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CORRIERE DELLA SERA

FESTIVAL Nella giornata finale della rassegna anche le dimissioni del direttore Muller

Locarno, vince una pellicola censurata dalla Cina E Villaggio attacca la Svizzera: sfrutta gli italiani

L’attore protagonista di una storia sui nostri emigranti: «Ho scoperto quante umiliazioni hanno dovuto subire qui»

DAL NOSTRO INVIATO
L OCARNO - Come volevasi dimostrare, ha vinto il cinese che sparla di padre, partito e famiglia. Ancora una volta, l'ultima del direttore Marco Muller che, salutato con affetto, ha annunciato l'intenzione di dedicarsi ora alla produzione, il cinema asiatico ha fatto man bassa. Il Pardo d'oro del Festival è andato all'interessante processo di famiglia di «Baba», il film di Wang Shuo, proibito da Pechino ma corteggiato con serenate festivaliere da Muller dal 1995, prima che finisse nel dimenticatoio centrale del partito. «La vittoria a Locarno - ha detto il regista-scrittore che ha portato il film clandestinamente - è l'unica possibilità che ora mi riconoscano, come è successo con Zhang Yimou, oggi un idolo e il cui cinema peraltro non mi piace».
Pardo d'argento a Hong Kong («Little Cheung» di Fruit Chan, prodotto anche col salvadanaio svizzero della Monte cinemaverità), ma il premio speciale della giuria ha visto alla ribalta, dopo 15 anni, un film italiano, «Gostanza da Libbiano» di Benvenuti, il nostro Dreyer. Opera meritoria che sarà diffusa presso gli spettatori d'essai col circuito Lab 80, mentre «Azzurro», il film italo svizzero di Denis Rabaglia che va dove lo porta il cuore di uno straordinario Paolo Villaggio, nonno che cerca i soldi per ridare la vista alla nipotina, per ora non ha ancora una distribuzione da noi. Ma il pubblico apprezza, mentre «Hollow man» si è preso sì il premio degli spettatori, ma anche un po' di fischi. Con «Azzurro», che racconta anche storie di emigrati italiani e rilancia la canzone di Conte e Celentano, siamo in dichiarata zona sentimentale, ma con un bel giro narrativo e un vero tocco di classe drammatica di Villaggio. Che, passato lo choc di avere avuto dalla hostess in aereo, invece della cintura, una «prolunga per deformi» molto fantozziana, si dichiara più buono per via dell'età.
Spara solo sul Paese ospite. Nel film c'è un «Vaffan-Svizzera» che fa il paio con la «Corazzata Potemkin è una boiata pazzesca»: «Preparandomi ho scoperto le angherie e le umiliazioni che gli svizzeri hanno sempre inferto ai nostri lavoratori che andavano a costruire le loro case senza il diritto di abitarle, isolati nelle baracche. Eppure credevano di stare in un paradiso, perché ci lavoravano, erano giovani, avevano lasciato mogli mostruose. E oggi? Stando tre mesi in Svizzera ho scoperto che sono razzisti come noi verso il loro Meridione, il Canton Ticino, sono gente molto infelice, mi dicono che i giovani usano molta ecstasy ed è noto lo scandalo bancario per cui tutti i bottini di Tangentopoli passano di qua. E quando loro facevano i referendum per respingere i diritti degli stranieri, noi ci scandalizzavamo: oggi discutiamo su come e quando sparare agli scafisti albanesi, ma non ho mai sentito il Papa dire che sono nostri fratelli».

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