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IL GLADIATORE
(di Laura Mambelli, lativvu.com)

 

Quasi meglio di un fumetto, sicuramente meglio di "Ben Hur", a volte quasi come "Mission Impossibile". Anche a chi ai film d’azione preferisce le commediole leggere, e chi ai film storici preferisce "Matrix", a chi "no dai un colossal proprio non lo reggo" questo film di grande pretese e di poco sforzo pubblicitario non può che apparire almeno almeno affascinante. Chi invece ci va per curiosità, quasi due mesi di programmazione una ragione l’avranno pure, non potrà che sentirsi catturato. Ingabbiato nel vero senso della parola.

L’epoca è troppo lontana, troppo lontani i costumi e il nobile onore per cui questo bellissimo Russel Crow combatte, tutto troppo lontano, persino le tigri, eppure ci si ritrova dentro lo schermo solo a due minuti dall’inizio della pellicola. Non c’è nessuna pretesa di realtà e questo mette il buon Ridley Scott al sicuro di molte critiche. Così di critiche niente, a nessuno verrebbe in mente di farle, siete troppo presi dalla storia, dalle immagini: dipinti del computer, come altro definirle, e tanta confusione nelle iniziali scene di guerra. Tanta confusione di fotogrammi, vi viene il dubbio che li abbia sparsi sul tavolo e montati come poi li pescavano a caso i primi che passavano di lì, e in mezzo al caos, ci si confonde e quando siete confusi ormai è fatta, siete ancora lì che cercate di capire chi è stato ferito, chi è morto, chi vince, che fine ha fatto il cane, e ormai è fatta. E quando uno è confuso che fa? Si fa guidare, e il miglior accompagnatore che possiate trovare è certo Massimo, che già sapete che vince, con quella faccia da duro per onore ma tenero per amore,e poi il fantastico lavoro dei doppiatori non danno scampo. La battaglia non è nella arena, è quella già vinta con lo spettatore: colpito e affondato. A questo punto potete godervi la storia, le scene, i dialoghi lineari e adeguati ai costumi ma senza cadere nel gergo antico; potete godervi la grande cura di ogni piccolo particolare, la recitazione e anche un po’ di compassione per il cattivo, che contrariamente alla tradizione non è brutto né calvo, ma bello e bravo: Commodo il fratello piccolo e nascosto del più famoso e scomparso River Phoenix. C’è quasi tutto ne "Il gladiatore", non manca nemmeno la parte sentimentale, la storia d’amore, non mancano nemmeno i personaggi marginali, che appaiono per poco ma che vengono descritti accuratamente: come il nipote di Comodo o il proprietario dei gladiatori. Quasi tutti personaggi a tutto tondo che cambiano nel corso della storia, tutti tranne il buono e il cattivo. Il ritmo della pellicola è scandito e segue il respiro della storia, un film storico che non annoia, un film d’azione che non esaspera.

Tutto fatto e pensato per portare lo spettatore a guardare le ultime scene seduto direttamente sui gradoni del colosseo, e uscire dalla sala con un po’ di sabbia tra i calzari e con la voglia di sperare in una insurrezione di Massimo, anche nostro generale, per la conquista di Roma.

 

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