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JOE VENUTI

La storia

 Poche cose sembrano sicure riguardo la prima parte della vita di Giuseppe "Joe" Venuti. Per cominciare, non si sa con precisione quando sia nato: non lo sapeva neppure lui, tanto che nel 1971, quando soggiornò per parecchi mesi in Italia, volle recarsi a Lecco - la cittadina del lago di Como dove è sicuramente nato - per compiere un'approfondita ricerca in proposito. Non venne a capo di nulla perché i registri di stato civile che lo riguardano sono andati distrutti.

Alcune cose sono tuttavia certe, non e' vero ciò che è scritto in molti libri sul jazz riguardo alla sua nascita, e cioè che lui fosse nato sulla nave che trasportava la sua famiglia dall'Italia agli Stati Uniti nei primi anni del secolo. Era nato proprio in Italia, invece: a Lecco, e più precisamente a Malgrate, un agglomerato a un paio di chilometri da Lecco. Forse era nato il 4 settembre 1894: su questa data convergono diversi indizi, oltre a qualche ricordo dell'interessato. La storiella della nascita sulla nave era stata inventata dal padre di Joe, che volle così fare acquistare subito al figlio la cittadinanza statunitense. (Lo rivelò lo stesso Joe Venuti all'autore di queste pagine: fino allora questo era stato un segreto di famiglia).

Si sa qualcosa anche sul padre e sul nonno di Joe, entrambi scultori di statue per il cimitero di Lecco. E' sicuro che il padre e la madre, con la loro numerosa figliolanza, emigrarono in America qualche anno prima di Giuseppe, che essendo l'ultimo nato, non era ritenuto in grado di affrontare un cosi lungo viaggio. Il bambino rimase a Lecco affidato alle cure del nonno, che, da musicista dilettante qual era, gli insegnò i primi rudimenti del violino. Poi venne il momento della partenza anche per il più piccolo dei Venuti: probabilmente nel 1904, quando lui aveva dieci anni. (Ma pure questa data è dubbia. Venuti, che su certe cose non è mai stato preciso, e neppure attendibile, ha dato informazioni contraddittorie in proposito).

A chi scrive raccontò comunque che il suo primo approdo, nel Nuovo Continente, fu New Orleans, nel cui porto, allora, attraccavano molte navi cariche di emigranti italiani. A New Orleans, dunque, il piccolo Venuti avrebbe ascoltato per la prima voltala musica jazz: lui, per lo meno, attribuisce a quei ricordi infantili la sua vocazione jazzistica. E' certo ad ogni modo che trascorse gli anni della prima giovinezza a Filadelfia, assieme alla famiglia, e che lì, sui banchi di scuola incontrò colui che sarebbe stato per molti anni il suo inseparabile compagno di lavoro, ed il suo migliore amico: Eddie Lang. Questo però non era il vero nome dell'amico: Eddie Lang era lo pseudonimo che avrebbe adottato anni dopo, come musicista jazz. Il suo vero nome era Salvatore Massaro: i suoi erano arrivati a Filadelfia, poco tempo prima che lui nascesse, da  Monteroduni, un paese abruzzese, in provincia di Campobasso.

Quando conobbe Joe, dodicenne, Salvatore aveva tredici anni. Non è vero quindi, quanto assicurano i libri: che fosse nato nel 1904 oppure, secondo altri, nel 1902. Sul fatto che Salvatore fosse più vecchio di lui, sia pure di poco, Joe Venuti è sempre stato perentorio: e la differenza di età, sui banchi di scuola, conta molto, e non può essere dimenticata.

L'amicizia tra i due ragazzi non si dovette soltanto alla comune origine italiana e alla comune povertà: entrambi si sentivano molto portati per la musica, ed anzi per lo stesso strumento, perché anche Massaro, all'inizio, si dedicò al violino. Venuti - lo si è detto - era già stato "sgrossato" dal nonno, a Lecco ed aveva passato molto tempo a fare esercizi di solfeggio: poi si era dedicato anima e corpo allo studio della musica classica e del violino sotto la guida di un buon professore di Filadelfia, Thaddeus Rich. Quanto al futuro Eddie Lang, pare sicuro che avesse studiato musica, a Filadelfia sotto la guida di due insegnanti italiani, Ciancarullo e Lucantino. Però non dovette aver tratto molto profitto dalle lezioni, dal momento che i suoi colleghi di allora (Venuti compreso) hanno sempre affermato che non sapeva leggere la musica, e che riusciva a cavarsela soltanto perchè era dotato di un orecchio eccezionale.

La storia continuerà nei prossimi giorni...