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Teatro di Terra

con il lavoro di
Mariangela Baldassarri, Paola Berselli, Maurizio Ferraresi, Stefano Massari, Stefano Pasquini, Claudio Ponzana.

Sui campi arati in autunno, quando il sole è obliquo, guardando controluce si vede un numero infinito di sottilissimi fili di bava tesi tra zolla e zolla, dalla terra alla terra, come una ragnatela. Non so chi li faccia questi fili.
Io spesso non so, eppure guardo incantato nella fittissima ragnatela di segni che unisce le azioni, le parole e le cose.
Prima della cultura, qualcosa di originario, lo cerco.
Non so come tanti mondi paralleli si sovrappongano nel mio cuore.
Il nutrimento, prima della farina e del pane, prima della tavola. Il latte prodotto nel laboratorio invisibile di un seno.
Spesso faccio la prova, alla fine di una giornata, e scendo una rampa di scale e apro la porta e fuori, in mezzo al cortile, guardo il cielo e le stelle e non ci capisco niente.
Una semplice ragnatela di fili dalla terra al terra. Allora corro sul precipizio del suo sorriso che tutto spalanca. Mi fermo a guardare in silenzio e sono contento, poi mi addormento. Fine.

"Facciamo il pane in un forno che ci siamo inventati, facciamo la polenta in un paiolo di rame, tagliamo formaggio e ortaggi, facciamo il teatro in un altro modo, chissà se è teatro.
Mettiamo gli spettatori (pochi e chissà se sono spettatori) seduti in una specie di cerchio con davanti i bicchieri, il vino, l’acqua, il pane e ci stiamo seduti anche noi. Poi ci sono le piccole e le grandi cose della nostra vita, quelle vicine vicine e quelle lontane, fatti insignificanti e tragedie, la terra e l’amore e la guerra.
Prima di tutto l’incontro, chissà se è teatro, in fondo siamo contadini. Eppure c’è una ragnatela di fili sottilissimi che unisce tutto, che ci unisce tutti, uomini, bestie, semi e frutti e foglie. Forse è per questo che ci ritroviamo attorno al “teatro di terra”, per domandarci cosa è che ci unisce, quali dolori, quali gioie, quale destino abbiamo in comune su questo mondo-trottola.
Insieme mangiare, bere, piangere e ridere mentre il tempo passa e ci lascia inevitabilmente diversi da quello che eravamo un’ora prima, prima di incontrarci, eppure tutti egualmente prigionieri di quella ragnatela di fili che unisce i segni, le azioni, le parole e le cose
.

Teatro delle Ariette in coproduzione con Festival Volterrateatro

 

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