(Nella foto: una pescata
del giugno 01 autorizzata a scopo di monitoraggio)
Continua ad essere
sottovalutato il problema del DDT (e del mercurio) nei pesci del lago
Maggiore
PESCA AL DDT,
ASSOLTO IL PESCATORE
E' comparso oggi su La Stampa, ma
certamente anche su La Prealpina e in altri organi di informazione che
mi sono sfuggiti, l'informazione che è stato assolto un pescatore
professionista, che aveva incautamente pescato 335 Kg di lavarello,
specie ittica pregiata, dichiarata ufficialmente non
commestibile, dopo la "scoperta" nel 1996
dell'elevato contenuto in DDT dei pesci del lago
Maggiore, superiore ai limiti di legge. Chi ci conosce
da tempo sa quanto abbiamo detto e scritto sulla vicenda, frutto
marcio di cinquant'anni di chimica industriale irriguardosa del nostro
povero territorio, che sparge veleni ancora adesso, a Pieve
Vergonte come a Verbania. Il DDT è stato fabbricato a Pieve Vergonte
dal 1946 fino al 1996, quando le autorità sanitarie svizzere lo
riscontrarono nei pesci del lago. La ditta colpevole, Enichem, tanto per
cambiare, venne presto riconosciuta e giudicata blandamente da
giudici magnanimi. Le autorità politiche, scientifiche e sanitarie
locali, di destra e di sinistra, che negli anni non avevano
svolto il loro dovere di controllo e di tutela, si sono affannate da
allora ad affermare che il DDT non è poi quel gran male per la salute
(basta non fare le indagini epidemiologiche!), che la legge italiana è
troppo severa, che i limiti vanno innalzati, che i pescatori devono pur
pescare, che il turismo è danneggiato da iniziative divulgative. Se
poi, nei pesci, oltre al DDT e a qualche altro cloroderivato
bioaccumulabile si aggiunge anche il mercurio (sempre
da Pieve Vergonte), basta non dar credito ai comunicati di Legambiente,
che tutto si mette a tacere. Il povero pescatore è stato assolto. Il
povero lago, eternamente intriso di DDT e tante altre schifezze chimiche
nefaste, basta che si mostri azzurro agli occhi dei turisti, cui
verranno serviti ottimi secondi piatti di pesce di lago (Maggiore) in
ottimi ristoranti del lago (Maggiore), pescati da ottimi pescatori, che
se verranno colti in flagrante saranno assolti da ottimi giudici. Amen.
PESCATORE DI STRESA ACCUSATO DA FINANZA E FORESTALE
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Assolto in tribunale per i lavarelli al Ddt | ||
VERBANIA Chiamato a rispondere dell´accusa di detenzione di pesce adulterato per inquinamento da Ddt destinato all´alimentazione umana è stato prosciolto ieri dal giudice Vinicio Cantarini, che non ha ravvisato il congruo raggiungimento delle prove di colpevolezza. La pubblica accusa aveva richiesto invece la condanna a 6 mesi di reclusione con i benefici previsti dalla legge. Al banco degli imputati è comparso Daniele Ruffoni, pescatore all´Isola Pescatori - difeso dall´avvocato Alberto Pelfini - che nell´agosto 2000 si vide sequestrare dalla Guardia di Finanza, in collaborazione con gli agenti della Forestale, ben 335 chilogrammi di «lavarello», varietà ittica tipica del lago Maggiore. La tesi difensiva - accolta dal giudice - ha essenzialmente sostenuto che il dibattimento processuale non avesse condotto alla prova del reale inquinamento del pesce e che neppure la destinazione alimentare umana fosse stata evidenziata dal pubblico ministero. E´ noto infatti che il pesce può subire trasformazioni in olio lubrificante o in farine base di mangimi per animali non destinati a macellazione per alimentazione umana. Elementi questi che hanno condotto il giudice all´emissione della sentenza assolutoria. Il sequestro della notevole quantità di pesce avvenne nel periodo «caldo» dell´emergenza Ddt nel lago Maggiore in cui vigeva, e vige tuttora, il divieto di pesca professionale e sportiva di agoni, coregoni e scardole, specie ittiche queste considerate a rischio in quanto la loro «parte grassa» è in grado di sciogliere il Ddt (dicloro - difenil - cloroetano) la cui molecola è insolubile in acqua ma notoriamente liposolubile. La sentenza emessa ieri dal tribunale verbanese potrebbe costituire un´interessante base giurisprudenziale nell´ottica più generale delle future disposizioni delle autorità competenti sul versante di una possibile revoca del blocco della pesca nel lago Maggiore. a. r. |