Viene lanciato sul
mercato giapponese (in quello europeo e americano lo sarà nel 1993) il
compact disc (Cd), primo sistema digitale di registrazione per il
mercato amatoriale. Dopo la realizzazione del videodisco nel 1972,
la Philips pensa inizialmente a un sistema ottico analogico di
registrazione musicale, poi passa a quello digitale, coinvolgendo la
Sony giapponese.
Nel 1979 le due industrie sviluppano il Cd da 12
centimetri e campionatura del segnale a 16 bit. In un Cd il segnale
analogico proveniente dalla fonte sonora viene campionato, cioè
analizzato, 44.100 volte al secondo: questi <<frammenti>>
vengono poi convertiti in segnali digitali, cioè nel linguaggio del
computer. Il segnale digitale viene inciso su una matrice di alluminio
attraverso microscopici <<pozzetti>>.
Nella fase di
riproduzione un raggio laser viene riflesso in misura diversa a seconda
che vi siano o no <<pozzetti>>, ripristinando il segnale
digitale, che viene infine riconvertito al segnale analogico da inviare
all'amplificatore. Il Cd avrà un grande successo: già quattro anni
dopo la sua introduzione nel mercato mondiale si vendevano 9 milioni di
lettori Cd e nel 1991 i compact disc commercializzati nel mondo
raggiungeranno un miliardo di pezzi, rispetto ai 170 milioni di LP in
vinile, destinati all'estinzione, così come avvenne a suo tempo con il
disco a 78 giri con la comparsa dell'LP. Il Cd condurrà anche alla
realizzazione del Cd-Rom, discetto ottico per computer.