COME PREVENIRE I DISTURBI ESTIVI.  

I rischi per i più piccoli in vacanza

Con la consulenza del dottor Leandro Mallamaci

Pediatra a San Lucido - Cosenza

In estate, bambini spesso lasciati a " briglia sciolta" in spiaggia, sono più inclini a alimentarsi in maniera disordinata. E, talora, non si bada all' eccessiva esposizione ai raggi solari. E' giocoforza quindi che alcuni disturbi tipici dell' estate si presentano con facilità nell' esercito dei più piccoli: diarree infettive, scottature, colpi di calore e morsi di animali marini. Vediamo insieme come proteggere i bambini da questi fastidiosi problemi.         

LE DIARREE  INFETTIVE

Mal di pancia e diarrea; sono i disturbi "estivi" più diffusi tra i bambini, causati nella stragrande maggioranza dei casi da microrganismi, batteri, virus e parassiti, contenuti in cibi mal conservati o mal puliti.

Per diarrea acuta infettiva si intende perdita con le feci di acqua, in quantità che possono superare i 10 millimetri per ogni chilo di peso, di sali minerali e di altre sostanze. può durare anche due settimane. 

A seconda del tipo di microrganismo e dell'azione che svolge, le diarree infettive possono essere suddivise in gastroenteriti, caratterizzate dalla presenza  di tossine già formatesi nell'alimento ingerito, e tossinfezioni alimentari quando il disturbo deriva da un'azione combinata tra le tossine presenti nell'alimento e i microrganismi che vivono nell'intestino.

LE GASTROENTERITI

Le Cause

Il periodo dell'anno più a rischio per la comparsa delle diarree infettive è quello estivo. Per quando riguarda la gastroenterite i virus responsabili sono gli Enterovirus, (d'inverno i maggiori colpevoli sono i Rotavirus).

Come avviene il contagio

La gastroenterite colpisce i bambini soprattutto quando soggiornano in ambienti poco puliti o vengono portati per turismo in località in cui la diffusione delle tossine è più alta che in Italia. Questo tipo di disturbo si può manifestare per contagio diretto o indiretto. 

Nel primo caso il bambino può avere accidentalmente messo in bocca oggetti sporchi di escrementi (umani o animali) permettendo così al virus di entrare nell'organismo.

In altri casi, forse i più frequenti, il bambino entra in contatto con il virus in maniera indiretta, mangiando per esempio alimenti inquinati come possono esserlo talvolta il latte, le carni provenienti da animali contaminati (prima o dopo la macellazione) oppure gelati, acqua o ghiaccio,sporchi o vari cibi inquinati prima o dopo essere stati confezionati.

LE INTOSSICAZIONI ALIMENTARI DA STAFILOCOCCO    

E' caratterizzata da un esordio improvviso di crampi dolorosi alla pancia, associati a nausea e vomito. Il bambino che presenta questi sintomi probabilmente si è intossicato mangiando qualcosa che conteneva già il batterio, ovvero l'alimento è stato contaminato durante la preparazione.

Le cause

Dolci farciti di crema e panna, insalate di uova o di patate, prosciutto e pollame sono senz'altro i prodotti più frequentemente responsabili di questo tipo di malattia. Il periodo di incubazione va da 30 minuti a sette ore.

Le cure

Per curare un'intossicazione alimentare da stafilococco non è necessario alcun trattamento antibiotico. E' infatti sufficiente far bere molto il bambino, soprattutto apposite soluzioni reidratanti pronte in farmacia, per restituire all'organismo l'acqua persa con la diarrea.

Per prevenire questo tipo di male "estivo" bisogna evitare di mangiare cibi contaminati, cioè scegliere sempre alimenti cotti molto bene, o correttamente conservati al freddo, specialmente se si tratta di carni, formaggi e prodotti al forno.

La salmonellosi

Diarrea, crampi addominali e febbre possono anche essere i sintomi di un'infezione conosciuta con il nome di salmonellosi, malattia che colpisce prevalentemente i bambini al di sotto dei 5 anni di età o gli adulti oltre i 70 e che può perdurare anche per dodici giorni. 

Le cause

E' causata da un batterio che può contaminare qualsiasi tipo di alimento, prevalentemente quelli di origine animale come uova, carne, crostacei e latte non pastorizzato ma anche frutta, verdura e riso. Ecco perché per evitare il contagio è fondamentale lavare accuratamente gli alimenti, specie quelli mangiati crudi, e cuocere bene gli altri. Nella famiglia delle salmonelle, è compreso il microrganismo che provoca il tifo. Chi deve, perciò, affrontare un viaggio in un'area a rischio può prevenire il contagio con la specifica vaccinazione (chiedere al proprio medico di famiglia).

Le cure

Le cure per la salmonellosi consistono in una reidratazione dell'organismo. Per fare questo il bambino può bere soluzioni reidratanti in vendita in farmacia o, più semplicemente, acqua. Gli antibiotici non servono quasi mai (vengono prescritti solo in presenza di serie complicazioni) mentre per ridurre la febbre vengono prescritti antipiretici, da usare antipiretici, da usare comunque con cautela. C'e rischio che possono provocare collasso.

COME PREVENIRLE

In tutti i casi di diarrea infettiva, che in genere è il disturbo più diffuso tra i bambini nel periodo estivo, la prevenzione consiste nel mantenere una corretta pulizia delle mani, e in una conservazione e cottura a accurata dei cibi.

Quasi sempre infatti, mal di pancia e diarrea vengono dopo aver mangiato cibi mal conservati, o che dovendo essere consumati freddi vengono lasciati in cucina, all'aperto: gli alimenti, se rimangono fuori dal frigo per qualche ora (come si fa per esempio con le insalate di pasta o di riso fredde) con il caldo sviluppano un gran numero di batteri. La cottura può riuscire a uccidere tali batteri.

Un'altra abitudine di evitare è quella di comprare alimenti dai venditori ambulanti che offrono, lungo le spiagge sotto il sole, pizzette e dolci: il caldo e la scarsa igiene fanno di questi alimenti una delle principali fonti di intossicazioni alimentari estive.

Sfortunatamente, visto che un cibo contaminato non cambia né odore, né sapore, l'aspetto degli alimenti non garantisce la loro bontà e l'igiene e molti alimenti contaminati possono risultare, comunque, appetitosi e invoglianti pur nascondendo insidie.

 

I COLPI DI CALORE

L'estate è il periodo dell'anno in cui il problema dei colpi di calore è più frequente nei bambini, specie in quelli più piccoli e nei ragazzi che praticano esercizio fisico intenso in un ambiente caldo.

QUELLO CLASSICO

Nel primo caso, che si verifica spesso nei neonati o negli anziani, il colpo di calore è provocato da un improvviso ma duraturo innalzamento della temperatura atmosferica o dell'ambiente in cui ci si trova. 

Molto frequente è il colpo di calore dei bambini molto piccoli costretti a stare in macchina senza una giusta climatizzazione a temperature elevatissime (con una temperatura esterna di 30 o 40 gradi la temperatura interna di una macchina chiusa sotto il sole può raggiungere i 60 gradi in 15 minuti) che non viene sopportata dall'organismo. Si presenta con nausee, vomito, mal di testa e, a volte, confusione mentale. Il piccolo è disidratato e non riesce a sudare. 

QUELLO DA SFORZO

Nel secondo caso il processo è più rapido, i sintomi e le conseguenze sono solitamente meno serti rispetto a quelle del colpo di calore classico. Di solito sono colpiti da questo tipo di problema i giovani che praticano intensi sforzi  in un ambiente caldo, chiuso e mal ventilato. Il sintomo più evidente del colpo di calore da sforzo è un violento mal di testa.

Il colpo di calore richiede un rapido intervento che consiste nel cercare di abbassare la temperatura corporea. Per fare questo si devono togliere gli abiti e bagnare il ragazzo con acqua fresca, massaggiando le estremità per favorire la circolazione.

 

LE SCOTTATURE

La scottatura è in pratica una reazione alla "tossicità" dei raggi solari. La sua serietà può dipendere da diversi fattori, come il colore della pelle, la durata dell'esposizione  e l'esposizione durante le ore critiche, quelle che vanno dalle 11 alle 15.

SI MANIFESTANO IN TRE GRADI

Le scottature si manifestano in tre gradi. Il primo stadio si manifesta con un arrossamento lievemente dolente della pelle (critema) che dura 3-4 giorni, al quale segue una più o meno intensa abbronzatura. Il secondo grado è l'eritema, in cui la zona colpita si arrossa diventando gonfia. Aumenta in uno o due giorni ed è doloroso, talvolta caratterizzato dalla presenza di bolle. Il terzo grado è il più preoccupante e consiste nella comparsa di piccole piaghe sulla superficie colpita dal sole. Altri sintomi sono: mal di testa e confusione mentale.

COME SI CURANO

Per curare i danni provocati dall'esposizione al sole, si possono usare creme all'ossido di zinco o a base di corticosteroidi. Per le forme più  serie è utile una cura a base di steroidi per via generale, che solo il medico, però, può prescrivere.

COME SI PREVENGONO

Per prevenire questo problema è indispensabile far in modo che i bambini ricevono le prime "dosi" di sole in modo graduale e protetti da vestiti e da creme solari, applicate ogni due ore.

 

GLI ANIMALI MARINI VELENOSI

Anche l'acqua talvolta nasconde pericoli più o meno insidiosi come meduse e ricci di mare. Nuotando o sguazzando in acqua o salendo e scendendo dagli scogli può capitare di rimanere vittime di questi animali marini.

LE MEDUSE

Le meduse sono dotate di un apparato specializzato per la produzione di un veleno che usano come arma di difesa iniettandolo attraverso i tentacoli, lunghi anche 40 centimetri.

Le punture lievi si manifestano con una sensibilizzazione della parte colpita, dolore e formicolio spesso seguito nel giro di qualche ora dalla comparsa di piaghe o papule. Se però il contatto è stato più intenso e prolungato, l'avvelenamento può essere più forte e comportare disturbi come intenso mal di testa, vertigini, debolezza, stato di confusione. 

Se il bambino è stato toccato da una medusa è necessario bagnare subito la parte con acqua di mare. In seguito si dovranno fare impacchi e lavaggi con bicarbonato di sodio al 50 per cento per 30 minuti. Sono anche utili le pomate a base di corticosteroidi da spalmare sulla lesione. In caso di problemi più seri è talvolta necessario il ricovero ospedaliero.

I RICCI DI MARE

Sono animali molto piccoli e non aggressivi che vivono sulle spiagge, sugli scogli e sulle barriere coralline. Sono di forma sferica e ricoperti di spine appuntite e velenose. Calpestare un riccio di mare può provocare una ferita simile a una puntura e se la spina spezzandosi si conficca e rimane sottopelle può dare origine a un'infezione o a una reazione da corpo estraneo.

La cura consiste nel cercare di eliminare le spine più grosse e in una buona disinfezione della ferita con acqua ossigenata a sei volumi che è un ottimo rimedio anche contro le spore del tetano, in modo da rimuovere col batuffolo i "detriti" rimasti sulla ferita. In caso di infezioni è necessario l'uso di antibiotici.

Servizio di Simonetta Barone