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LA REPUBBLICA

"Italia, la mia nostalgia"
Eastwood riceve il Leone: "Ho cominciato qui"

dal nostro inviato MARIA PIA FUSCO

VENEZIA - Si comincia con gli "space cowboys", le personalità e i primi divi presenti che sfileranno sulla passerella in leggera salita allestita davanti al bianco Palazzo del Cinema, protetta dalle transenne dietro alle quali si raccoglierà la folla dei curiosi (ieri notte gli ultimi preparativi), una sosta nell'atrio a beneficio dei fotografi e la sistemazione in sala. Sono le immagini iniziali della cerimonia di apertura della 57esima Mostra, trasmessa stasera su Telepiù in chiaro, a partire dalle 19. Chiara Caselli è la madrina della serata, che, a parte l'ufficialità dell'inaugurazione e la presentazione della giuria, è dedicata soprattutto a Clint Eastwood, introdotto da un montaggio curato da Enrico Ghezzi e un contributo filmato con Sergio Leone che parla dell'attore. Il momento più atteso è quello in cui Sharon Stone salirà sul palco per consegnare a Eastwood il Leone d'oro alla carriera. Spente le telecamere, al pubblico in sala sarà presentato Space cowboys.
Venezia onora Clint Eastwood, Clint Eastwood, all'incontro di ieri, ricambia "commosso e grato per un riconoscimento prestigioso che mi è molto caro, perché viene dal paese dove 38 anni fa ho cominciato la mia carriera e al quale penso sempre con grande nostalgia. Non è per caso che in Space cowboys, quando dallo spazio guardiamo la Terra, il mio sguardo si posi sullo stivale dell'Italia".
In compagnia di Donald Sutherland il saggio, Tommy Lee Jones il burbero, James Garner lo scanzonato: l'immagine che offrono nella vita corrisponde a quella dei loro personaggi nel film. Quattro bravi ragazzi d'età, che viaggiano ciascuno con la moglie o la fidanzata - molto più giovani le compagne di Eastwood e di Sutherland - e ieri le signore, armate di dollari e macchine fotografiche si sono impegnate in shopping e turismo, riunendosi ai partner per la cena privata della Warner Bros al Cipriani in onore del cast del film, alla quale sono stati invitati Paolo Baratta e Alberto Barbera. Unica ospite estranea al film è stata Sharon Stone.
Il film ha già avuto la benedizione di tanti veri astronauti della Nasa, che lo hanno definito non "fantascientifico" bensì "una storia di fiction possibile". E pensare che nessuno dei quattro ha mai vissuto il sogno dello spazio. "Quando eravamo ragazzini noi il viaggio sulla Luna era fantasia, gli eroi dello spazio erano solo quelli dei fumetti e dei romanzi di fantascienza", dice James Garner (72 anni). Anche Clint Eastwood, che pure è pilota di elicotteri, è "troppo vecchio per aver sognato lo spazio da bambino. Ricordo che ero in Jugoslavia proprio con Donald quando il primo uomo toccò la Luna, un evento che ci eccitò moltissimo. Ma ciascuno deve conoscere i propri limiti: mi eccita molto di più quello che succede sulla Terra".
Neanche Tommy Lee Jones (52) ha mai "desiderato fare l'astronauta, sono nato e cresciuto nel Texas, il mio sogno è sempre stato quello del cowboy. E ho avuto la fortuna di realizzarlo". Però, aggiunge l'attore, che ha due ranch con mucche e cavalli, uno nel Texas l'altro a Chihuahua, "il mese scorso, quando siamo andati a Houston per la promozione del film, avevo con me mia figlia di 8 anni che un'astronata, una donna di colore che è anche pilota di caccia, l'ha accompagnata spiegandole tutto quello che vedevamo. Gli occhi di mia figlia erano sempre più accesi di meraviglia e di stupore. Quella donna è un vero eroe, ho pensato, di quelli capaci di stimolare i sogni della gente".
Sutherland è stato molto colpito dagli astronauti: "Quelli con cui abbiamo lavorato sembravano monaci, vivono come in un monastero, lavorano a squadra con una solidarietà incredibile, come se avessero cancellato l'ego. Secondo me si tratta comunque di Frontiere, il rapporto dell'astronauta con lo spazio è lo stesso dei cowboys con il Far West, cercare nuove frontiere, questo mi affascina. E trovo che il film sottolinei due qualità essenziali per certe imprese: saggezza ed esperienza, che appartengono all'età adulta".
Eastwood, con la sua caratteristica tendenza a sfumare nell'ironia - alle domande da cinefilo si sottrae più per discrezione che per ignoranza - sorride: "Io penso comunque che il gioco dello spazio sia più adatto ai giovani. Se dovessi fare realmente e senza l'aiuto degli effetti speciali tutti quei movimenti, il mal di schiena mi paralizzerebbe. Forse è questione di allenamento, come ha dimostrato John Glenn tornando nello spazio a 77 anni. Non è vero che la sua impresa ha ispirato il film, il progetto era già in preparazione da tempo, però ci è servito di incoraggiamento, abbiamo lavorato con più entusiasmo".
Tanto entusiasmo che i quattro protagonisti appaiono anche nudi.
"Non ho fatto il film per mostrare le nostre nudità, era necessario spogliarci nella sequenza in cui ci si sottopone ai normali esami clinici di un astronauta. Ci siamo spogliati senza pensarci troppo, era da copione. Certo, siamo un po' ridicoli, tutti lì con le nostre cose in mostra", dice Eastwood. "Nella finzione sono pronto a tutto, anche a spogliarmi. Nella vita, se voglio buttarmi nella piscina del Cipriani, aspetto la sera quando non c'è più nessuno", continua Sutherland. "La nudità nel cinema è un'idea come tante altre. Per me è come un altro giorno in ufficio", taglia corto Jones.
"Sono solo un attore che ha sempre lavorato duramente", risponde Garner a chi gli chiede una definizione di se stesso. Sutherland quasi si commuove: "Sono solo un partner e un marito. È mia moglie che decide quello che devo fare, io eseguo soltanto". "E' difficile per un attore definirsi. Il bello di questo lavoro è che puoi essere tante cose, tante identità, vivere tante situazioni diverse. Poi, quando ti trovi di fronte a te stesso persona, quasi non riesci più a vederti", dice Eastwood. E Jones, brusco: "E' una vita che cerco di usare tutta la mia creatività e di sfuggire da schemi e caselle, proprio per non permettere a nessuno di definire chi sono, tanto meno a me stesso".

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