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CORRIERE DELLA SERA

IL FENOMENO Tanti delusi alle biglietterie del Lido, difficile trovare posto per le pellicole più attese. Gli organizzatori: il Web è un sistema democratico, vince le distanze

Internet ora batte gli spettatori in coda: le prenotazioni online fanno il «tutto esaurito»

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
VENEZIA - «Nooo!». È un coro di delusi quello di fronte alle biglietterie del Lido, dove uno spietato cartello avverte che per «Dr. T and the women» c'è il tutto esaurito. «Nessuna possibilità», conferma una ragazza allo sportello e lo sconforto aumenta. Il film di Altman è una delle ciliegine di questo festival: che si fa, si rinuncia? Eppure bastava poco: un paio di click su www. labiennale.org, finestrella-cinema, e si poteva (e si può) prenotare i biglietti per tutti i film.
Ecco una prima indicazione a latere della rassegna veneziana: fra gli affezionati spettatori, la squadra di Internet segna un clamoroso gol a quella che aspetta paziente davanti al botteghino. Non è soltanto una novità di metodo. È il principio della fine d'una consuetudine vecchia quanto il festival: la romantica attesa del posto in coda, magari con alzataccia mattutina, viene superata anche qui dalla velocità del web.
Allo zoccolo duro dei delusi rimarrà il consueto ventaglio di estremi tentativi, tipo quello di imbucarsi nel gruppo degli accreditati, sperare in qualche forfeit di chi ha prenotato, trovare il jolly, cioè qualcuno cui è stata data buca all'ultimo momento e che quindi ha un biglietto in più. Ma non va sempre bene, bisogna quindi farsene una ragione.
Come quei sette studenti di Padova che sono rimasti a mani vuote perché cinque prenotazioni dal Brasile e due dal Giappone con semplici e-mail li hanno preceduti di qualche minuto. «Sto al computer delle ore - dice uno - e ci avevo anche provato a seguire questa strada ma m'è sembrato un sistema troppo macchinoso. Bel risultato».
Macchinoso perché è necessario acquisire un codice che obbliga a rientrare nel sito e a stampare successivamente l’o.k. inviato dall’ufficio del Festival.
«Naturale che qualcuno si lamenti - spiega Massimo Coda, il manager bocconiano cui la coppia Baratta-Barbera ha affidato dallo scorso dicembre il restyling organizzativo - però questo è un sistema che abbatte le barriere, le distanze e i privilegi. E dunque è un sistema indiscutibilmente democratico».
Democratico e pure anticipatore di quanto accadrà fra qualche mese al botteghino? Le prenotazioni più accanite via Internet riguardano con ampio margine «What lies beneath» («Le verità nascoste») di Robert Zemeckis con Harrison Ford e Michelle Pfeiffer, protagonisti d'una storia di tradimento coniugale e di possibili implicazioni paranormali.
Guarda caso per ora la fotografia più diffusa del film (campeggia anche sul catalogo) ritrae Ford che smanetta a letto con il suo pc (chissà, forse impegnato in qualche prenotazione on line), sotto lo sguardo perplesso della languida Michelle. I due sono comunque attesissimi e la loro presenza dovrebbe servire all’organizzazione per far dimenticare almeno in parte i forfeit di Hugh Grant e di Jonny Deep, entrambi da hit parade nei sogni femminili. A che se non sarà così facile visto le dolenze confessate e diffuse, pure tra le giornaliste.
La biglietteria centrale, quella davanti all'ex Casinò, dove appunto si consumano i drammi di cui sopra e dove si ritirano anche gli ambiti e da tempo esauriti abbonamenti (il più economico 150 mila, il più caro un milione), è comunque un interessante osservatorio sugli umori e le opinioni del pubblico. Nelle ultime ore ha stimolato molto dibattito l'iniziativa di Robert Altman che si è rivolto ai giornalisti perché non anticipino il finale "insolito" del suo film.
«Tutti sono rimasti sorpresi - racconta un'accanita frequentatrice di cineclub - ma lui ha chiesto quello che ogni regista, per rispetto del pubblico, dovrebbe chiedere. In certi casi la trama anticipata per intero rovina la magia d'un film».
Ma c'è anche chi è convinto che Bob questa volta abbia voluto giocare d'astuzia cercando di sedurre il pubblico con l'implicita promessa di un finale emozionante. Quand'anche fosse, al grande cantore di «Nashville» non si nega mai un po' di indulgenza.

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