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CORRIERE DELLA SERA

Allen: i soldi rendono la gente molto buffa

«Criminali da strapazzo», film anti-intellettuale. Tracey Ullman: upper class presa in giro

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
VENEZIA

Sarà perché, invecchiando, Woody Allen ha imparato a essere meno introverso e inibito, sarà perché aveva un po’ di nostalgia per i suoi copioni, che univano colpi bassi intellettuali alla comicità dei suoi primi film lontani dai rovelli esistenziali di opere come «Interiors», o forse perché il distributore Steven Spielberg e la sua Dreamworks lo hanno sostenuto in tutti i modi, sta di fatto che il suo film «Criminali da strapazzo», presentato ieri a Venezia tra risate e applausi collettivi e a Natale sui nostri schermi con il marchio Cecchi Gori, in Usa ha incassato la per lui eccezionale somma di 18 milioni di dollari (36 miliardi di lire), deliziando la critica e il pubblico.
Woody, che non è venuto al Lido, ne parla divertito come di un film sulle cose molto buffe che i soldi fanno fare alla gente. A Venezia ha inviato la «moglie» cinematografica della sua commedia all’arsenico, la brillante attrice di origine inglese Tracey Ullman, e la sua fedele produttrice, Jean Doumanian, al suo ultimo lavoro con il regista. Lei dice: «A Woody era necessario cambiare, provare qualcosa di nuovo, con energie fresche. Il distacco gli farà bene».
«Come ci siamo divertiti durante la lavorazione è irraccontabile - esordisce Tracey, che con Woody ha giù recitato in "Pallottole su Broadway" -. Il mio maritino Allen, sincero e un po’ gaglioffo, ha rinunciato per questa avventura a tutte le sue stimmate da intellettuale newyorkese ebreo, ma non certo a prendere in giro la upper class, i media della tv e del marketing, all’insegna di chi conserva il gusto naïf della vita. L’ho persino convinto, io che mi occupo anche di moda con un sito di vestiti a prezzi contenuti, a cambiare i suoi occhiali, mentre in scena gli servivo spezzatino con spaghetti e sugo e ascoltavo i suoi piani da rapinatore mezzacalza e i suoi sogni di andare a Miami, come pensionato, a prendere il sole, fare l’amore e pescare.
«La storia ha una sua suspense manigolda che non va svelata - prosegue l’attrice - perché alle risate unisce la critica pungente sulla società altolocata newyorkese, quella dei mecenati o snob "firmati" che cercano, però, soldi dai nuovi ricchi e non sanno sorvegliare le loro casseforti.
«Attenzione, però - avverte l'attrice - dietro le risate del film, ci sono molti piani di lettura e proprio questo è piaciuto in Usa e ha reso accessibile a tanti Woody. Infatti, chi sa, riconosce nella mia parente zitella, l’intellettuale numero uno del cinema Usa ovvero la scrittrice e attrice Elaine May. E riconosce pure il vero presentatore della tv Usa che, annichilito, viene a intervistare noi buzzurri arrivati alla new economy grazie ai biscotti. Tutti gli altri si ritrovano nei gesti quotidiani, nei vestiti da metropolitana affollata, nella povertà di linguaggio, ma sanità di sentimenti, dei diversi caratteri. Ne sono certa: il suo buon criminale ha segnato una svolta per Allen, che ci riserverà sorprese in futuro».

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