Ecco qui rappresentato "il piano di recupero del centro storico di Albidona" elaborato il "21- settembre- 2001" dall'amministrazione comunale di Albidona, i progettisti del piano sono "ARCH. Umberto Celico e ARCH. Nicola Angelone":

PIANO DI RECUPERO del centro storico  DI ALBIDONA

Descrizione.

  Il centro storico di Albidona è situato sul versante rivolto a Sud-Est del monte omonimo. In modo schematico esso è costituito da un nucleo principale che si irradia dalla Chiesa Madre, situata nei punti più alti dei paesi, e da un’appendice (San Salvatore) collegata ai nuclei principali per mezzo di una stretta fascia di isolati. Gli isolati, in modo quasi uniforme, sono orientati parallelamente al crinale della montagna secondo la direttrice Nord-Nord-Est  Sud-Sud-Ovest.

Nel complesso il patrimonio edilizio, tranne pochi edifici, è in buone condizioni, con la maggior parte degli intonaci esterni e degli infissi rinnovati, meno dal punto di vista della conservazione dei valori culturali, in quanto le numerose ristrutturazioni eseguite nel corso degli anni, anche se lodevoli, si sono svolte, in mancanza di un Piano di Recupero, in modo spontaneo utilizzando spesso materiali non inerenti al contesto in cui si andavano ad inserire, eliminando perciò, molto spesso, le tracce della cultura architettonica originaria.

  I materiali.

  I materiali principali del tessuto edilizio, evidenziati in modo particolare da alcuni edifici che ancora oggi conservano l’aspetto originario sono: la pietra locale di colore grigio con cui si sono realizzati le murature portanti, gli archi e le soglie delle porte d’ingresso, i gradini delle scale esterne, le mensole e gli aggetti dei balconi, i davanzali delle finestre, gli aggetti posti ai lati delle finestre, alcune volte simmetricamente, su cui si ponevano i vasi con gli aromi da cucina o gli orioli in terracotta in cui si teneva l’acqua; i  mattoni, utilizzati per gli archi e gli stipiti di porte e finestre, per le cornici ed in particolare utilizzati nella tipica muratura a ricorsi irregolari, insieme a piccoli conci di pietra a riempimenti dei vani delimitati dai conci più grossi; i coppi, per i manti di copertura e per le cornici a “romanella”; il legno utilizzato per gli architravi di porte e finestre, per i portoncini d’ingresso, con i caratteristici “portielli” per gli infissi esterni; il ferro battuto, per le grate delle finestre specialmente ai piani terra e per le ringhiere dei balconi e delle scale; gli intonaci a buccia o lisci per le facciate esterne.

  Lo stato attuale:

  Per come già detto lo stato delle singole abitazioni oggi è in gran parte alterato specialmente per quelle con la muratura a vista che è stata ricoperta da intonaci spesso non tinteggiati, privando le stradine e gli slarghi dei centri storici della pregevole tessitura e colore delle murature a vista. Inoltre da un’analisi puntuale delle singole unità abitative si è constatata una stratificazione cronologica nell’uso dei materiali, che si evidenzia specialmente negli infissi. Infatti, vi sono abitazioni in cui coesistono infissi in legno, ferro ed alluminio. Al piano terra in genere insieme ai caratteristici “portielli” in legno, in alcuni casi rivestiti con lamiera zincata, vi sono portoncini in ferro che spesso riproducono quelli in legno utilizzati in genere per i locali di deposito. Per l’ingresso delle abitazioni oltre ai “portielli” vi sono i portoncini in ferro e vetro e quelli in alluminio. Attualmente gli infissi in alluminio stanno soppiantando quelli in ferro e legno. Lo stesso dicasi per gli elementi in ferro battuto, dove grate in ferro battuto e ringhiere, in alcuni casi con decori in ghisa sono diventati rari, sostituiti da quelli in profilati di ferro. Per quel che riguarda le coperture, in massima parte sono in coppi, sostituiti in alcuni casi con il coppo portoghese e la marsigliese. Pochi sono i lastrici solari e attualmente si stanno utilizzando pannelli in lamiera grecata coibentata. In sostanza si può dire che per quel che riguarda i singoli edifici, sono pochi quelli che hanno conservato l’aspetto originale, mentre invece per quel che riguarda le strade, gli slarghi, le piazze, le quinte nel loro complesso da un punto di vista volumetrico non hanno subito grosse variazioni.

  Considerazioni.

  Il patrimonio edilizio del centro storico di Albidona, come architettura spontanea, esprime chiaramente nel suo complesso il carattere sobrio e essenziale delle cultura contadina. Poiché “l’architettura è antinataria e trasforma le condizioni naturali in cultura” (M. Botta), tale architettura anche se povera ha una sua dignità e merita di essere conservata perché per come si conforma è memoria di un sistema di vita, quindi cultura, ormai quasi totalmente scomparso.

  Filosofia del Piano di Recupero.

Scopo del Piano di Recupero è quindi quello di conservare le testimonianze del passato intese come valore, recuperandole e valorizzandole compatibilmente con le necessità abitative attuali. Si individueranno perciò, per mezzo degli elaborati tecnici, varie tipologie di intervento adeguate alle differenti situazioni che con l’analisi si sono studiate. Tale studio ha portato i progettisti ad individuare quegli elementi costruttivi tipici che con le diverse varianti sono da prendere a modello per il recupero e risanamento degli edifici secondo alcune procedure d’intervento.  

=STATUTO DEL PIANO DI RECUPERO=

 

Art. 10 – MANUTENZIONE STRAORDINARIA

Gli interventi di cui agli art. 8A, 8B e 8C quando non abbiano carattere sistematico e riguardino unicamente singoli elementi costruttivi o impianti dell’organismo edilizio vengono considerati di manutenzione straordinaria e assoggettati alle norme di cui agli art. da 20 a 29.2 ed a regolare concessione.

 

Art. 11 – TECNICI ABILITATI A REDIGERE PROGETTIPER IL P. DI R..

11.1         Per le opere di restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione e rifacimento delle facciate si consiglia, tra i progettisti, la presenza di un tecnico laureato.

 

Art. 12 – Opere di restauro

12.1  Elaborati dello stato di fatto di rilievo e di documentazione completi di saggi  preventivi e documentativi, proporzionati alla complessità e dimensione dell’edificio.

12.1.1          Rilievo planimetrico catastale;

12.1.2         Previsioni dello strumento urbanistico generale e particolareggiato nonché del programma pluriennale di attuazione.

12.1.3           Rilievo quotato di tutti i piani, compresi i seminterrati, i sotterranei e le coperture, alla scala 1:50;

12.1.4         Rilievo di tutto i prospetti interni ed esterni alla scala 1:50;

12.1.5         Sezioni longitudinali e trasversali quotate alla scala 1:50;

12.1.6          Rilievo alla scala 1:100 dello stato di fatto cortine edilizie, in cui l’intervento si colloca, per almeno 10 metri per ciascuna delle due direzioni e comunque interessate per intero gli organismi edilizi;

12.1.7         Rilievo del verde, con indicazione dell’essenza e relative dimensioni e di ogni elemento esterno qualificante gli spazi interni aperti (muri, dislivelli, pavimentazioni) alla scala 1:100;

12.1.8         Gli elaborati dal numeri 12.1.3 al numero12.1.7 devono contenere la descrizione analitica dei materiali costituenti le strutture verticali e orizzontali; le opere di completamento e di finitura;

12.1.9         Documentazione fotografica dello stato di fatto dell’edificio nelle sue parti interne ed esterne nonché dell’ambiente circostante;

12.1.10        Documentazione storica e fotografica: planimetria, piante, rilievi antichi, stampe, documenti letterari, fotografie d’epoca ecc….

12.1.11          La documentazione obbligatoria è quella specificata dagli articoli 12.1.1, al 12.1.5 e il    12.1.9, mentre i rimanenti articoli sono da corredare al progetto solo se presenti.

 

Art. 19 – COPERTURE. CANALI DI GRONDA. PLUVIALI. COMIGNOLI E   CORNICIONI.

19.1  Coperture.

Negli interventi le strutture di copertura devono mantenere le stesse configurazioni geometriche esistenti con reimpiego, per quanto possibile, del materiale originario da integrare, ove indispensabile, con materiale della stessa natura e forma; il manto di copertura deve essere in coppi, per quanto possibile di recupero.

Sono escluse ovunque e per qualsiasi dimensione, coperture e pensiline eseguite di materiale traslucido, di lastre di fibro-cemento, di lamiera e simili.

Le coperture piane di tipo praticabile devono essere pavimentate con pietra locale, lastronatura cementizia riquadrata, laterizio.

È concesso nel rifacimento del manto di copertura la realizzazione del cordolo di coronamento per un’altezza non superiore a cm. 50, fatto salvo la presenza di cornici con coppi (romanelle) che possono essere integrate o ripristinate, da allegati n……

 

19.2  Canali di gronda.

È vietato l’uso dei canali di gronda di plastica. Sono da preferire quelli di lamiera verniciata se non di rame. In particolare per gli interventi di restauro si fa obbligo di conservare, restaurare ed integrare le gronde di pietra naturale se esistenti, altrimenti è buona norma lasciare le coperture a caduta libera onde evitare di coprire, con le gronde, i cornicioni.

 

19.3  Pluviali.

È vietati l’uso di pluviali di plastica messi in opera a vista sulle facciate. Sono da preferire quelli in lamiera verniciata, se non di rame. Il tratto inferiore fino all’altezza minima di 2 metri, se esterno deve essere in tubo di ghisa verniciata o di acciaio smaltato.

Lo sbocco dell’acqua raccolta deve avvenire direttamente nella rete urbana delle acque bianche. Ove detta rete manchi lo sbocco del pluviale deve avvenire nella sede stradale al di sotto del piano marciapiede.

Ove infine manchi anche quest’ultimo lo sbocco è consentito a livello stradale con opportuni elementi di raccordo.

 

19.4  Comignoli.

I comignoli esistenti negli interventi di restauro vanno conservati nelle forme originali e recuperati alla loro funzione. Quelli di nuova costruzione, negli interventi di restauro, devono uniformarsi alle forme della tradizione. Per quanto riguarda le canne fumarie sono da eliminare quelle in cemento, amianto e sostituirle con nuovi materiali idonei, realizzandoli secondo la scheda allegata al P. di R..

 

19.5  Cornicioni.

Negli interventi di restauro e risanamento conservativo i cornicioni devono essere conservati, ripristinando le parti deteriorate. Negli interventi di ristrutturazione i cornicioni devono essere riproposti secondo le tipologie individuate dalle schede allegate.

 

Art. 20 – SOLAI.

È ammessa, per gli interventi di ristrutturazione la sostituzione di solai di legno non recuperabili con solai a struttura di acciaio, cemento armato o latero-cemento.

La variazione di quota dei solai, in caso di sostituzione, sarà ammessa solo quando ciò non comporti lo stravolgimento della tipologia dell’organismo edilizio con particolare riguardo alle aperture esterne.

Per gli interventi di restauro ogni intervento sui solai deve tendere al recupero dell’esistente, e soltanto in casi di dimostrata impossibilità di effettuare detto recupero sono ammesse le sostituzioni di cui al precedente comma. Sono invece del tutto escluse le variazioni di quota dei solai.

 

Art. 21 – FACCIATE.

Negli interventi di tipo restauro, per le facciate e le superfici murarie in genere sia verso spazi pubblici sia verso spazi privati (compresi gli intradossi degli archi) è vietata ogni alterazione delle soluzioni di rivestimento e/o trattamenti originari (in particolare è vietato intonacare superfici prima a faccia vista in pietra). È escluso, pertanto, ogni impiego in rivestimento lapidei, ceramici o realizzati con materiali e tecnologie non tradizionali e sono ammessi solo intonaci comuni, lisci o a buccia, non plastici e murature a faccia vista del tipo a corsi irregolari.

Negli interventi di ristrutturazione le facciate e le superfici murarie in genere devono ispirarsi liberamente sui modelli storici locali, descritti nelle schede allegate, reinterpretandone l’uso dei materiali anche in accostamento a quelli che attualmente la tecnologia mette a disposizione. Valgono, comunque, in generale le seguenti norme:

-          sulle intonacature, sono ammessi solo i colori bianco, grigio chiaro e giallo paglierino;

-          è vietata la dipintura a colore delle parti in pietra o mattone. Per le necessità di risanamento è ammesso solo il trattamento protettivo superficiale trasparente e completamente assorbita con resa finale opaca;

-          è vietato l’impiego di materiali contrastanti con quelli della tradizione costruttiva locale.

Tutte le facciate, infine, che alla data di approvazione della presente normativa risultino in contrasto con le prescrizioni su definite, devono uniformarsi in caso di intervento.

 

Art. 22 – BALCONI E BALLATOI.

Negli interventi di restauro, i balconi originari e i ballatoi devono essere trattati con le tecniche del restauro. In generale è vietato, sia verso spazi pubblici sia verso spazi privati, la trasformazione di finestre in porte-finestre cosi come la costruzione di nuovi balconi.

 

Art. 23 – FINESTRE, PORTE, PORTONI, CANCELLI, ARCHITRAVI, STIPITI, DAVANZALI E ARCHIVOLTE.

Per i serramenti esterni (finestre, porte-finestre, persiane esterne ed interne, portoncini ed altre aperture al piano terra) è ammesso solo l’impiego di legno naturale o verniciato con colori chiari secondo la tipologia tradizionale. Persiane esterne e portoncini dovranno essere coordinati, come colore con gli infissi a vetro retrostanti. Sono in ogni caso da preferire anche nelle opere di ristrutturazione infissi in legno con sistema di oscuramento a scuretto.

È accettabile anche il serramento con profilo in alluminio purché l’aspetto esteriore sia simile a quello tradizionale. Nelle opere di restauro e ristrutturazione sono da conservare i davanzali realizzati in lastre di pietra, gli architravi in legno, gli sbalzi e le mensole di pietra dei balconi, gli archi in mattoni di portoni d’ingresso e finestre, gli stipiti in mattoni, le cornici di balconi, finestre e portoni realizzate con intonaco. Inoltre sono da conservare tutti gli elementi in pietra naturale o in laterizio posti sulle facciate usati a suo tempo come scarico per l’acqua a caduta libera, o sbalzi per poggiare vasi o orcioli in terracotta. Negli interventi di restauro e ripristino le ringhiere in ferro battuto dei balconi e scale esterne, insieme alle grate delle finestre a piano terra devono essere conservate e ripristinate, rispettando il trattamento superficiale originario.

 

Art. 24 – VOLUMI NON ABITABILI CON ACCESSO DA TERRAZZO.

Negli interventi di restauro gli ambienti con il calpestio a quota terrazzo, devono essere recuperati e destinati a locali stenditoio. Negli interventi di ristrutturazione gli ambienti su citati, ove previsto, devono essere destinati a locali stenditoio.

 

Art. 25 – CORTILI.

Negli interventi di restauro i cortili devono essere liberati da ogni superfetazione e riunificati ove nel tempo siano stati alterati nella loro conformazione originaria.

Negli interventi di ristrutturazione i cortili eventualmente preesistenti devono essere ripristinati nella loro configurazione e comunque ridefiniti nei limiti e nei rapporti previsti nelle presenti norme e in quella del Regolamento Edilizio vigente.

 

Art. 26 – PORTICATI.

Negli interventi di restauro e di ristrutturazione i porticati, ove esistenti e/o occlusi devono essere conservati e/o restituiti alla loro originaria funzione con interventi ammessi per i succitati tipi di restauro e ristrutturazione. L’illuminazione artificiale dei porticati deve essere realizzata con luce riflessa.

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A cura di: Angelo Laino & Giovanni Rizzo