Gli universi paralleli visti da Wu Ming 5



Autore: Wu Ming 5
Titolo: Havana glam
Collana: AvantPop
Pagine: 410
Prezzo: L. 29.000



Una gemmazione dopo un suicidio rituale letterario. Dall'inafferabile
Luther Blisset, nome multiplo di avventure di vario tipo, al nuovo Wu
Ming, che in cinese significa "senza nome" e che diventa un
laboratorio-impresa di servizi narrativi. I protagonisti di partenza
sono sempre quelli di "Q", romanzo storico letterario di successo, e
di "Asce di Guerra", ovvero Roberto Bui, Giovanni Cattabriga, Luca Di
Meo e Federico Guglielmi. Per la nuova impresa, la prima firmata Wu
Ming 5, quasi come fosse un marchio di garanzia, si aggiunge Riccardo
Pedrini, emiliano, che, in realtà ha scritto in solitudine "Havana
Glam" (collana Avantpop, Fanucci editore), un romanzo che mette
insieme fantascienza, politica, rock e altro.
A metà del ventunesimo secolo il modo è devastato da un catastrofico
conflitto mondiale. Il governo americano, costretto nel sottosuolo,
ma con un apparato tecnologico ancora rilevante, tanto da aver
costruito una macchina per i viaggi del tempo, invia agenti nel
passato per cambiare il corso della storia.
E' un tema classico del genere: il viaggio nel tempo, la
modificazione della realtà, la creazione di una serie di paradossi e
di universi paralleli. In uno in particolare, in piena guerra fredda,
all'inizio degli anni sessanta, è la musica di David Bowie a
destabilizzare il regime cubano: "Se i giocavi cubani volessero fare
i "glam rockers" piuttosto che i pugili si fa notare se David Bowie
fosse affascinato dalle bandiere rosse cosa ne sarebbe di Fidel
Castro e della sua rivoluzione?".
La scrittura di Wu Ming 5 privilegia il dialogo serrato, con un ritmo
cadenzato. E' un testo con alti e bassi, ma non dovuti alla diversa
mano narrativa, ma forse alla difficoltà di reggere un meccanismo
narrativo a tratti decisamente complesso. Poi, ovviamente, c'è il
lato politico, ideologico, quello più attuale dopo quanto avvenuto a
New York.
All'autore abbiamo posto alcuni quesiti: Wu Ming corre il rischio di
diventare il logo dei "no logo"? "Dato il clima che si è creato nel
paese spiega Riccardo Pedrini, l'ultimo dei Wu Ming credo si rischi
piuttosto la messa all'indice o peggio". Comunque ci sarà anche un Wu
Ming 6: "Il progetto è tendenzialmente inclusivo, lo avremo ma non in
questa fase". Che è quella dove l'America "brutta, sporca e cattiva"
che si legge nel romanzo non è molto di moda. "Forse il riferimento è
al presunto anti-americanismo spiega Riccardo Pedrini di Wu Ming o
del Movimento, due realtà che alcuni tendono impropriamente a
sovrapporre. In realtà la maggior parte dei riferimenti culturali
sono americani. Da Thoreau a Melville a Whitman, da Kerouac a
Borroughs. Da Malcom X a Mohammed Alì; James Brown o John Coltrane.
La costituzione americana, che anche Ho Chi Minh riteneva un testo di
riferimento, garantisce il più importante tra i diritti, quello della
ricerca della felicità".
Che vi riguarda direttamente. "E' una cosa nella quale Wu Ming è
costantemente impegnato. Quindi non possiamo essere
costituzionalmente antiamericani, impregnati come siamo della cultura
di quel paese. Ma credo però che sia doveroso e legittimo opporsi
alla politica Usa in questo momento; così come quando si bombardava
Belgrado o, in altri tempi, il Vietnam del Nord. D'altra parte, al di
là della cultura, gli Usa sono il mastino dell'impero neo-liberista,
vale a dire l'impero del peggio. Eppure ci piacerebbe amare gli Usa
ancor più incondizionatamente...". Perché il viaggio nel tempo, topos
forse stereotipato, della fantascienza? "Il viaggio nel tempo è un
luogo letterario di un genere, la fantascienza, che, quando è ben
scritto, illumina i lati oscuri del presente, del quotidiano. E non
credo che sia uno stereotipo".


Links:
www.fanucci.it

di Luigi Luminati




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