Au pair: costi, orari di lavoro, guadagni, rischi
I consigli delle tre agenzie romane


"Una cosa deve essere chiara: un metodo per essere sicuri al cento per cento dell’affidabilità della famiglia non esiste".

Dice le cose come stanno Paolo Cialella della Holidays Empire, tour operator, una delle tre maggiori agenzie romane che si occupano di lavoro alla pari insieme con la "Easy London" e la "Intermediate".
"Noi –continua- chiaramente cerchiamo di limitare al massimo le sorprese: facciamo firmare alle famiglie un contratto dove esse dichiarano di rispettare la normativa, di trattare i ragazzi non come camerieri ma come membri della famiglia, di farli mangiare al tavolo con loro e di far fare soltanto dei piccoli lavori in casa che secondo la normativa sono quelli che fa anche la padrona di casa. È come se lei viene ospite a casa mia: certamente lei deve fare la stanza sua, la tavola un giorno l’apparecchio io e un giorno lei, l’aspirapolvere la passo una volta io e una volta lei, e poi in più ci sono le ore di lavoro che devono essere dedicate soltanto ai bambini. Anche qui bisogna essere elastici. Noi di programmi au pair ne abbiamo fatti tanti, 16.000 negli ultimi sette anni: ma molti non rispettano queste indicazioni, anche dopo il contatto telefonico che precede la partenza della ragazza".

Quanto bisogna pagare alla vostra agenzia per il servizio di intermediazione?

"C’è una commissione di 330.000 lire che comprende tutte le spese nostre e quelle dei corrispondenti ai quali ci appoggiamo. A carico del cliente rimane in generale il biglietto aereo, anche se ogni tanto qualche famiglia lo offre, e nient’altro: gli au pair possono arrivare nel paese straniero anche con 50.000 lire, perché vitto e alloggio sono pagati".

Quante ore settimanali deve lavorare l’au pair ed a quanto ammontano i compensi settimanali?

"La normativa stabilisce che l’au pair non può lavorare più di cinque o sei ore giornaliere per cinque giorni a settimana, anche se questo non sempre si verifica. Per quanto riguarda i compensi essi vanno dalle 350 alle 500 mila lire a settimana. Questo almeno in Europa, dove noi operiamo".

Simili le condizioni che offre la Intermediate: "Noi abbiamo la possibilità di mandare i ragazzi sia in Europa che in America -spiega la general manager Eveline Hermans. Il programma in Europa costa in tutto 350.000 lire, più il viaggio. In America il costo è uguale, però c’è una cauzione di 500 dollari da versare che viene restituita dopo un anno di soggiorno all’estero. Infatti si deve rimanere minimo dodici mesi, pena la perdita della cauzione: il motivo è che in America il viaggio è a carico della famiglia da Londra a New York, mentre il ragazzo au pair deve pagare solo il viaggio Roma-Londra-Roma. Inoltre in Europa gli au pair lavorano 30 ore alla settimana, 5 ore al giorno, e guadagnano dalle 400 alle 500 mila lire al mese, mentre in America si lavora per 45 ore a settimana ed il compenso è di 39 dollari settimanali: in questo caso però la famiglia paga oltre all’assicurazione anche una parte del corso di lingua".

Cosa succede se una ragazza alla pari non si trova bene con la famiglia?

"L’agenzia prima di tutto cerca di risolvere il problema. Se la ragazza ci dice che non sa ad esempio dove prendere da mangiare, noi chiamiamo la famiglia. Se i problemi non sono risolvibili la famiglia viene cambiata. I problemi di questo genere però sono limitati: noi siamo iscritti alla I.a.p.a., la prima organizzazione mondiale che ha cercato di regolarizzare tutte le norme di qualità in questo campo, cioè di tirare fuori il lavoro au pair dall’improvvisazione. Tutte le agenzie che fanno parte della I.a.p.a. e di cui ci serviamo offrono gli stessi servizi, l’assistenza e famiglie selezionate".

L’ Easy London è invece un’associazione culturale. "Noi chiediamo solo l’iscrizione che è di 35 mila lire –racconta Alessandra Catena, sorella di Maurizio, il presidente- anche se una volta giunti a Londra si devono pagare 120 sterline al nostro corrispondente che garantisce l’assistenza. I programmi che offriamo riguardano il lavoro alla pari a Dublino e Londra".

Come è strutturato il servizio?

"I ragazzi au pair che partono tramite Easy London lavorano 6 mattine a settimana per 5 ore al giorno e qualche sera come baby sitter e, oltre al vitto e l’alloggio, ricevono 30-35 sterline settimanali".

Insomma il panorama delle organizzazioni romane che offrono questi servizi è vario. Non resta che dare qualche consiglio sui posti dove andare e quelli da evitare: "Io consiglierei innanzitutto di non andare a Londra –avverte Paolo Cialella, Holidays Empire- che è il mercato peggiore in assoluto. Il motivo è che in quella città ci sono molte famiglie che, pur avendo il passaporto inglese, provengono da tutte le ex colonie britanniche: pakistani, indiani, iracheni, ebrei osservanti... In questi casi è possibile che la loro vecchia origine e cultura crei degli attriti con i ragazzi: lei si immagini una ragazzotta a diciotto vent’anni, magari di buona famiglia, che finisce a lavorare in una casa dove camminano scalzi, mangiano radici e altre cose del genere. Il consiglio che posso dare è di andare anche nei paesi di lingua inglese, ma non a Londra: ad esempio nel nord dell’Inghilterra, in Scozia o addirittura in Irlanda, dove le persone sono molto simili a noi. I francesi sono più o meno come noi, come i tedeschi: diciamo che, tranne Londra che è l’estremo negativo e Dublino che è quello positivo, più o meno il mercato è buono e stabile".


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