Emilia Romagna mercoledì 23 ottobre 2002

L'ALTRO MODO DI FARE TEATRO
Le "Ariette" ripropongono il festival d'autunno "nelle case"

Se si crede in altri modi di teatro, è bene cercarli in altri luoghi. E viceversa. Quelli del Teatro delle Ariette ora dicono di avere scoperto l'acqua calda, ma a volte l'acqua calda non è facile scoprirla. Questo per dire che il Festival d'Autunno "A teatro nelle case" da oggi a domenica 27, dislocato fra Castello di Serravalle (sede delle Ariette), Bazzano e Monteveglio, è la coerente messa a punto di una precisa idea di teatro: quello che con la vita fa tutt'uno. All'inizio era solo "A teatro nelle case in primavera", sei edizioni di una rassegna lunga tutta la stagione per i sentieri e le strade della valle del Samoggia, campagna e paese. Da tre anni l'appuntamento raddoppia con il festival autunnale.
Per capire meglio l'intento dell'iniziativa, è bene andare un po' indietro con la memoria. A scandire i passi della storia è Stefano Pasquini, che insieme a Paola Berselli ha messo in piedi Le Ariette. A volte per chiarirsi certe idee su qualcosa è necessario allontanarsene. Così hanno fatto loro: "Siamo nati col Baule dei Suoni, nell' 89 ce ne siamo andati e abbiamo rimesso a posto un piccolo podere che apparteneva a mio nonno". Le Ariette, appunto. "Per diversi anni, niente teatro. Le nostre energie erano impegnate per fare i coltivatori diretti e per aprire un agriturismo".
Ma alla passione non si comanda. Si sono uniti ai loro amici Maurizio Ferraresi e Claudio Ponzana, e dal '95 quelli delle Ariette, diventati in quattro si sono riconciliati col teatro.
Ma a modo loro,"con una stanza di sei metri per quattro in cui facevamo gli spettacoli" poi, da quella stanzetta la dimensione è cresciuta, si cominciava ad andare nelle altre case, che diventavano luoghi pubblici, ad ospitare altri artisti. E arriviamo a oggi. Oggi il gruppo si avvale di altri quattro nel ruolo di collaboratori esterni, tutti a cercare di vivere pochi concetti ma buoni su un teatro che Pasquini riassume in tre parole: "Necessario, autentico, condiviso, in cui lo spettatore assume un ruolo centrale".
Altro che palco e platea. Non sorprenda quindi se i luoghi sono un deposito agricolo, un parco, una scuola, un forno. E perchè no? Un ospedale. Tanto, per dirla con loro, ogni spazio è di per sè inadeguato o, quando va bene, solo una piccola parte di una realtà molto più complessa. Qualche momento significativo. Stasera si inizia alle 20, al deposito attrezzi di Castello di Serravalle con "Teatro di terra" delle Ariette, che replica domani alla stessa ora. Quindi, appuntamento alla vecchia fornace di Castello di Serravalle con "Cuocere il mondo", di Koinè. Venerdì, appuntamento a Parco dell'Abbazia di Monteveglio per "Variazioni sul giardino" della Casa degli Alfieri (ore 21), e la replica di "Cuocere il mondo" (ore 23).
Sabato e Domenica sono le giornate più intense. Sabato, dalla tarda mattinata, appuntamento al deposito degli attrezzi. Qui Cristina Valenti alle 15.30 coordinerà un confronto di esperienze su "In altri luoghi, in altri modi". Valenti sta anche preparando la seconda uscita del progetto editoriale sostenuto dalla Provincia, "Le radici per aria". Alle 21, "Ex proff" alle scuole elementari di Monteveglio. Alle 23, "Storie di pane" della Casa degli Alfieri, al forno Garagnani. Domenica, alle 10 e alle 12, replica al forno e alle scuole. Alle 16 "Nati in casa" del Teatro Club Udine all'Ospedale Dossetti di Bazzano, alle 20.30 ultima replica di "Teatro di terra".
Il festival è inserito nell'ambito di "Invito in Provincia".

Pina Rielli