Li Conchi


Nel paesaggio arzachenese,contraddistinnto da picchi granitici modellati dagli agenti atmosferici, colpiscono due elementi le strane forme delle rocce con figure che richiamano animali, mostri e quant'altro, e li “conchi”: Questi ultimi sono cavità nella roccia. La traduzione del termine gallurese è: tafone. Nel territorio arzachenese ne sono presenti numerosissimi. in particolare nei pressi di Arzachena. La loro particolarità sta sia nelle origini geologiche che nell’uso che ne è stato fatto dalle genti del posto.  Nella favolistica locale ritornano spesso come rifugio-nascondiglio di efferati banditi. Si narra di briganti che hanno vissuto alla macchia utilizzando tali recessi come base imprendibile. Migliaia di anni fa esseri primitivi si aggiravano fra i graniti e la macchia di questi luoghi. Non conoscievano ancora le abitazioni e si riparavano in capanne e ancora più spesso, ne “li conchi”:  Erano quindi dei ripari sottoroccia dove si svolgeva la vita familiare dei protosardi. Li conchi vennero anche adibiti a luoghi di sepoltura. In epoche più recenti furono usati come rifugio per animali, a mo di stalle. Inoltre con interventi minimi accostando qualche sasso, venivano chiusi e trasformati in ripostiglio per gli attrezzi dei pastori.


La Conca di Laicu Roglia.
Laicu Roglia nato a Telti nel 1863 venne ad Arzachena latitante dopo aver ucciso chi aveva attentato alla vita di un suo fratello. Durante la latitanza partecipava attivamente alla vita della “cussogghja”  distinguendosi nel derimere controversie e nel riparare ad ingiustizie.
Per incassare la taglia messa sulla sua testa un tale rivelò ai carabinieri il nascondiglio di Laicu e così fu accerchiato dentro la conca. Riuscì a fuggire facendo scaricare i fucili dei carabinieri su un manichino e approfittando della notte gaudagnò la libertà. Si racconta che due nemici mortali di Arzachena dietro compenso di 100 scudi diedero entrambi incarico a Laicu Roglia di uccidere il proprio nemico. Laicu promise ad entrambi di portare a termine l’incarico e diede, loro insaputa, appuntamento lo stesso giorno nello stazzu di Li Conchi. Il giorno fissato si recarono entrambi all’appuntamento e Laicu impose ai due nemici la riconciliazione minacciandoli di portare a termine l’incarico per cui era stato pagato. Così  i due si riappacificarono  e da “galantuomo” quale era, Laicu  restitui la somma pattuita per l’insolito incarico.

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