Eccovi una sintetica cronaca della serata di mercoledì
19.12.01, alla Circoscrizione Suna di Verbania, dove all'odg era
posta la questione dello scarico a lago di Acetati. Il
presidente A. Baldissone aveva invitato l'ass.re prov.le all'ambiente
A. Zacchera, a relazionare sullo stato autorizzatorio dello scarico.
Sono intervenuti anche il sindaco A. Reschigna e l'ass.re all'ecologia
del Comune di VB, accompagnati dal direttore tecnico del depuratore
consortile SPV. Presenti tutti i consiglieri circoscrizionali e almeno
trenta cittadini.
Riassumiamo gli antefatti.
Con il consenso entusiasta di tutta la classe politica locale e
della cittadinanza, nel 1989 apriva i battenti Acetati, della Mossi
& Ghisolfi, importante gruppo con sede ad Alessandria,
che aveva rilevato gli impianti chimici dismessi da Montefibre,
dopo che la Gepi (finanziaria di Stato) l'aveva rifinanziata. Lo
scopo societario di Acetati è quello di produrre "acetato
di cellulosa", materia plastica che si ottiene acetilando la
cellulosa naturale con anidride acetica e acido acetico.
L'acido acetico viene acquistato da Acetati, mentre l'anidride
acetica si fabbrica per pirolisi dell'acido acetico in un impianto
interno. Dalle acque di acetilazione l'acido acetico non reagito
viene recuperato con solventi (un etere e un chetone) e separato per
rettifica.
E' stato affermato nel corso di un Consiglio comunale, da parte del
consigliere Paracchini, che nel "contratto" di rilevazione
di Montefibre da parte Mossi & Ghisolfi era compreso
l'assenso benevolo dell'Amministrazione comunale alla successiva
costruzione degli impianti Italpet, che di fatto
appartengono alla stessa azienda Mossi & Ghisolfi, che ha
un'esclusiva per la fabbricazione in varie nazioni del pet (polietilentereftalato),
materia plastica per la fabbricazione di bottiglie. (Chi avesse
interesse a conoscere meglio il gruppo chimico Mossi &
Ghisolfi, potrebbe fare una normale ricerca via internet).
Acetati aveva rilevato l'autorizzazione di Montefibre a
scaricare i suoi reflui liquidi nel torrente S.
Bernardino, proprio di fronte all'ufficio tecnico comunale.
Stando sulla sponda del torrente, si poteva ammirare una cascata
d'acqua fumante (nella stagione fredda), che lasciava depositi
biancastri (di polverino di acetato) nel torrente. Una moria di
pesci denunciata da un guardiapesca nel '91 provocava l'intervento
della Magistratura e un processo. A questo punto Acetati
chiedeva al sindaco di Verbania (Bartolomeo Zani; vicesindaco Aldo
Reschigna) di poter scaricare i suoi reflui in fondo al
lago, lontano da sguardi indiscreti, utilizzando lo
stesso tubo subacqueo del depuratore consortile, che scarica davanti
alla foce del S. Bernardino, a 80 mt di profondità. Lo
scarico Acetati era ed è costituito da circa 80
mc/ora di acque di lavorazione chimica, provenienti dalle
lavorazioni di Acetati e in piccola parte di Italpet, "diluite"
in 1500 e più mc di acque di raffreddamento (cioè acqua
pulita, prelevata dal sottosuolo, usata una volta sola per
raffreddare gli impianti e per produrre energia elettrica nella
centrale termoelettrica a nafta BTZ presente in Acetati). E'
semplice per ognuno capire che una tale "diluizione" è in
grado di riportare qualsiasi scarico chimico a una situazione di
legalità (la legge parla più volentieri di
"concentrazioni", che di "quantità totale" di
veleni sopportabile dal corpo idrico ricettore). Lo scarico Acetati,
previa una superficiale operazione di abbattimento di una parte del
suo contenuto inquinante e un aggiustamento dell'acidità, contiene
ancora e scarica a lago: polverino di acetato, inerte ma
nocivo per la respirazione dei pesci, ammoniaca, solfati, solventi,
acido acetico, formaldeide, cloroformio, in un mix inquinante
paragonabile, come quantità di inquinanti contenuti, "a
quello di una città di 25.000 abitanti, che non depurasse i suoi
reflui" (secondo l'autorevole citazione dell'ass.re
prov.le all'ambiente Zacchera, giugno '01). Tra i vari inquinanti, almeno
due sono sicuramente cancerogeni: la formaldeide,
che è una materia prima utilizzata probabilmente come
catalizzatore di reazione, e il cloroformio. Il
sindaco Zani rilasciava nel '92 autorizzazione allo scarico tramite
tubo a lago del depuratore consortile (di proprietà dei Comuni di
VB e di Ghiffa), sostenuto da un parere favorevole dell'USSL (dott.
G. Porzio), che a sua volta si rifaceva ad uno studio ambientale
favorevole, commissionato da Acetati ad esponenti autorevoli
dell'Istituto di Idrobiologia di Pallanza. Alla scadenza
dell'autorizzazione, la Provincia del VCO, con presidente G. Ravasio,
rinnovava l'autorizzazione. Nello scorso anno, scaduta
nuovamente l'autorizzazione allo scarico, l'ass.re Zacchera si
poneva la domanda, ecologicamente e giuridicamente rilevante, se
Acetati poteva sversare a lago senza accuratamente pretrattare tutti
i suoi reflui chimici. Anche il Comune di VB
recentemente si poneva la stessa domanda, anche in seguito ai guai
che lo scarico Acetati aveva provocato al tubo, di cui aveva
ostruito i fori di uscita, ostacolando anche la fuoriuscita delle
acque del depuratore, tanto che gli scarichi di Acetati si riversano
di nuovo quasi continuativamente nel S. Bernardino.
Per parte nostra non abbiamo mai avuto dubbi. Il lago Maggiore,
ecosistema di importanza infinitamente superiore ai gretti interessi
speculativi degli industriali, non può sopportare di ricevere per
decenni gli scarichi chimici delle industrie del VCO. Le capacità
di autodepurazione del lago, che non riguardano né metalli
pesanti, né solventi clorurati, né pesticidi, né sostanze
cancerogene, sono al limite, come si nota anche dallo stato di
salute dei pesci. La nuova legge 152/00 è più chiara
della precedente legge Merli e vieta categoricamente alle industrie di
diluire con acque di raffreddamento le acque di lavorazione
contenenti, ad esempio, sostanze chimiche cancerogene e/o
solventi clorurati. Queste acque non
possono essere scaricate nel lago, se non previa accurata
depurazione.
La depurazione costa e l'azienda non vuole fare investimenti? Gli
Amministratori non hanno scelta: o decidono loro o passano la mano
alla Procura della Repubblica.
Nel suo intervento Zacchera ha informato i presenti che da un anno e
mezzo è scaduta l'autorizzazione di Acetati (che raccoglie anche i
reflui di Italpet) allo scarico a lago. Ha anche confermato che lo
scarico attualmente viola le prescrizioni di legge e che nelle
condizioni attuali non è sua intenzione rinnovarne l'autorizzazione.
Si pone quindi la ricerca di una soluzione, che potrebbe essere un
nuovo impianto di depurazione chimico-fisico interno ad Acetati
stessa, con successiva depurazione biologica nel depuratore
consortile, oppure un nuovo impianto chimico-fisico all'interno del
depuratore consortile, cui i liquami Acetati convogliassero i loro
veleni da depurare. I gestori del depuratore consortile SPV stanno
studiando le ipotesi di soluzione del problema. Il sindaco ha
informato degli incontri in corso da parte del Comune con Acetati e
con SPV sullo stesso tema e ha auspicato un lavoro di squadra con la
Provincia. Sono intervenuti alcuni consiglieri, seriamente preoccupati
per i continui disturbi che la città riceve dalla presenza di
un'azienda, che un tempo sosteneva l'economia cittadina, mentre oggi
rivela i suoi lati negativi, anche per la maggiore attenzione
collettiva ai problemi ambientali e alla qualità della vita. Noi
abbiamo sollevato la questione delle sostanze cancerogene
(cloroformio e formaldeide), che si scaricano nel lago e
abbiamo chiesto se è stato studiato l'impatto che queste sostanze
generano nell'ecosistema (risposta: non è stato studiato
specificamente). E' stato anche chiesto dal rappresentante dei Verdi
se è possibile riciclare tutta l'acqua che viene scaricata a lago da
Acetati (risposta: è possibile, ma essa serve non solo a raffreddare
gli impianti, ma anche a diluire di fatto le acque di lavorazione).
A nostro giudizio, la serata è stata molto interessante. Un grazie
alla Circoscrizione, che, a differenza del Consiglio Comunale, ha
concesso anche ai cittadini presenti di porre domande e di fare alcune
considerazioni. Speriamo che la questione non rientri nei binari del
tran tran burocratico e che non occorrano altri anni, prima che chi
deve informi Acetati (e Italpet) che i loro reflui se li devono
ripulire ben bene, se vogliono continuare a vivere e lavorare a
Verbania, come fanno tutti i cittadini verbanesi, che ogni anno pagano
salate bollette per la depurazione dei loro scarichi domestici
(domestici, non chimici e cancerogeni!).
Nei giorni successivi sui giornali locali è apparsa una cronaca
edulcorata della serata in Circoscrizione, per le solite prudenze dei
giornalisti locali, mentre il giorno 23 è stato pubblicata su La
Stampa un'intervista al sindaco Reschigna, che vale la pena di
riprendere e commentare. (Le evidenziazioni sono nostre).
VERBANIA
«Con le fabbriche in città si può
ancora convivere. E´ sbagliato e irrealizzabile chiederne l´allontanamento».
Aldo Reschigna replica a
chi vorrebbe far sparire Acetati e Italpet da Verbania. «Mi
rendo conto - dice il sindaco - che oggi la città non è più
industrializzata come un tempo e le esigenze dei cittadini sono
diverse. Bisogna invece migliorare l´impatto tra le fabbriche e l´ambiente
che le circonda». In questa direzione va l´impegno
dell´Amministrazione. «Per quanto riguarda gli scarichi industriali
entro il 10 gennaio - dice Reschigna - è previsto un incontro tra
Comune, Acetati e Spv. Ho chiesto anche la presenza della Provincia,
convinto della necessità di collaborare. E
non sarà l´ennesima riunione per tirare le cose in lungo.
A dicembre abbiamo approfondito gli aspetti tecnici, adesso
arriveremo ad un accordo per definire tempi e modi per realizzare l´impianto
di trattamento chimico-fisico degli scarichi». I
verbanesi che abitano a ridossi di Acetati e Italpet si sono spesso
lamentati per le troppe notti in bianco a causa dei rumori. «Il
rilevamento acustico - continua il sindaco - è stato già condotto su
Italpet e ora interessa Acetati. E´ affidato all´Arpa, mentre l´azienda
ha predisposto una propria indagine. Si verificano le fonti di rumore
e i livelli registrati all´esterno. L´analisi su Italpet ha portato
alla riduzione di 3-4 decibel di rumore.
Entro metà gennaio sarà pronto anche il piano di protezione civile
che sarà presentato al prefetto e poi comunicato ai cittadini». L´azione
di Verbania per migliorare l´ecosistema urbano è stata apprezzata
anche da Legambiente nazionale che nella consueta
classifica della vivibilità ha assegnato al capoluogo il tredicesimo
posto in Italia, il primo in Piemonte. «Irrita - conclude Reschigna -
che a fronte di tali riconoscimenti ci sia ancora qualcuno che
banalizza questi risulati. E´ ingiusto e scorretto verso la città».
c. bo.
Vi prego soprattutto di
apprezzare la franchezza con cui il sindaco Reschigna ammette, a
proposito di prossimi incontri operativi per dirimere la
questione degli scarichi a lago di Acetati: "E non sarà
l'ennesima riunione per tirare le cose in lungo". In effetti
anche noi nel corso degli anni e di defatiganti riunioni avevamo
avuto la sensazione veramente irritante che il sindaco giocasse
a tirare le cose in lungo, che ci prendesse bellamente in giro. Adesso,
di botto, dopo dodici anni, il sindaco scopre che Acetati
sversa a lago porcherie chimiche equivalenti in quantità ad
una città di 25.000 abitanti che non depurasse i suoi scarichi,
come ebbe a scrivere l'assessore prov.le all'ambiente, che fa
rumore, e magari che puzza, e magari anche che nei suoi scarichi ci
sono sostanze cancerogene (cloroformio e formaldeide, per
dirne due). Che questa scomposta reazione del sindaco
Reschigna dipenda dal timore che salti il progetto
megamiliardario di una nuova centrale termoelettrica, che ci
legherebbe per altri cinquant'anni ad Acetati?
Ma, ci manda a dire il sindaco,
Legambiente nazionale ci ha premiato mettendoci nella parte alta
della classifica nazionale! Taccia dunque quel fastidioso moscerino
di Legambiente Circolo Verbano. Il fastidioso moscerino sta
verificando con i referenti di Legambiente nazionale e del gruppo
AmbienteItalia, che compila le statistiche, come sono stati
fatti i calcoli, perché qualche somma non torna. Anche i migliori,
talvolta, possono sbagliare...