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Cinema d'autore

di A. Arpen


La stanza del figlio è l'ultimo capolavoro di Nanni Moretti. Una delicata e commovente storia d'amore di un padre verso un figlio che muore prematuramente in un tragico incidente. La semplicità e l'eleganza utilizzata dal regista nell'affrontare un argomento così toccante rende questo film unico. Non è facile investigare dentro di sé e trovare la forza e la dignità per affrontare un evento così doloroso come é quello della morte di un figlio, la morte di una parte di se stessi. I sogni, le speranze di veder proiettate le proprie ambizioni nella vita del proprio figlio, unico maschio della famiglia, vengono di colpo cancellate e sembra poi, non rimanere nulla. Il primordiale bisogno dell'uomo, quello della continità della specie svanisce in fondo al mare senza un perché capace di spiegare gli eventi. Nonostante tutto occorre andare avanti, occorere evitare di piangersi addosso cercando giustificazioni che nel fondo non hanno alcun senso. Ed ecco perché il regista fa entrare in scena la ragazza con cui Andrea (il figlio) ha condiviso una storia di tenera amicizia che i genitori non conoscevano. Questo elemento apre uno squarcio su una realtà molto diffusa quanto ancor poco evidente nella società d'oggi: i genitori non conoscono i loro figli, non conoscono le loro abitudini, le loro amicizie,restano lantano dalle loro realtà quotidiane. Solo al verificarsi di eventi per lo più traumatici i gentitori sembrano aprire gli occhi e scoprono aspetti dei loro figli che fino a quel momento erano per loro del tutto sconosciuti. Moretti ricerca un riavvicinamento tardivo con suo figlio, andando alla riscoperta di quel mondo sommerso in cui il figlio era vissuto fino a qualche tempo prima, coinvolgendo tutta la famiglia. Questa è per il regista romano l'unica forma di vincere la solitudine originatasi con la prematura scomparsa del proprio figlio. Una storia, quella raccontata da Moretti che lascia inevitabilmente un segno dentro ogniuno di noi e che ci invita a riflettere sulla realtà giovanile ai giorni d'oggi. Non è un caso infatti che questo film abbia vinto il premio come miglior film all'ultima edizione del Festival del cinema di Cannes.