo un'ipotesi basata su di un modello nostrano. Chiediamoci quale tipo di civiltà si darebbe la briga di modellare i rilievi montuosi, ricavandovi dei giganteschi bassorilievi raffiguranti volti umani che fissano NON L'ORIZZONTE, MA IL CIELO!

Dovrebbe trattarsi di una comunità che al cielo da grande importanza, che vuole scrutarlo, esplorarlo, non solo ma che vuole FARSI RICONOSCERE DA CHI SI TROVA NEI CIELI!

La storia del pensiero Umano ci ha insegnato che la grandezza volumetrica delle nostre costruzioni è proporzionale alla volontà di far notare la nostra presenza nell'ampiezza degli spazi naturali. Questo ci fa pensare che gli ipotetici architetti dei volti Marziani avessero a cuore che

QUALCUNO notasse la loro civiltà su quel pianeta. Si ripropone quindi un rapporto ABITANTE PLANETARIO/COSMO in cui il primo è chiaramente subordinato al secondo, in cui è insita l'idea che il cosmo sia la casa di esseri superiori che vedono la realtà planetaria da posizioni vantaggiose e che dei pianeti stessi sono capaci di manipolare il destino evolutivo.

Questo pensiero ha rappresentato il perno culturale e religioso dell'evoluzione umana, il motore della nostra storia, in bene ed in male, dalla nascita delle grandi Religioni rivelate fino ai fenomeni esasperati di fanatismo.

Se le tesi sui reperti Marziani sono giuste, la storia si ripete coattivamente nel corso dei millenni, ma da questa ripetitività possiamo estrapolare un nuovo concetto:

ESISTE UN RAPPORTO INSCINDIBILE FRA NOI ED IL COSMO E FORSE UN RAPPORTO DIMENTICATO FRA NOI ED ALTRI ESSERI CHE NEL COSMO SI MUOVONO CON DISINVOLTURA.

PROBABILMENTE LA SUPERFICIE DEI PIANETI E' PER NOI UNA SEDE PRECARIA, DALLA QUALE TENDIAMO A SPOSTARCI VERSO UNA REALTA' SPAZIALE CHE CI ATTRAE ESATTAMENTE COME LA TERRA NATIA ATTIRA AI NOSTRI GIORNI PROFUGHI ED EMIGRATI DI TUTTO IL MONDO.

Dove si trova questa nostra casa d'origine? Chi vi abita?
Quali sono le possibilità di riconoscerla e raggiungerla?


Torna all'Home Page


FastCounter by bCentral