ESISTENZIALISMO
Innanzitutto è opportuno chiarire l' obbiettivo della tesina,
ovvero analizzare il significato del termine "esistenzialismo"
e le sfumature che assume in un raggio più ampio possibile
di discipline, con particolare attenzione per alcuni suoi aspetti conseguenti.
Dunque, dopo aver fornito alcune brevi definizioni, passo ad esporre il problema, perchè
di problema si tratta.
Nella filosofia classica fino all' idealismo essenza ed esistenza sono distinte fra loro:
l' essenza è l' essere universale e necessario quale pensato dall' intelletto; l' esistenza
è l' essere particolare e contingente quale si attua concretamente nella realtà ed è oggetto
di esperienza. L' essenza rappresenta la possibilità di esistere, l' esistenza è l' attuazione
di tale possibilità. L' essenza sembra quindi dia significato all' esistenza, essendo quest'
ultima una manifestazione della prima: l' esistenzialismo inverte questo rapporto, affermando
che è l' esistenza che dà validità all' essenza perchè l' individuo, soltanto attuandosi
nella singolarità irripetibile del suo essere, acquista la propria essenza, che altrimenti
rimarrebbe astratta e vuota.
L' uomo non deve essere che il risultato delle sue scelte, ovvero deve
creare la sua essenza partendo dal proprio modo di vedere il mondo. Ho scritto deve non perchè
questo rappresenti un qualsivoglia imperativo morale, bensì perchè, visto che l' essenza crea e precede
continuamente l' esistenza (come avete visto nelle definizioni), l' esistenzialismo è il modo
corretto di porsi rispetto a sè stessi e alla realtà. Scegliere la propria essenza significa
quindi scegliere il proprio modo di vivere secondo la propria sensibilità personale; ovvio che
ciò non è comunque semplice, e una volta presa coscienza del problema non se ne perviene
immediatamente alla soluzione, perchè esso ne genera altri e altri. Non a caso ho
voluto inserire per primo nel menu sovrastante Kirkegaard, che focalizza la diretta
conseguenza di questa tesi: l'angoscia.
L' angoscia, ovvero un senso di terrore per qualcosa di indefinito, la paura per la nullità
dell' esistenza umana... se l' esistenzialista è preda dell' ansia è ovvio che rifiuta
idee come quelle della felicità, della serenità stoica, dell' ottimismo; egli vede la vita
umana vissuta nella sofferenza, nel peccato e nella colpa. L' esistenza è vista perciò come
assurda: venirsi a trovare in uno spazio e in un tempo senza ragione di esservi, vivere
nella contingenza. A tal proposito sono significative alcune parole del filosofo e matematico
francese Blaise Pascal:"Quando considero la breve durata della mia vita, inghiottita nell'eternità prima e dopo, e il minuscolo spazio che io
riempio, e persino che posso vedere, inghiottito nell'infinita immensità dello spazio che ignoro e che mi ignora, io sono
spaventato e stupito di essere qui piuttosto che là ed adesso piuttosto che allora."
E dunque ci si sente dispersi nel nulla: visto che nessuna essenza può definire l' uomo, egli
rifiuta tutte le filosofie, le scienze, le religioni, le teorie politiche che falliscono nel
rispecchiare la sua esistenza come essere cosciente; quindi non c' è niente che strutturi
il suo mondo, ed egli si sente angosciato sul bordo dell' abisso, cercando nel vuoto del nulla.
Il tema del nulla è connesso con quello della morte, che è la negazione totale della coscienza
e che emerge continuamente all' attenzione dell' esistenzialista provocando un senso di angoscia,
per affrontare il quale Foscolo propone alcune (illusorie) teorie.
La morte è una spada di Damocle che pende in ogni istante sulla vita umana, quando si pensa
ad essa ci si sente risucchiati nel nulla, e purtuttavia Heidegger afferma "la mia
morte è il più autentico, significante momento, la mia personale potenzialità che solo
in solitudine devo "soffrire". E se io accetto la morte nella mia vita, ne sperimento la
conoscenza e la affronto correttamente, mi libererò dall' ansia della morte e dalla
meschinità della vita - e solo allora sarò libero di diventare e stesso"...su questo punto
Sartre dissente "Cos' è la morte? La morte è la mia totale inesistenza. La morte è
assurda some la nascita - non è il definitivo, autentico momento della mia vita, non è
altro che "il passare lo strofinaccio" sulla mia esistenza come essere cosciente. La morte
è un' altra testimone dell' assurdità dell' esistenza umana"