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Franco Paolo Bona: La nuova voce

Franco Paolo Bona è una delle innumerevoli voci di quel panorama semi sommerso di poeti che popolano la nostra terra e che difficilmente possono emergere dall'anonimato a cui sono costretti dalla editoria convenzionale. La nostra rivista dà però spazio a queste voci, perché non restino intrappolate nelle ragnatele del silenzio e possano quindi finalmente farsi sentire esprimendo tutto ciò che hanno dentro.
Le liriche di Franco Bona sono caratterizzate da una forte accentuazione intimista che prendono spunto dal suo vissuto quotidiano e dalle sue passioni come la natura e la sua vicinanza a pratiche olistiche come il reiki e la biodanza.
Ha iniziato a scrivere fin dagli anni '60 districandosi in diverse forme letterarie quali i racconti e le cronache dei suoi innumerevoli viaggi. Negli ultimi anni, il suo io più profondo ha trovato nella poesia la sua prediletta forma d'espressione. Alcune sue poesie sono state pubblicate dalla casa editrice OTMA.

FEDERICA

Il colore del cielo d'un radioso mattino,
un campo esteso di azzurri fiordalisi,
la colorata trasparenza del mare del Sud,
la veste di un angelo disceso dal cielo:

tali mi apparvero i tuoi occhi celesti
nell'isola magica che ci ha fatto incontrare;
ebbi occasione di fissarli a fondo
e piano piano avvicinarli ai miei.

Un forte brivido sentii scorrermi dentro,
celesti visioni mi apparvero intorno:
c'era l'Universo, nel profondo colore
che risplendeva negli angelici occhi.

Il mondo terreno, come quello celeste,
tutto era fuso in divina armonia.
Quando vorrò rivedere un angelo
sempre i tuoi occhi saranno nei miei.

I TUOI OCCHI

Ogni giorno, da quando t'ho conosciuta,
mi ritrovo a pensare ai tuoi occhi:
e ogni volta che me li raffiguro,
o ancora meglio, quando posso vederli,
vorrei per incanto entrarci dentro
per poter scendere fino al tuo cuore:
sentire il suo battito insieme al mio
sulle note di una ritmica melodia,
con la quale può danzare la vita.
Non sono io a dirti queste parole:
è il mio cuore che s'è messo a parlare
in questi versi, forse poveri in forma,
ma ricchi d'Amore e sincera stima
che auguro possano in te entrare
come i tuoi occhi sono entrati in me.
Anche se la vita non ci ha permesso
di poter stare sempre vicini,
vorrei che almeno lo siano i cuori
per gioire entrambi del disegno divino
che due angeli ha fatto incontrare!

RITORNO IN TOSCANA

Colli, stelle, limpido cielo,
luna che brilla come faro.
Guardo intorno, sento musica:
è vicina ma pare lontana,
sembra tutto come un anno fa.
Ma non lo è! C'è del nuovo:
ci penso e scopro che la novità
sta in me, che sono diverso.
Diversamente avverto il bene
che sento attorno a me,
nella natura, nella gente, ovunque,
ma soprattutto nel cuore di chi
prova piacere a starmi vicino.

PETTIROSSO

Bentornato pettirosso,
piccolo, simpatico volatile,
che con l'inconfondibile richiamo
addolcivi sempre il mio cuore,
quando stavo ad ascoltarlo
vicino a lei, sul far del giorno
o nella prima oscurità serale.
Ora il ripetuto tuo suono
ancora ricorda quei momenti,
che vorrei cancellare in me.
Ma non mi riesce possibile,
perchè quello fu veramente
il più grande amore della mia vita,
che mai più altrove ho ritrovato,
nè credo ormai io possa più sperare.

CAPODANNO 2001

Notte inoltrata sui colli toscani,
un gelido vento li sta carezzando
sotto la luce di migliaia di stelle:
la prima notte del nuovo millennio.

Nel caldo casolare che ci ha ospitato,
ormai pochi amici osteggiano il sonno
e si adagiano sulle note melodiche
della soave, angelica voce di Enya.

Sto per ranggiungere la mia stanza
attraversando il quasi buio cortile:
alzo lo sguardo stanco verso le stelle
che mi appaiono tante, tante più ancora.

Mi fermo un attimo, come per incanto:
quella lontana voce mi sembra un eco
di un canto di angeli sulle colline,
in vocale armonia col rigido vento.

Ancora un minuto, e un momento ancora:
non sento più nè freddo nè sonno.
Sono rapito da quelle magiche note
che sembrano giungere proprio dal cielo.

Il brano musicale sta volgendo alla fine:
un forte brivido prende tutto il mio corpo,
ma soprattutto lo avverto nel cuore:
è un momento di comunione divina.

Passano i giorni, ma in molti momenti
ho sempre in mente quel canto stupendo
che mormorava sotto le mille stelle:
"don't say adios, say adios, goodbye".