Compaiono in Svizzera (Ericson), Finlandia
(Nokia) e negli Stati Uniti (AT&T) le prime
reti di telefoni cellulari, il <<telefonino>>, destinato ad
avere un impressionante sviluppo. Il sistema è basato sulla
suddivisione del territorio in una serie di <<celle>> ognuna
con una stazione ricetrasmittente. Quando un'utente fa una chiamata
utilizza uno dei canali disponibili sulla cella; spostandosi in una zona
servita da un'altra cella, il sistema trasferisce automaticamente la
trasmissione (<<roaming>>) su un nuovo canale della nuova
cella lasciando libero il precedente per altre telefonate.
Nel 1990 gli
abbonati europei del telefono cellulare saranno 2,5 milioni e all'inizio
del 1993 diventeranno sei milioni. Nel 1991 verrà lanciato il sistema
pan-europeo di telefonia mobile, detto GSM, che utilizza la tecnologia
digitale nelle trasmissioni. A differenza dei telefoni cellulari
analogici tradizionali, il GSM si basa sul concetto che la vera
mobilità non è data tanto dall'apparecchio quanto da una tessera a
microprocessore, che contiene i dati identificativi dell'utente e
il suo codice personale. Inserendo la tesserina in un telefono qualunque
(anche non il proprio) e componendo un codice il terminale viene
abilitato; il sistema riconosce l'utente e addebiterà la chiamata al
possessore della tessera.
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