Nel maggio 2000 la sonda MARS GLOBAL SURVEYOR ha fotografato un'altra
enigmatica immagine sul suolo di Marte, precisamente nei pressi del sito
definito Montes Libya, poco distante in latitudine dall'equatore.
Si tratta di un rilievo montuoso che, visto dall'alto, ricorda
stranamente ad un volto.
L'immagine mostra una struttura asimmetrica, somigliante ad un volto umano.
Notiamo dettagliatamente quanto segue, andando dall'alto verso il basso:
1) Una struttura frastagliata a costone che termina in basso con una
sfrangiatura piuttosto irregolare e che chiameremo
SEZIONE 1.
2) Due formazioni avvallate, ovoidali, simmetriche, di cui quella a destra
appare maggiormante irregolare, verosimilmente per l'effetto erosivo di
fattori atmosferici. La chiamiamo SEZIONE 2.
3) Un rilievo centrale allungato, a dorso di sella, che parte da un punto
situato a metà distanza fra gli avvallamenti della sezione 2 e termina più
in basso, apparentemente con due piccole depressioni. Lo chiamiamo SEZIONE
3.
4) Una formazione orizzontale a doppio rilievo, attrasversata da una
depressione lineare che appare perpendicolare alla sezione 3 e che chiamiamo
SEZIONE 4.
5) Un'altra frastagliatura che delimita il contorno inferiore dell'intera
formazione e ci appare anch'essa erosa (SEZIONE 5).
Il margine superiore della struttura è incluso nella sezione1. Il margine
laterale sinistro (SEZIONE 6) è abbastanza regolare e descrive nel suo
insieme una porzione di linea curva.
Il margine inferiore è mal delimitabile per l'irregolarità descritta in
sezione 5, tuttavia la linea curva riprende verso destra per un breve
tratto, andando poi a confondersi con un'altra formazione irregolare e
frastagliata (SEZIONE 7), la quale sembra svilupparsi verso destra, oltre il
limite dell'immagine.
Ad un primo esame, basato sul colpo d'occhio, si ha l'impressione di
trovarsi di fronte ad un volto umano, dalle caratteristiche piuttosto
femminee. L'immagine non appare totalmente frontale ma piuttosto inclinata
lateralmernte, esattamente come se il volto fosse stato ripreso dalla
propria sinistra, mentre era leggermente volto verso il lato opposto.
In dettaglio possiamo azzardare alcune similitudini, analizzando le varie
sezioni.
SEZIONE1. E' molto somigliante ad un pesante copricapo, una sorta di corona
che ricopre anche la fronte, fino quasi agli occhi.
SEZIONE2. Ci ricoda due occhi, piuttosto distanziati, di taglio occidentale.
SEZIONE 3 Appare molto somigliante ad un naso piccolo e piuttosto incavato.
SEZIONE 4 Osserviamo una similitudine sfumata con labbra sottili e piuttosto
larghe.
SEZIONE 5 Non è ben visibile una similitudine con quello che dovrebbe essere
un mento, a causa della irregolarità dei contorni.
SEZIONE 6 Quì abbiamo invece una porzione di curva tipica dell'ovale di un
volto umano.
SEZIONE 7 Anche quì l'irrergolarità non permette similitudini significative,
a parte quella di una capigliatura mossa dal vento che conferisce all'intera
immagine una notevole dinamicità.
Dopo il famoso VOLTO DI CYDONIA, il reperto di Montes Libya è il secondo
accostabile ad un volto umano. Se a ciò sommiamo gli altri reperti
piramidali della valle di Cydonia e quelli triangolari fotografati
nell'emisfero nord del pioaneta, abbiamo una vasta serie di strutture le cui
caratteristiche morfologiche appaiono estremamente improbabili da attribuire
a bizzarrie naturali.
Le condizioni climatiche di Marte sono abbastanza conosciute per farci
concludere che l'ipotesi di una vita biologicamente evoluta sul pianeta è
estremamente improbabile; d'altro canto però resta plausibile l'ipotesi che
il pianeta abbia potuto rappresentare un habitat ospitale in epoche remote
che tuttora non sono databili.
Se ciò è stato reale, non vi sarebbe granchè di strano nel fatto che sul
pianeta si trovino reperti residui di una civiltà evoluta. Restano
comunque strani due aspetti fondamentali dell'intera questione:
1) La similitudine fra strutture megalitiche marziane e strutture piramidali
terrestri.
2) La totale somiglianza fra i cosiddetti volti marziani e quelli dell'Uomo
Terrestre.
3) Il significato di opere architettoniche raffiguranti immagini umane
rivolte verso l'alto.
L'argomento è stato già trattato in un precedente articolo apparso su LA
RETE n.313 del 19/12/2000, interamente dedicato ai reperti della valle di
Cydonia. In quella circostanza è stata vagliata l'ipotesi proposta da
Graham Hancock, secondo cui Marte avrebbe ospitato una civiltà evoluta in un
periodo relativamente recente, cioè fino a 12-mila anni fa. Questa civiltà
sarebbe poi stata distrutta da un bombardamento di meteoriti, lo stesso che
avrebbe provocato sulla Terra la fine dell'ultima Era Glaciale e la
sommersione del mitico continente di Atlantide. La similitudine fra
reperti Marziani e quelli Terrestri dei millenni successivi, veniva spiegata
con l'ipotesi che una civiltà extraterrestre altamente progredita avesse
siminato proprie tracce sui due pianeti in epoche diverse, edificando
monumenti che comunque in un certo modo celebravano la morfologia umanoide.
Tutte questi argomenti appaiono affascinanti ma non sono ovviamente
corredati da prove; solo l'esplorazione minuziosa dei reperti marziani
potrebbe fornirci ulteriori ragguagli in merito ma per ora lo sbarco umano
su Marte è lontano ed i sondaggi effettuati con capsule orbitanti o
strutture robotizzate sono parziali e spesso ammantati da un singolare
riserbo da parte della NASA.
Scientificamente quindi siamo al limite che ci viene dall'impossibilità di
applicare un metodo sperimentale; per questo motivo non ci resta altro da
fare che riflettere sul significato di ciò che vediamo.
Facciamo un'ipotesi basata su di un modello nostrano. Chiediamoci quale
tipo di civiltà si darebbe la briga di modellare i rilievi montuosi,
ricavandovi dei giganteschi bassorilievi raffiguranti volti umani che
fissano NON L'ORIZZONTE, MA IL CIELO!
Dovrebbe trattarsi di una comunità che al cielo da grande importanza, che
vuole scrutarlo, esplorarlo, non solo ma che vuole FARSI RICONOSCERE DA CHI
SI TROVA NEI CIELI!
La storia del pensiero Umano ci ha insegnato che la grandezza volumetrica
delle nostre costruzioni è proporzionale alla volontà di far notare la
nostra presenza nell'ampiezza degli spazi naturali. Questo ci fa pensare
che gli ipotetici architetti dei volti Marziani avessero a cuore che
QUALCUNO notasse la loro civiltà su quel pianeta.
Si ripropone quindi un rapporto ABITANTE PLANETARIO/COSMO in cui il primo è
chiaramente subordinato al secondo, in cui è insita l'idea che il cosmo sia
la casa di esseri superiori che vedono la realtà planetaria da posizioni
vantaggiose e che dei pianeti stessi sono capaci di manipolare il destino
evolutivo.
Questo pensiero ha rappresentato il perno culturale e religioso
dell'evoluzione umana, il motore della nostra storia, in bene ed in male,
dalla nascita delle grandi Religioni rivelate fino ai fenomeni esasperati di
fanatismo.
Se le tesi sui reperti Marziani sono giuste, la storia si ripete
coattivamente nel corso dei millenni, ma da questa ripetitività possiamo
estrapolare un nuovo concetto:
ESISTE UN RAPPORTO INSCINDIBILE FRA NOI ED IL COSMO E FORSE UN RAPPORTO
DIMENTICATO FRA NOI ED ALTRI ESSERI CHE NEL COSMO SI MUOVONO CON
DISINVOLTURA.
PROBABILMENTE LA SUPERFICIE DEI PIANETI E' PER NOI UNA SEDE PRECARIA, DALLA
QUALE TENDIAMO A SPOSTARCI VERSO UNA REALTA' SPAZIALE CHE CI ATTRAE
ESATTAMENTE COME LA TERRA NATIA ATTIRA AI NOSTRI GIORNI PROFUGHI ED EMIGRATI
DI TUTTO IL MONDO.
Dove si trova questa nostra casa d'origine?
Chi vi abita?
Quali sono le possibilità di riconoscerla e raggiungerla?