BOLOGNA BOLOGNA
Bologna 13 APRILE 2000

Provincia : A Castello di Serravalle due attori hanno fondato il Teatro delle Ariette
Tre anni di pietre e lavoro per fare il teatro dei sogni
I Pasquini hanno costruito un palcoscenico nel loro agriturismo
Di Olivio Romanini

Un sogno può essere il punto più alto di una vita.
C'era una volta nella campagna di Castello di Serravalle un podere. Succede che un giorno un attore eredita il podere e ci va ad abitare con la moglie, attrice pure lei. Succede che i due una notte fanno lo stesso sogno. Succede che una volta organizzate le cose, i due s'improvvisano muratori e cominciano a mettere pietra su pietra per tre anni. Succede che adesso dove c'era solo la campagna, c'è un teatro.
E' una bella storia, e merita di essere raccontata dall'inizio. L'attore si chiama Stefano Pasquini, l'attrice si chiama Paola Berselli, insieme fanno teatro dal 1984 al 1989. Poi basta. Decidono di ritirarsi in un podere nella campagna di Castello di Serravalle (Le Ariette), che Stefano ha ereditato. Qui, Stefano e Paola iniziano una specie di esilio o di silenzio artistico. Anche la valle è silenziosa. A un certo punto il silenzio diventa assordante e loro ricominciano a recitare. E' il 1994 e Stefano e Paola ricominciano a raccontare storie.
Nel giugno del 1996 i due, insieme con altri, fondano l'Associazione culturale "Il teatro delle Ariette". Lo scopo è preciso: sviluppare e promuovere il nuovo teatro popolare di ricerca; la sede è quella dell'azienda agricola dove la famiglia Pasquini vive.
I coniugi cominciano un'intensa attività di produzione di spettacoli, un'attività sempre autofinanziata e autogestita. In questi anni inizia l'esperienza del teatro nelle case. La Compagnia recita ovunque: nei salotti, nei fienili, nelle cucine, sotto i portici, ovunque ci sia qualcuno disposto ad ascoltare, che cerchi di capire e che soprattutto vada alla disperata ricerca di un senso.
Ma il silenzio è ancora forte. Allora con i soldi messi da parte, Stefano e Paola comprano le pietre, pietre che serviranno loro per costruire un sogno. Vogliono fare un teatro là dove non c'è che campagna, vogliono arginare quella che loro chiamano emarginazione culturale della provincia. Adesso è tutto pronto. Il teatro, una stanza di 12 metri per otto, ospita 60 posti a sedere. Poi c'è un piccolo porticato, e per il resto la campagna. Il teatro si chiama Deposito Attrezzi - un edificio rurale per il teatro.
Adesso è tutto pronto anche per l'avvio di un progetto denominato "Vite" della durata di tre anni, caratterizzato da produzioni proprie del Teatro delle Ariette e da altre iniziative.
Insomma Stefano e Paola ce l'hanno fatta, nella valle il silenzio non è più assordante, sono tornate le parole, le potenti e meravigliose parole. Con loro, con le parole, con quelle del Teatro delle Ariette vogliamo chiudere questa storia.
Dove vanno i nostri corpi e i nostri pensieri? Abbiamo protesi più grandi di noi. Eppure dentro, in un luogo profondo, conserviamo il segreto e il mistero della nostra vita………
Il teatro mi aiuta a scavare il segreto e il mistero….
Dentro le nostre azioni, in fondo ai nostri pensieri, nell'angolo dei nostri sogni c'è un'anima calda che ci fa umani in mezzo agli uomini.
A volte succede per davvero che un sogno possa essere il punto più alto di tutta una vita.