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CORRIERE DELLA SERAIL COMMENTO Sembra lesame di riparazione dopo le bocciature dellEuropa di TULLIO KEZICH Il programma della Mostra del Lido ricorda limmutabile menu della rinomata trattoria «Allartigliere» dove in molti mangiamo un boccone fra un film e laltro: spaghetti con le vongole, spaghetti allaragosta, misto mare e via replicando un anno dopo laltro. Sarà difficile per lo storico futuro distinguere fra la presente 57ª Mostra e quelle dellanno scorso o del prossimo anno. Il che sotto un certo profilo si può considerare il contrassegno di una manifestazione che ha fatto la pace con se stessa; però sotto un altro profilo potrebbe anche apparire un sintomo di scarsa inventiva. Ed è difficile per il cronista segnalare le novità, che pure ci sono e non tutte positive. Per esempio salta agli occhi (segnalata e spiegata dallo stesso direttore Barbera) la diminuita presenza di Hollywood (in concorso due soli film di tipo indipendente) dovuta a nuovi problemi di mercato che rendono difficile la partecipazione dei Blockbuster. Salta agli occhi leccesso della rappresentanza italiana (4 titoli su 19 in gara e troppi altri sparsi qua e là): qualcuno dirà che siamo diventati peggio dei francesi, i quali a Cannes spadroneggiano allinsegna del motto «La France dabord». Di fronte allEuropa, per ragioni giuste o meno, il nostro cinema quasi sempre bocciato negli ultimi certami deve dare gli esami di riparazione. Ma perché siano convincenti non dovrebbe darli proprio a Venezia. Considerato il destino inglorioso dei due concorrenti italiani dellanno scorso, si trema allidea di ciò che potrebbe succedere alluno o allaltro dei quattro di questanno che non dovesse rivelarsi allaltezza. Per il resto è impossibile giudicare linteresse e il livello del programma da una lista di titoli. Personalmente vedrò con piacere Altman, Frears, Clara Law, lonnipresente patriarca Oliveira, Sally Potter, Ruiz, Schnabel; e tra i fuori concorso ladorato Woody Allen, Chabrol, il Kitano americanizzato, il nuovo segmento del documentario di Scorsese sul nostro cinema. E tra i «Sogni e visioni» va segnalato il ritorno di Dino De Laurentiis come produttore di «U-571», film di guerra sottomarina girato a Cinecittà. Nellabbondante programma posso garantire che sarà un avvenimento «Fellini racconta - Un autoritratto ritrovato» di Paquito Del Bosco ovvero unora buona di interviste del maestro esumate dalle teche Rai; e vedrò con piacere, nel ricordo di un grande personaggio un po dimenticato, «Ferreri, I love you» di Fiorella Infascelli. Il Leone doro a Clint Eastwood, con relativa personale, implica una punta polemica contro la passata gestione veneziana che rifiutò il superwestern «Gli spietati». È proprio vero che la storia della Mostra è istruttiva e divertente anche per i suoi errori . |
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