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LA REPUBBLICA

Gori, la grande paura di un possibile flop
Il direttore di Canale 5 ha puntato tutto sul format

ROMA - A Cinecittà, dentro la casa del Grande fratello, sono ormai in undici a soffrire i cento giorni della prigionia televisiva: l'undicesimo è Giorgio Gori, il direttore di Canale 5. L'avvio non proprio brillante del suo programma, il più pubblicizzato dell'anno, che alla prova dell' Auditel non ha retto il confronto con Fantastica italiana (su RaiUno la coppia Lopez-Venier ha sedotto 5 milioni 521 mila telespettatori, 69 mila in meno del Grande fratello), pesa come una spada di Damocle sul direttore dell'ammiraglia Mediaset.
Ma è da mesi che Gori siede su una poltrona bollente. Una preoccupazione che ha manifestato recentemente in una cena, ricordando gli attriti collezionati negli ultimi tempi con Piersilvio Berlusconi, fresco presidente dell'impero Rti.
E se il Grande fratello, fortemente voluto da Gori e per nulla amato da Berlusconi jr, non ottiene l'audience desiderata, sarà fatale la resa dei conti. Per ora Gori ostenta sicurezza ("E' stata una buona partenza. Il programma conferma le attese di grande attrattiva e di assoluta novità"), ma non a caso il giovane Berlusconi, paladino di una televisione senza parolacce e volgarità (ha già messo sotto accusa le tragressioni di Scherzi a parte, lo stile di Tempi moderni della Bignardi e le gare tra gay e maschi etero nel Ciao Darwin di Bonolis), appena due giorni fa, visitando la casa di Cinecittà sembrava piuttosto scettico sulla filosofia che sorregge il voyeuristico programma di Canale 5: "Se avrei mai accettato di partecipare al Grande fratello? Prima di tutto dovrei avere a disposizione cento giorni. Comunque, avendo cento giorni liberi, dovrei pensarci bene".
Con un avvertimento più preciso per Gori: "Il Grande fratello è un esperimento multimediale, ma il risultato non è certo, va vissuto con serenità". Già, in quella casa di Cinecittà, dove dieci reclusi (volontari ed esibizionisti) vengono spiati per cento giorni 24 ore su 24, viene agitata una miscela esplosiva: le polemiche potrebbero lambire il Berlusconi politico.
Silvio Berlusconi ha infatti tutto da perdere da eventuali scandali prodotti dal Grande fratello: sotto campagna elettorale è rischioso associare la sua immagine a un programma pruriginoso che va di traverso al mondo cattolico. E, visti gli ammonimenti dei vescovi (l'Avvenire: "No alla Tv senza pudore") è il figlio Piersilvio a tenere il fucile puntato contro Giorgio Gori, l' uomo che ha spavaldamente piazzato lo show nella fascia oraria tutelata dal codice "Tv e minori".
E ora Gori non solo teme le proteste delle famiglie cattoliche (il Moige è sempre più sul piede di guerra), ma ha soprattutto il terrore di perdere la poltrona se, disgraziatamente, nelle prime settimane gli ascolti del Grande fratello fossero deludenti come è già accaduto negli Stati Uniti.
Così Gori, dopo aver scippato il format del Big Brother a Italia Uno (Giovalli ora teme che gli soffino anche Survivor), prega il Dio Auditel per ottenere ascolti record. E già si fa il suo nome per la nuova Telemontecarlo: se Colaninno e Pellicioli puntano a una tv generalista Gori sarebbe perfetto (in alternativa Roberto Giovalli), con Enrico Mentana possibile direttore delle News.

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