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CORRIERE DELLA SERA Censura sul film che offende il
Papa Tolta una frase nella traduzione di «Vergine dei sicari» premiato a Venezia
La pellicola racconta amori omosessuali in
Colombia. Denuncia dellArcigay: «Episodio grave». Il distributore Bim ammette la
manipolazione
L ultima
polemica della Mostra di Venezia scoppia ritardata, a Lido già deserto, quando Franco
Grillini, presidente dell'Arcigay, si accorge che nell'edizione italiana del film «La
vergine dei sicari» di Barbet Schroeder, gangster story e storia d'amore omosessuale tra
uno scrittore di 55 anni e un ragazzo di 16, è stata modificata una frase. Che in
originale suonava: «Chi non fa sesso impazzisce, basta vedere il Papa che fa discorsi
farneticanti e bacia la terra», mentre nel film doppiato e distribuito dalla Bim suona
invece così: «Il mondo senza sesso non può vivere». Censura strisciante, sommersa.
Valerio de Paolis, che dirige la Bim, già attaccato mesi fa per i quattro minuti di
taglio operati senza avvertire il regista del capolavoro «L'umanità» del francese
Dumont, sostiene che «si tratta di un dettaglio e il senso del film non è stato
alterato». Sarà. Ma la battuta è diventata, per dir così, «esistenziale», generica,
tornando ai vecchi tempi quando si poteva ironizzare su tutto eccetto il Papa e il
Presidente della repubblica. «Viene a mancare il senso anticlericale, come dire: guarda i
preti, fanno la morale, ma poi sono i primi a non rispettarla» specifica Grillini.
Michele Bonatesta, di An, protesta vibrato perché questo film ha ottenuto la Medaglia
d'oro del Senato, «un premio istituzionale. La Bim ha fatto il minimo che si poteva fare
modificando il dialogo». Ma il risultato finale, secondo il politico, non cambia e resta
grave. La sera della premiazione, all'annuncio del premio del Senato a un film così
trasgressivo, dalla sala stampa, che ha riso e irriso no stop sulla diretta tv, è salito
un grido: «Fatelo vedere a Mancino!». Grillini è però piacevolmente stupito dei
giudizi positivi di parte della stampa cattolica. «L'episodio è gravissimo, perché
testimonia l'invadenza della cultura clericale ed è l'esempio di una grave autocensura
preventiva, dato che il film non è stato doppiato negli ultimi tre giorni, quindi tutto
era preparato».
Dopo «L'umanità», ancora un episodio sgradevole, che mette in forse la libertà
d'autore proprio dalla Bim che ha portato in Italia film straordinari: nessuno è
obbligato a distribuire un film polemico, ma se lo si accetta lo deve anche rispettare, e
rischiare. Probabilmente gli strali del Papa contro i gay in luglio hanno lasciato il
segno e qualche timore in più. Ma per avere i dati della polemica bisogna ricordare che
lo scrittore cui il regista si è ispirato (il libro «La vergine dei sicari», edito in
Italia da Guanda), è anche sceneggiatore del film, e al Lido aveva pesantemente
polemizzato con Giovanni Paolo II. «Ma è chiaro» continua Grillini «che il film è
tutto violento contro il potere della chiesa: una battuta parla di "pallottola
pregata", cioè bagnata con l'acqua benedetta perché vada a segno, come fosse la
Madonna a mirare».
Ma finora gli incassi sono miseri: in 20 copie «La vergine dei sicari» ha incassato 30
milioni, mentre il Leone d'oro «Il cerchio» di Panahi in 8 copie, che presto saliranno a
30, ha incassato 85 milioni, con medie per sala altissime, sempre tutto esaurito a Milano
e secondo miglior incasso assoluto a Roma, a distanza di sole trecentomila lire: 15
milioni e centomila per le donne di Teheran.
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