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LA REPUBBLICA

Reazioni contrastanti all'atteso "Denti" del regista
milanese. Una storia visionaria, cruenta e ossessiva

Tra trapani e sangue
Salvatores convince a metà

VENEZIA Applausi da una metà dell'affollatissima sala, l'altra metà equamente divisa tra silenzio e fischi. Insomma un'accoglienza in chiaroscuro, quella che la platea di addetti ai lavori ha regalato a uno dei film più attesi della Mostra, "Denti" di Gabriele Salvatores. E del resto la storia si presta ad essere amata o odiata: ossessiva, incalzante, visionaria, piena del sangue che continuamente esce dalla bocca del protagonista Sergio Rubini.

Certo, la vera prova del fuoco, per la pellicola, ci sarà solo domani, con la prima proiezione aperta al pubblico. Ma questa sera per il regista è stato comunque un passaggio importante. Passaggio, ricordiamolo, assai diverso da quello toccato alla prima delle quattro opere italiane in concorso, "I cento passi" di Marco Tullio Giordana, acclamatissimo sia all'anteprima in sala sia in conferenza stampa. Unico, curioso punto in comune tra le due pellicole: l'utilizzo per una scena clou di una canzone nostalgica per eccellenza, "Whiter shade of pale".

Ma torniamo a Salvatores, alla sua scelta di affrontare un argomento che solo a parlarne provoca disagio fisico: la paura della sedia del dentista. Rubini, professore di filosofia squattrinato, con ex moglie più due figli e un amore morboso e gelosissimo per la giovane convivente (Anita Caprioli), sin da bambino ha avuto problemi a causa dei suoi enormi incisivi. Quando la sua compagna glieli rompe, furiosa perché lui la accusa di tradirlo con un altro (che di professione, ovviamente, fa il dentista), inizia una sorta di odissea personal-esistenziale, da un medico all'altro. L'ultimo dei quali è il temuto dentista della sua infanzia (Paolo Villaggio), caduto in disgrazia, che gli estirpa gli incisivi.

In una Napoli bella e oscura, tra un'avventura dentistica e l'altra, Rubini è ossessionato dal ricordo della madre morta giovane (Anouk Grinberg), dello zio bonario (Fabrizio Bentivoglio), di un ortodonzista che massacrò la giovane moglie. Fino al catartico finale. Adesso, per l'autore e i suoi protagonisti, la prova del fuoco del pubblico, in una giornata davvero intensa per il cast: domani Salvatores, Rubini e Villaggio affrontano, nell'ordine, la conferenza stampa, un cocktail allo stand di Cinecittà sulla terrazza dell'Excelsior, e in serata una festa organizzata da Telepiù nella pagoda dell'Hotel Des Bains.

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