Dal suono primigenio si formarono i mondi

 

In principio era il Logos / e il Logos era presso Dio / ed era Dio il Logos. / Questi era in principio presso Dio. / Tutto fu fatto per mezzo di lui / e senza di lui nulla fu. (Vangelo secondo Giovanni)

Questo è un testo celeberrimo che ricorre, tra l'altro, nella liturgia cattolica natalizia. In una delle scene del "Faust", Johann Wolfgang Goethe presenta il protagonista del dramma nel suo tentativo di tradurre il versetto iniziale del prologo del Vangelo secondo Giovanni: "In principio era il Logos". Per il tormentato eroe goethiano quel termine apparentemente semplice, Logos, costituisce un reale ostacolo. Se infatti qualsiasi dizionario insegna senza equivoci il senso letterale di logos, ossia "parola" o, più aulicamente, "verbo" (per cui le versioni in lingua italiana recitano di solito "In principio era il Verbo"), queste poche lettere dell'alfabeto greco sono tese nello sforzo d'abbracciare e contenere un immenso arcobaleno di significati. Goethe, per interposizione di Faust, ne esamina alcuni: "In principio era l'Idea", "In principio era la Forza", "In principio era l'Azione". Tempo fa mi sono imbattuto - nella prefazione al monumentale "Traitè de musique, de couleurs et d'ornitologie" di Olivier Messiaen - nel suggestivo: "In principio era il Ritmo", espressione che non ho potuto evitare d'accostare a "In principio era il Suono", un motto a me particolarmente caro.

Eppure, quando sia riconosciuto il valore effettivo del termine "parola", questa rimane forse la traduzione migliore. La parola come suono e ritmo, come espressione di un'idea, come forza feconda e creativa. Un tempo si consideravano le parole dette ed i suoni come delle entità capaci d'evocare le realtà fisiche corrispondenti, donde il potere efficace delle formule magiche. Lo stesso atto creativo primordiale è sovente descritto come un dire dell'Entità divina: "E Dio disse: sia la luce. E la luce fu."

L'incandescenza sapienziale dell'ignoto autore dell'inno giovanneo (giacché quella all'evangelista Giovanni è soltanto un'attribuzione tradizionale) cerca di condensare in uno spazio verbale limitatissimo un'eredità filosofico-religiosa di straordinaria ricchezza. Senza il Logos nulla poté esistere di quanto percepiamo coi nostri sensi corporei e psichici; esso era presso il Creatore, Gli era tanto prossimo anzi da potersi identificare con Lui. Come scordare qui quel passo dei "Commentari sul Shiva-sutra-vimar-shini" d'origine indiana ove si afferma che "il bindu" (il punto che costituisce il limite tra il non-manifestato e il manifestato, fra il non-spaziale e lo spaziale), "tendendo a dare un'esistenza palese alle potenzialità delle cose che esistono in lui sotto forma d'intenzione, di pensiero non formulato, inizia a vibrare trasformandosi esso stesso in una vibrazione primordiale di natura sonora"? Dal Suono primigenio germinano e fioriscono le galassie, i mondi, le acque, la vita. Tutte le realtà sensibili sono come l'eco della vibrazione del "bindu" (del Verbo) e ad esso aspirano profondamente a riaccordarsi e conformarsi.

La musica, l'arte che utilizza i suoni fisici organizzandoli, è dunque uno dei veicoli attraverso cui l'essere umano risente l'eco della sua dimensione originaria e al tempo stesso un mezzo che, misteriosamente, può riconnetterlo alle sue radici.

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