Cenni storici

Il Castello dei Castrocucco:

                                                               (Archivio Rizzo)

Notizie:

Da la tua rocca contemplavi immota

l’ardua tenzone. Diruto or nel sonno

tace sepolto, polvere e rovina, il tuo maniero

 

(Don Giulio Rizzo-1948-poesia dedicata ad Albidona)

“Oppidum vetustum”, scrive Gabriele Barrio nel 1571, e Gerolamo Marafioti, nel ‘600, dice “castello antichissimo”.

Era un  “castello feudale”, come dice Emilio Barillaro. E’ scomparso come quelli di Nocara e di altri centri della Calabria. Era stato costruito, certamente durante il periodo delle prime signorie feudali, nella parte più alta del paese, tra i ripidi pendii di Santa Maria del monte (o Manca) che scende sulla fiumara Saraceno e della “Timpicella”, fino all’Avena, altra fiumara che sfocia nel mare jonio. Questo castello era visibile, non solo nel territorio comunale ma nell’intero comprensorio dell’Alto Jonio.

Erano ancora in piedi, fino agli anni ’70, alcuni spezzoni di mura e la cisterna centrale per l’acqua. Al posto delle croci dell’attuale Calvario si notavano anche le tracce di una torre cilindrica.I vecchi di Albidona parlano anche delle grotte sotterranee adibite a prigione, poi usate anche dai briganti. Certamente, il vecchio Magazzino (attuale casa Destefano), successivamente adibito a deposito  per l’Annona municipale, a carcere, e nuovamente per deposito di granarie dei Chidichimo, faceva pure parte del detto maniero. Nel 1517 vi abitava Rinaldo Castrocucco. Infatti, tra le poche notizie che abbiamo di questo castello, depositate nell’Archivio di Stato di Napoli viene riportata la suddetta data e la dicitura “ . . . lo castello di Albidona”.

 

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A cura di: Angelo Laino & Giovanni Rizzo