La stilografica è relativamente
di recente invenzione, se confrontata con l'oggetto del suo utilizzo: la
scrittura.
I primi brevetti veramente validi per la costruzione di stilografiche sono della seconda metà dell'ottocento. Analizzando la vita di questo prodotto si può stabilirne la sua oggettiva scomparsa, nell'uso comune, avvenuta con l'ascesa della biro, nel 1950. |
Quindi solo 50-60 anni di utilizzo
del prodotto "stilografica" senza contare i primissimi anni di produzione
nei quali le penne prodotte non si discostavano molto dalle penne da calamaio.
Ma iniziamo a parlare dei Designer che hanno lavorato per le industrie di stilografiche. Grete Gross (Gre-Gro) come direttore artistico della Montblanc-Simplo GmbH, a partire dal 1918, ha preso molto dallo stile Bauhaus per disegnare addobbi di negozi e campagne publicitarie. |
Ma era ancora presto per intressarsi
al prodotto "stilografica" da parte di un designer. Sebbene le penne Montblanc
dopo il 1918 siano notevolmente più armoniose delle precedenti,
non si ha nessuna notizia sulla influenza di Gre-Gro
nella produzione.
Nel 1929 l'avvento della celluloide nella costruzione delle stilografiche crea una vera e propria rivoluzione estetica. Ma ancora non ci siamo. |
Le case produttrici si affidavano ad artigiani, si copiavano fra di loro o, nel migliore dei casi, si affidavano ad idee personali a volte geniali di manager o rappresentanti particolarmente dotati: tutto ciò ha creato stilografiche bellissime e, secondo me, a volte, oggetti di industrial design. |
E' stata la Parker all'inizio degli anni '30 a chiamare Joseph Platt per disegnare qualcosa di distintivo per un nuovo modello "Parker Vacumatic". La nuova clip è fatta a forma di freccia che sarà il simbolo della Parker fino ai nostri giorni, in più, anche il pennino ha una freccia disegnata. Neanche a dirlo è stato un successo: La Vacumatic esce nel 1933, solo un anno prima era stato eletto F.D.Roosvelt alla presidenza degli Stati Uniti e gli USA erano ancora in ginocchio per la grande depressione, ma la penna nella versione standard costava $7.5 e nella versione oversize la bellezza di $10. Forse questa freccia che spuntava dal taschino era un necessario simbolo di benessere? Forse si forse no comunque la penna è bellissima. | Vacumatic | |
Ancora la Parker nel 1939 durante
il declino della Vacumatic affida a Laszlò
Moholy-Nagy l'impegno di un nuovo
modello questa volta rivoluzionario, sta nascendo la "Parker
51".
Elementi estetico-costruttivi di questa penna sono:
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"51" |
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Certo che le guerre incrementano
le vendite delle stilografiche perchè ogni soldato ha con se un'
arma per sparare ed una penna per scrivere a casa, ma la seconda guerra
mondiale è stata oggettivamente troppo.
Aurora e Montblanc quasi completamente distrutte, produzioni bloccate in molte fabbriche europee per mancanza di materie prime o diminuzioni drastiche della qualità nei paesi occupati o liberati. Negli Stati Uniti parte della produzione delle case costruttrici di stilografiche è stata riconvertita in proiettili ed esplosivi. Ma anche questa pazzia finisce è il 1945. |
La Wahl ha in produzione la Skyline,
anche lei un successo assoluto, non vuole perdere il primato dopo la guerra
e quindi mette in produzione la "Fifth Avenue" che cerca di scimmiottare
la "51" con il pennino carenato, ma non è facile copiare Nagy
anzi impossibile. Allora? Niente paura affidano la prossima penna a R.
Loewy. Chi è R.
Loewy ? Avete presente la bottiglia
della Coca-cola il logo della Shell e della Luky Strike? be! E' lui. E'
Symphony. Era chiaro che per le stilografiche
il reale utilizzo stava terminando: stava nascendo la biro. Era la fine.
Bisognava cambiare e per cambiare bisognava tornare al passato cioè
pennino scoperto, cappuccio a vite e niente copie delle Parker "51". Saranno
così le penne del futuro. La Symphony è così,
ma era troppo presto. La stilografica disegnata da Loewy
è un fiasco e la Wahl vende la
divisione scrittura alla Parker nel 1957.
ADDIO Eversharp. |
Symphony |
In Italia, dopo la seconda guerra
mondiale, quasi tutto deve rinascere da zero anche l'Aurora. Nel 1945 in
Europa solo la Regia, una marca spagnola, aveva in produzione una biro.
Il dilemma è continuare a produrre stilografiche o buttarsi sulle
biro? Nessun dubbio, bisogna contattare Marcello
Nizzoli per un nuovo modello. Nasce
l' "Aurora 88". Certamente stilografica. Certamente
influenzata dalla "51", l'Aurora è però superiore nelle finiture,
nella qualità e nei materiali. Veniva venduta in un astuccio molto
particolare. Rigorosamente nera anzi solamente nera. Il corpo in celluloide,
giunzione e fondello in ebanite, design alla moda, cappuccio in metallo.Questa
penna unisce passato e presente per un oggetto che ormai non ha più
futuro. Nei primi cinque anni vende più di un milione di pezzi.
E' la penna della rinascita italiana, moderna, affidabile, grande (esisteva
solo una misura: grande).
L'Aurora è salva. |
"88" |
Continuerà a produrre penne stilografiche sulla scia della "88" con riserva magica "98", con cartucce "Duocart" (nel 1954 in contemporanea con l'ultima Waterman USA)o "888" ed ancora l'Auretta. Ma l'aria si fa pesante, ormai le biro funzionano bene, le stilografiche si vendono poco e si venderanno sempre meno. Ora c'è la bic: l'era della scrittura con la stilografica è finita. Ancora l'Aurora risolve il problema chiamando un designer Marco Zanuso e dalle sue mani nasce la Hastil e la Thesi, la prima una stilografica la seconda una biro.Nulla è lasciato al caso tutto è curato dall'astuccio alla confezione dell'astuccio, dalle cartucce di ricarica al converter, dall'accaio della penna all'oro bianco del pennino. Una Hastil ed una Thesi sono nella collezione permanente del Musem of Modern Art di New York. |
Hastil |
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Spero di esservi stato di aiuto per contattarmi : dado.m@tiscali.it |
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