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LA REPUBBLICA

Che bello, per strada ora mi riconoscono
Il primo giorno "libero" dell'esclusa dalla Casa

QUANTO sei freddo, Grande Fratello. Quante volte, in queste due settimane, avrei voluto sentire più calore, più solidarietà quando entravo nel confessionale e una voce anonima mi rispondeva a monosillabi, oppure con quelle due frasi che alla fine mi facevano davvero arrabbiare: "Prenderemo atto di ciò che dici", oppure "provvederemo". E basta.
Poi ho capito che tutto questo serviva a non farci preferire il confessionale ai rapporti tra di noi: ho capito che se in quella stanza segreta, che segreta non era, noi avessimo trovato sempre conforto e lunghe risposte, non saremmo usciti più e avremmo fatto soltanto la fila per entrarci.
Non ce l'ho con te, Grande Fratello. In quella casa ci sono entrata per scelta. Ti ho detestato quando ti chiedevo di farmi capire, anche solo un po', quello che si diceva di me all'esterno. Quando, dopo essere stata "nominata" dai miei compagni, Mi sono ridotta a chiedere aiuto: lo psicologo è stato bravo e alla fine mi ha salvato con quella frase: "Ricordati che sei una ragazza speciale". Quando nella casa mi sono accorta che non c'era l'orologio che mi avevi promesso. Quando il giardino che avevo immaginato un luogo aperto mi è sembrato invece una prigione verde.
Ci avevate detto che da quella casa potevamo uscire in qualsiasi momento: ecco, a un certo punto ho anche creduto che non fosse vero. Sono andata alla porta e ho provato a spingerla: si apriva, e mi sono spaventata e l'ho richiusa subito. Lì ho capito che ormai dalla casa sarei uscita solo se obbligata, e nel modo che mi ripetevo sempre: o la prima a uscire, o l'ultima.
Sono stata la prima, e ora tutti mi chiedono cosa penso di tutta questa gente che mi ha mandato via. Penso che alla gente piacciono le telenovelas, quelle piene di cose strane, di ipocrisie, di gente che finge. Io non ci sono riuscita, sono stata sincera, ho lasciato uscire i miei sentimenti nei confronti degli altri in modo naturale. Chi finge, invece, piace alla gente: Lorenzo piace, per esempio. Lorenzo finge dalla mattina alla sera ed è ipocrita. Con Roberta ho litigato, ci siamo detestate, ma è finita qui. Con Lorenzo, no. Mi ha offesa, è una brutta persona.
Tutti mi stanno chiedendo se quello che succedeva nella Casa era vero: beh, posso solo rispondere di sì, ma non ha nessuna importanza se poi è finta la gente che la frequenta. Se sono uscita è anche perché ho rifiutato di adeguarmi.
Sono fuori, ora. Ieri ero ferma al semaforo in auto nel centro di Roma, si sono accostate due auto e i ragazzi a bordo mi hanno riconosciuta e salutata. Ero felice. Per me tutto ricomincia da qui. Lo rifarei da domani. Ma solo in una prossima vita, per questa basta così.

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