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LA REPUBBLICA

Albanese e Bentivoglio
la riscossa dei quarantenni

La lingua del santo

Uno si chiama Antonio ed è Antonio Albanese, un tipetto che vive alla giornata, furtarelli come capita. L'altro si chiama Willy ed è Fabrizio Bentivoglio, che sarebbe più integrato se a un certo punto non ne potesse più di un lavoro alienante e di una donna scocciante. Si ritrovano al bar Antille ad osservare il mondo che cammina, finché un giorno si ritrovano per le mani un affare straordinario: si sono impossessati per caso della preziosa reliquia, la lingua del Santo. Siamo nell'efficiente e solerte Nord-est, il santo è sant'Antonio di Padova. Al bar Antille e dintorni, ma anche sui giornali e alla tv, non si parla d' altro. Ma chi può credere che la reliquia è nelle mani di due perdigiorno come Antonio e Willy? I quali esitano a lungo, ma poi prendono la storica decisione di chiedere un riscatto nientemeno che al Papa. Uno sberleffo all'annata del Giubileo? Non proprio. Secondo Mazzacurati il tema del film è l'amicizia e soprattutto la crisi di un paio di quarantenni, incapaci di adattarsi ad una società che corre troppo in fretta e lascia indietro chi non ce la fa. La donna è Isabella Ferrari.

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